Trovare la parola per poter raccontare

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MARIANO CIARLETTA

Alla pietà dell’Etere

La vita pone sulla salita
come un ragno al contrario
le zampe alla pietà dell’etere
anche per lui ridonda il silenzio
la richiesta solitaria a Dio
quando la gramigna supplica
mentre la capra zelante
la priva della terra.

*

Melanconia

un gheriglio curvo dinanzi
l’ombra del dondolo
dove c’è ancora tempo
Se interroghi il goccio di vino
ti dirà di aspettare – lascialo –
al tramonto si va senza chiamarsi.

*

Subalterni

una faglia può colmarsi,
che mi dici di tutti gli insetti lì sotto?
Sottoterra e vivi.
Ne ho visti di insetti
giganti con sguardi spenti
camminano ammantati di terra.
è più semplice coprire che rimandare alla luce.

Mariano Ciarletta, Trovare la parola, Terra d’Ulivi Edizioni 2023

Trovare la parola, la nuova silloge di Mariano Ciarletta, comprende 44 poesie. Queste sembrano prediligere la quotidiana osservazione della realtà. Meno “personalistica” rispetto alle precedenti Iridi, Edizioni del Paguro (2016), Come Radice, Edizioni del Paguro (2017) e il Vento Torna Sempre, La Vita Felice (2018), il nuovo lavoro di Ciarletta guarda al mondo degli indifesi, dei subalterni, dei malinconici. Una pluralità di mondi, la cui descrizione non è semplice. È  tuttavia compito del poeta “trovare la parola” per poter raccontare, talvolta interiorizzare, scenari interni ed esterni che arricchiscono/toccano il personale vissuto. È indiscutibile che l’io di Ciarletta sia presente, come nelle precedenti raccolte, anche in Trovare la parola. Lo si evince dalle poesie che, specialmente nella prima parte, conservano un orientamento introspettivo (Nascosti; Noce; Due dita; Kiwi; Trenta; Est; Quel prato mai percorso). Ciò nonostante, è nella seconda parte della raccolta che l’io personalistico subisce una considerevole trasposizione verso il mondo dei subalterni e degli indifesi (Mezzogiorno; Fred; Verso il mare; Subalterni; A chi volpe a chi preda; Surreale). Segue un’attenta analisi sul dolore che induce gli esseri umani alla finzione (Prosciugati; Onnipotenza; Attesa) e sul rimpianto per un’infanzia alla quale, ora, subentra la “corsa” come “dovere” (Furti silenziosi; Mai nato). Anche la malinconia, stato d’animo che si conferma come una storica della vita dell’uomo, è un tema ricorrente nella silloge (Zolle; Alla pietà dell’Etere; Melanconia; Biancogrigio; Consuetudine).

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(A cura di Silvia Pio)