GABRIELLA MONGARDI.
“Classicismo e Romanticismo tedesco” annunciava il titolo del concerto tenuto il 24 maggio 2014 nell’ Oratorio di Santa Croce a Piazza dal pianista argentino Nahuel Clerici: il Classicismo era rappresentato da due sonate di Mozart, il Romanticismo da Liszt e Chopin. In realtà, nel Mozart di Nahuel non c’era niente di scontato, nel canto e controcanto tra le due mani di apriva tutto il ventaglio degli stati d’animo. Lo scavo interpretativo, delicato e insieme appassionato, ne ha sviscerato tensioni e faglie sotterranee, ne ha portato alla luce il carattere ora tempestoso ora ironico, quasi sperimentale, ben percepibile sotto il rigore formale della struttura.
Vent’anni dopo la morte di Mozart, con Liszt e Chopin, siamo in piena dissoluzione della forma: nella musica si insinua una dolcezza languida, ambigua e irrequieta, si esprime la tipica simbiosi romantica tra uomo e natura (considerata perlopiù nel suo volto notturno e nei suoi aspetti contraddittori).
Ma il giovane interprete non si è mosso solamente tra Classicismo e Romanticismo tedesco: il concerto si è chiuso con un omaggio alla sua terra natale – tre ardue danze del compositore argentino Ginastera, eseguite con mani vorticose e somma bravura.