VALENTINA CASADEI
Pazientare nell’incontinenza dei lamenti
nell’aggravarsi del mio respiro corto
le solitudini che mi sfuggono dalle dita
e la ferita visibile
che collega i miei poli stagionali
di spalle, nell’angolo della classe
delle orecchie d’asino sulla nuca
Tengo un diario di silenzio
*
Questo è tutto ciò che i silenzi mi dicono:
l’albero che hai piantato crescerà senza di te
e se solo il mio grido potesse chiamarti
il fantasma diventerebbe ombra benedetta
guarigione per seconda intenzione
protezione prima di una radiografia
Ora, c’è qualcuno che si gode il meglio di te?
*
Ho sognato l’aborto di mia madre
il suo corpo vestito di bianco
in una pozza di sangue
ho sognato l’aborto di mia madre
la non-sorella uccisa a forchettate
in una giornata zoppa, irreparabile
ho sognato l’aborto di mia madre
ho visto gli occhi che avrei baciato
se mi avessero guardato
un secondo che continua a durare
*
Nel fitto delle canne
la luce e la sua ombra
sopravvivono sott’acqua
il ricordo di quei giorni
ormai lasciato ai fondali
in compagnia di minuscoli sogni di girino
e trappole di mucillagine
Alla scuola superiore dei fiori
ecco l’insegnamento della rosa:
una fine ha un inizio
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