GIULIANA MANFREDI
(La prima parte si trova qui e la seconda qui)
IN BETWEEN
Dopo 7 mesi di tranquilla, serena, affettuosa convivenza con una dolce e paziente signora, è arrivato il momento di un suo necessario soggiorno nel paese d’origine a sistemare i documenti. Cerca lei la sostituta, ma è perplessa. Infatti… Io lo sono stata subito dai suoi ingenui racconti: la signora non vuole fare notte e giorno perché non ha pazienza, ma ha bisogno di soldi. Già partiamo malissimo. La realtà è anche peggio. L’angelo sovietico è partito ieri e io ho già di che lamentarmi riguardo a Mrs KGB. Innanzi tutto non sa cucinare, critica la nostra cucina (pesante, grassa, lei non la digerisce), non parla affatto bene italiano, anche se è da 12 anni in Italia, sbuffa per ogni cosa (il criterio per la differenziata sembra necessitare di una laurea in Scienze Ambientali), è supponente e permalosa ed è un incrocio tra la maestrina con la penna rossa e la diavola di antica memoria. Insiste (ed è qui solo da un giorno e mezzo) nel voler fare riposare la zietta nel pomeriggio e nel tentare di farla coricare alle 21 invece che alle 22; critica usi e abitudini della casa, ma anche della Calabria e dell’Italia. Ha trovato strano il fatto che la zietta non mangi carne né pesce frequentemente, che aborrisca il prosciutto e, con aria di sufficienza, mi ha detto che nel suo paese mangiano, almeno tre volte alla settimana, caviale e salmone! Io le ho risposto che noi lo mangiamo a Natale e Capodanno. Persino la lingua italiana le sembra insulsa, ma poiché a giugno deve superare un esame, ha bisogno del mio aiuto. Ogni regola grammaticale le appare assurda e alza gli occhi al cielo scuotendo la testa. Prima di pranzo è arrivata in cucina con una busta da buttare e mi ha chiesto quando avrebbero ritirato l’indifferenziata. Alla mia risposta: «Lunedì», altre occhiate di sdegno. Le ho chiesto, vista la sua urgenza, se intendesse la differenziata organica (che è quella che può dare problemi, soprattutto col caldo), non capacitandomi del perché fosse così contrariata e cercasse un cassonetto nei dintorni per disfarsi dell’involucro. Si è, infine, convinta a metterla nella busta nera semipiena, chiuderla e lasciarla in balcone. Mi sono lambiccata il cervello, anche un po’ allarmata. Poi ho pensato che il misterioso pacchetto potesse contenere i suoi pannoloni… Indagherò.
NE UCCIDE PIÙ LA GOLA
Iniziano tutte col dire che mangiano poco, che quello non gli piace e quell’altro non lo digeriscono. Pesantissima questa cucina italiana! Per tacere di quella calabrese… Sovente a pranzo o a cena dicono di non aver fame. Poi cominci a trovare tracce di caramelle, lecca-lecca, semini da sgranocchiare di tutte le nazionalità, biscotti, merendine, patatine, cornetti di mais, Fonzie’s, pop corn, involucri di pasticcerie, bottigliette di aranciata, pepsi-cola, succhi di frutta. Le merende e gli spuntini quotidiani e i fuori pasto possono includere: pane e salame, tè, biscotti, fette biscottate con marmellata (quando va bene) o uno strato di burro dello spessore di un panetto di lievito di birra e sopra miele grezzo, resti del pranzo o della cena (pizza, pasta e fagioli, uovo sodo). Non puoi mai fare affidamento su quello che lasci in frigo o in freezer: spariscono pesche, fragole, gelati, affettati, formaggi alla velocità della luce. Alla fine ti senti dire: «Mamma mia, quanto sto ingrassando! Sto troppo ferma…»
IL NUOVO CICISBEO
Tra le novità apprese per bocca delle molteplici badanti c’è il nuovo modello di cicisbeo, a quanto pare diffusissimo. Proverò a farne un identikit: regolarmente sposato, con moglie ignara e svariati figli, nonché nipotini vari. Anzianotto, di gran cuore, rifornisce la donna dei suoi sogni (con qualcuna, mi hanno confessato le stesse signore, i sogni vengono anche realizzati) di ogni primizia: frutta, verdura, vino, conserve varie (preparate dalle mogli), salumi, olio. La ricopre di regali d’ogni tipo, le fa la spesa, la invita a pranzo e a cena in luoghi fuori mano (è comunque sempre tutto in incognito), le fa conoscere bei posti, la scarrozza al centro commerciale a fare shopping (ma è là solo in versione taxi: la signora viene condotta al megastore e lasciata libera di fare le sue spese, mentre il devoto cicisbeo la attende al parcheggio leggendo il giornale o girandosi i pollici), la accompagna e riprende da stazioni, fermate d’autobus, aeroporti, prefetture, uffici. Qualcuno le mette addirittura a disposizione un appartamento di proprietà e le paga le bollette. In occasione di prime comunioni, cresime e compleanni in famiglia del cicisbeo (inclusi i genetliaci delle consorti), questi si presenta con laute guantiere di dolciumi e confetti per la gioia del palato della sua protetta. Mi è stato giurato da qualcuna che non ha mai dato niente in cambio: l’unica gioia del cicisbeo è quella di veder sorridere la donna dei suoi sogni, il suo sogno esotico-erotico irraggiungibile (o quasi). Non so se la spinta sia la sete di conquista di “territori stranieri”, che prevedono più facile, o il provarci tout court alla ’ndo cojo, cojo, che spesso, ahinoi, li premia per il fascino latino esercitato sulle bionde dell’Est secondo canoni nient’affatto latini (i cicisbei intravisti non avevano nulla del latin lover). Le badanti non fanno mistero, alcune almeno, di voler impalmare un italiano, che garantisca loro la bella vita. Ma nella loro ricerca non c’è differenza se “il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”.
E NON SE NE VOGLIONO ANDARE
Non mi era mai capitato prima di imbattermi in una badante sostituta che non vuole più andarsene. A dirla tutta, è la prima volta che una badante che parte ritorni (anche se il mese di ferie è già durato due) e non ho diretti confronti in merito. Fin dai primi giorni di sostituzione la new entry farfugliava che voleva lavorare per un mese intero, meglio ancora due e aveva richiesto alla nostra badante collaudata di rimanere a casa il più a lungo possibile (è stata ampiamente esaudita). Dopo una fase iniziale di “so-tutto-io”, l’algida russa si è sciolta come neve al sole e trascorre amabilmente ore a chiacchierare con la sottoscritta, confidandole dubbi e segreti e chiedendo aiuto per i suoi esami di lingua italiana, che dovrà sostenere per il nuovo permesso di soggiorno. Il pomeriggio le assegno compiti sulle coniugazioni dei verbi, i plurali dei nomi, l’ortografia di suoni come sc/gh/ci/ce/gi/ge/ch, ecc. e lei studia sbuffando. Dopo un incipit di critiche ai menù proposti, ora non fa che spiluccare e assaporare formaggi e salumi di qualità, piatti a cui si è convertita dopo una settimana di convivenza e leccornie a cui la ha abituata la sottoscritta. Prepara alacremente ricette naturali a base di miele, cetriolo, lievito per la cura del viso e dei capelli e trascorre molto tempo con impacchi verdognoli a mo’ di maschera nutriente. Tenta invano di convertire me ai poteri magici degli intrugli, ma finora ho strenuamente resistito. Con l’arzilla vecchina non va gran che d’accordo perché non si comprendono sufficientemente (solito dualismo dialetto calabrese-russo) e, soprattutto, la nostra badantona non ha modi teneri. Anzi, è alquanto brusca e categorica , oltre che intollerante. In fondo, però, ha un cuore tenero e ha gesti inattesi di affettuosa gentilezza. Nessuno è perfetto.
B&B
Ha fatto finalmente rientro la titolare! E gli equilibri sono molto precari. Sì, perché nei 2 mesi di “supplenza”, KGB non ha mosso un dito per trovare un nuovo posto di lavoro o un posto dove andare a vivere allo scadere della sostituzione. Non è chiaro se trattasi di una idiosincratica pigrizia, una cieca fiducia nella manna dal cielo o una semplice incoscienza di fondo. In barba ai suggerimenti di lasciare i suoi dati e le sue esigenze (accudire uomini no, cambiare pannoloni no, sollevare pesi no, lavare persone no, lavorare in zone di mare no, notte e giorno no) presso uffici appositi delle parrocchie del paese, ha semplicemente fatto trascorrere il tempo, confidando in un ulteriore prolungamento del soggiorno a casa della titolare. Peraltro, fatta invitare a rimanere più a lungo, via telefono, da una conoscente comune. Più volte KGB ha rimarcato che per sostituire la nostra badante ha rinunciato a ben due posti che avevano le caratteristiche da lei agognate, ossia posti di dama di compagnia (ben retribuiti, per di più). Con la pretesa che, una volta rientrata, la supplita trovasse un posto come si deve per la supplente! I contatti per nuovi lavori, che ancora non hanno portato neppure a un colloquio de visu ma si sono fermati a comunicazioni telefoniche, non sembrano forieri di buone nuove. Al momento siamo di fronte a una convivenza forzata tra le due (KGB ha fatto notare che non la lasceremo certo per strada finché non trova adeguata sistemazione) e la povera titolare che dorme sul divano dell’ingresso causa sonoro russare della supplente. Al momento, se non si trova una rapida soluzione che porti all’allontanamento di KGB prevedo catastrofi diplomatiche.
Foto di Silvia La Torre di Lamezia Terme, studente di Storia all’università di Firenze con l’hobby della fotografia.