Alla terra i miei occhi di Mauro Liggi

cover liggi

 Dalla prefazione di Anna Segre

Leggendo Liggi si sente il premito incontenibile del voler dire, la ricerca di parole sulla polpa degli affetti e contemporaneamente una tensione al tacere, un rispetto quasi religioso davanti ai due misteri: Eros e Tanathos. Liggi è messaggero quasi suo malgrado dell’enormità che s’impone nella sua vita, ce la testimonia condividendo stupore e paura. [...] Come in anatomia, per descrivere un forame, cioè lo spazio vuoto attraverso cui passano vasi e nervi, si parla dei suoi confini, così Liggi, essendo onesto, rispetto al vuoto della morte, ne descrive i lati visibili. Quest’ostinazione alla verità rende lineari e diretti i suoi versi, ma non per questo meno distillati, potenti. La morte ti obbliga, non la puoi evitare, ciò non toglie l’indicibilità della perdita, la sfocatezza dei sentimenti, la confusione emotiva. E Liggi cerca di tenere gli occhi aperti su questo buio, su questo enigma. Si obbliga al coraggio perché verso se stesso non ha nessuna indulgenza come forse non ne ha avuta chi se n’è preso cura. E l’amore diventa così l’elemento che controbilancia, che diluisce l’incombattibile ineluttabile. Perché con la morte dei genitori vengono al pettine l’educazione, i principi che ti guidano o che ti castrano, il meritare la stima [...].
Un’infelicità ontologica tesse i versi di Liggi, una rivendicazione della propria intensità rispetto all’indifferenza e all’insensibilità del mondo attorno, e la teoria della sua mente si staglia, dichiarandosi ferita, colpita, offesa, dando voce al dolore di chi legge, accogliendone le delusioni inconfessabili. È di pietra, la poesia di Mauro Liggi, ma anche di mirto, di sale, di lava e di ogni elemento naturale senza diluizione.

Da Alla terra i miei occhi (Interno Libri Edizioni 2024)

Indichi il cielo
a me, solo a me
che con il camice bianco
provo a trattenerti qui
sfidando il tempo
la logica
la scienza.
Ma tu
indichi il cielo
il dito già blu
perché sai
quello che anche io so
tu succo di mela cotogna
io volto di catrame
muto è il grazie
prima del viaggio.

*

Una lettera dietro al letto
un biglietto timbrato nel cassetto
due versi scritti su uno scontrino
un numero di telefono senza nome
il primo rasoio di mio padre
il breviario di mia madre
i pesciolini nel mio secchiello
cento lire nel salvadanaio
le lenzuola di flanella nel cassetto
il libro di fiabe in cantina
Ragazzi di vita di Pasolini
tutti i tuoi rullini

il tuo volto di cera
ha prescritto i sensi di colpa
reso libero
assolto
che non mi sono mai preso per mano
perdonato nessun errore commesso
che era solo vita
non un processo.

*

Un giorno un uomo
vestito come me
seduto dall’altra parte della scrivania
- di solito la mia -
abbasserà lo sguardo
cercherà parole
che non sa
che non può
che non vuole.
Io capirò
prima che alzi gli occhi
mi porga un foglio

svanirò
non sarò più lì
ma bambino al parco
che mi dò la spinta
per arrivare a terra.

*

Ogni mattina,
sul fondo del caffè
ti lascio gli incubi della notte
e i sogni dell’alba.
Quello che non puoi
vedere
con le mani
sentire
con gli occhi
annusare
con la punta della lingua.
Ogni vorrei dirti
è lì
sul fondo di quella tazzina
caduta dalla nostre mani
ferita ma intera.

*

Con quale pudore l’alba
abbraccia gli ospedali
rallenta il vento
sulle vetrate
tra le vite che intravede.
Il vagito di un bambino
il sudore della madre
il porta pastiglie
il sonno di chi trattiene
l’ultimo alito al cielo
rosari in cappella.
Che tenerezza l’alba
che invade gli ospedali
esitante
come la vita
che muore
e dopo la morte
la vita.

 

Mauro Liggi, medico, poeta e fotografo di Cagliari. Dall’inizio del suo percorso artistico si è focalizzato sulla street photography, il reportage, la fotografia documentaria, partecipando a numerosi corsi e workshop con i più importanti autori italiani nel settore. Collabora con la Mediateca del Mediterraneo per la creazione dell’Archivio fotografico della città. Autore di numerosi progetti di stampo sociale, collabora con le scuole per la divulgazione della cultura fotografica. Dal 2020 è collaboratore del settore social della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (Fiaf) e dal 2021 è presidente del Circolo Contrasti Fotografici ed è Delegato regionale Fiaf per la Sardegna.
Nel 2021 ha pubblicato la sua prima raccolta poetica Anima scalza. Le orme della poesia (AmicoLibro edizioni). Nel 2022 ha pubblicato la raccolta poetica Segnali di Fumo (Altromondo Editore).

(A cura di Silvia Rosa)