Dalla descrizione della casa editrice
Nel tempo si scopre che diciamo “io” e ogni volta raduniamo una trama di ricordi, sequenze di immagini o situazioni che compongono quella leggenda, quell’esile mito di noi stessi. E più tardi, ancora nel tempo, diventiamo consapevoli del fatto che è una leggenda, un mito che resta scarso e fragile rispetto al nostro bisogno di essere. Eppure non possiamo ignorare che anche l’assoluto è una necessità, anche credere e sperare che ci sia davvero un “io” (e un “noi”) protagonisti della vita. Che qualcuno, una voce se non un “io”, risponda di quanto ci è accaduto e ci saldi agli altri, fatti della stoffa dei vivi e dei morti, che ha in comune quegli stessi fili dei quali è intessuta la vita che diciamo nostra. Per questo c’è ancora bisogno di immagini, di parole, di favola, di sonno e di sgomento. E della voce della poesia. Ma la trama del passato resiste nel flusso della vita che vuole ancora tempo, oppure si lacera proprio quando pare compiere un senso?
Da L’età verde (Samuele Editore, collana La Gialla, 2024)
Nel bosco sempreverde nascono le bambine,
ripetono il giro da tempo immemorabile.
Tra gli alberi conservano i fermagli di ogni vita
ma sanno che presto saranno cianfrusaglie.
Dove sia il bosco sempreverde le bambine
non possono dirlo, né indicarlo sulla mappa.
Nessuna gelosia o avarizia, ma solo
un trucco per custodirne il segreto.
Così sulla strada lasciano un’assenza
o un vuoto più chiaro
perché nessuno possa trovarle.
Ma non credere che smettano d’aspettare…
*
Il Padre ha praticato il silenzio
e messo un vuoto nella bambina.
Adesso lei sa distinguere ogni suono
e muoversi senza fare rumore.
In un angolo del bosco la costringe
a non muoversi più, a non piangere mai.
Lei si morde la lingua, trattiene le gambe
ma la testa resiste, si oppone al comando.
*
Il castigo più grande non è stato
rimanere immobile bambina
su un cubo di divano guai se piangi!
non l’andare a letto senza cena
né adulta domandare la mamma muore?
E tu muto, perché punire è fino in fondo.
Il castigo più grande è questo perdono
fermo, affamato, silenzioso.
*
La Madre retrocede nello splendore.
Stare nel bosco è rinunciare, amare tanto.
La bambina ha imparato da lei cos’è l’amore:
guardare insieme la vipera cantare.
In un angolo di bosco la Madre coltiva
fiori rossi e canta la bellezza della vita.
Stupita la guarda la bambina, osserva
che sopportare cambia la luce delle cose.
In un barattolo di vetro prepara occhi nuovi
per il grande compromesso.
E dorme e si sveglia intanto la bambina.
L’ha sentita agitarsi nel lettino…
*
Quando un silenzio immeritato
è sceso sui nostri pomeriggi di bambini
e cilindri e cubi e stelle hanno smesso
di stare dentro nell’incastro
del nostro castello giocattolo,
ci hai presi ariosa tra le braccia,
allineato pezzi e cavità
e ci hai dato parole nuove
per tornare a chiamare il mondo.
*
non è tempo di coltivare
un brutto male nel petto.
Ora è tempo di uscire dal bosco
e tornando tra la gente dire ecco,
la nostra estate è arrivata.
Alessandra Corbetta (erba, 1988) è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media, lavora come docente a contratto presso l’università LiuC-Carlo Cattaneo e collabora con l’azienda informatica ttY CReo. Ha conseguito un master in digital Communication e uno in Storytelling. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), con il quale ha anche curato la pubblicazione del volume Distanzeobliterate. Generazioni di poesie sulla Rete (Puntoacapo editrice 2021). Collabora con il blog spagnolo di letteratura e poesia Vuela Palabra, scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per universoPoesia – StrisciaRossa; per Rete55 conduce la rubrica “Poetando sul sofà”, dedicata a grandi autori della poesia italiana. Per Puntoacapo editrice codirige la collana di poesia per opere prime Controcorrente e per industria & Letteratura la collana saggistica La memoria di Adriano. Sue poesie sono presenti in diverse antologie e tradotte anche su riviste straniere. In versi ha pubblicato Corpo della gioventù (Puntoacapo editrice, 2019) ed Estate corsara (Puntoacapo editrice, 2022), mentre la sua ultima produzione saggistica è Corpi in rete. Rappresentazioni del sé tra visualità e racconto (Libreria universitaria, 2021). il suo poemetto Sempreverde, con prefazione di umberto Fiori, è contenuto nel XVi Quaderno di poesia italiana contemporanea (Marcos y Marcos, 2023).
(A cura di Silvia Rosa)