ATTILIO IANNIELLO (a cura)
Quando è nata e quali sono state le motivazioni culturali e ideali che hanno dato anima e vita all’esperienza della Sartoria Utopia?
La nostra capanna editrice nasce a Milano nel gennaio 2012 dalle menti e dalle mani di Manuela Dago e Francesca Genti – amiche, poetesse e artiste – e dal desiderio di affidare i loro testi a libri-oggetto che rispecchino completamente l’attitudine e la poetica delle due autrici-editrici.
Ogni libro è pensato nella forma, cucito a mano e decorato da collage uno diverso dall’altro (che ne fanno un pezzo unico) e che hanno la particolarità di essere coloratissimi. Le copertine si ispirano ai contenuti cercando una sorta di equivalente cromatico che possa colpire l’occhio e veicolare una qualche emozione, ingrediente che, a dispetto di tanto algido intellettualismo diffuso, è fondamentale nel testo poetico.
Sartoria Utopia è un progetto che non vuole rimanere relegato all’ambiente puramente letterario o degli addetti ai lavori, ma “tracimare” usando la poesia, la carta, il colore, i pennarelli, le matite e il filo di lino: cosa c’è di più utopico di questo? Il loro motto non a caso recita «non esiste che non esiste».
Ben presto si è manifestato il desiderio di coinvolgere anche altri autori, quelli da noi amati e stimati per il loro lavoro, ed ecco che in breve tempo si viene a formare la prima collana della capanna editrice col nome Cumulonembi di cui entreranno a far parte le raccolte dei poeti: Paolo Gentiluomo, Giacomo Sandron, Azzurra D’Agostino, Francesca Matteoni, Graziano Mignatta.
Col passare del tempo le sarte utopiche affinano la loro arte e nel 2013 nasce una nuova collana denominata Samurai contraddistinta da copertina rigida serigrafata a mano e cucitura giapponese. Il volume che apre la collana è la raccolta di invettive Bastarde senza gloria che vede al suo interno nove tra le voci più incisive ed eterogenee della poesia contemporanea femminile italiana (Gemma Gaetani, Alessandra Racca, Alessandra Carnaroli, Valentina Diana, Anna Lamberti-Bocconi, Silvia Salvagnini, Chiara Daino, oltre alla due sarte utopiche Francesca Genti e Manuela Dago).
Sull’onda del successo di questo volume (di cui si prevede una terza ristampa) nascono le ultime produzioni di Sartoria, sempre per la collana Samurai: le raccolte L’arancione mi ha salvato dalla malinconia di Francesca Genti e La signorina di Cro-Mangon di Anna Lamberti-Bocconi.
Attualmente è in fase di preparazione il calendario poetico 2015, fuori collana, in uscita in autunno.
Anna Lamberti-Bocconi
Nata a Milano nel 1961, è scrittrice, poetessa e paroliera. La signorina di Cro-Magnon è la sua quarta raccolta di versi, dopo Sale Rosso (Stampa Alternativa, 1992), Il vino di quella cosa (Campanotto, 1995), Devi chiamarmi sempre (Campanotto, 2005); a questi libri vanno aggiunti il poemetto Canto di una ragazza fascista dei miei tempi (Transeuropa, 2010), e le prose a vario titolo Sola sul cammino (Xenia, 1999), La forza della preghiera (Sperling e Kupfer, 2000), Sono stato quel ragazzo (SEB, 2005), Rumeni (Stampa Alternativa, 2009).
La Signorina di Cro-Magnon
Edizioni Sartoria Utopia, 2014
Collana I Samurai
Copertina rigida serigrafata a mano, cucitura giapponese
Pagg. 100 – Formato cm 21,5×17 – Euro 20
Quarta raccolta di liriche di Anna Lamberti-Bocconi, le poesie di La signorina di Cro-Magnon sono compattate da un’intelligenza affilata che per esprimersi si appoggia all’uso della visione. Io lirico di una preistoria individuale lanciata sul futuro, la Signorina dà voce alle circonvoluzioni di uno sguardo attento e appassionato sulle vicende senza fine dello spirito e della morte, coagulate nella persona poetica dell’autrice.
Io sono il fiore in mano
col fil di ferro in gola
quello che va nel marmo,
l’amore del tuo nome
che sussurrò bellezza
gioia, consolazione
la foto cancellata
dimenticata in acqua,
sono il pigmento rosso
che incarna la tua rosa
alta col fil di ferro
piantato nella gola.
***
La primavera passa inarcando la schiena.
L’eternità, retorica, si esibisce
nelle domeniche popolari.
Anch’io, lungo le strisce dei tramonti sbiancati,
ho chiesto pietà alle sere senza confine,
mi son rimessa fra mani e chiari di cielo
sotto l’aprirsi della volta stellata.
Anch’io, come le sorelle formiche,
fra sera e giorno trasportavo gli spilli
tutto pungeva e io scioccamente credevo di fare il fieno.
Si sbandiera il bucato per tutti i vicoli
il polline in volo costeggia gli esseri umani
anch’io stendo nell’aria tristi preghiere lucenti
per rimanere viventi desiderando morire.
***
Mi sveglio ricordando quel che eri,
all’alba il buio è un manto, un ardire,
quando l’indicibile era un vanto della natura
che si sporgeva per fiorire.
Francesca Genti
È nata a Torino il 27 giugno 1975, vive a Milano.
Ha pubblicato i libri di poesia Bimba Urbana (Mazzoli, 2001), Il vero amore non ha le nocciole (Meridiano Zero, 2004), Poesie d’amore per ragazze kamikaze (Purple Press, 2009), L’arancione mi ha salvato dalla malinconia (Sartoria Utopia, 2014).
Come narratrice ha scritto i racconti Il cuore delle stelle (Coniglio Editore, 2007) e il romanzo La Febbre (Castelvecchi, 2011).
Suoi testi sono apparsi su varie riviste tra cui “Nuovi Argomenti”, “Alfabeta2”, “Lo Straniero”.
Con Manuela Dago ha fondato la casa editrice Sartoria Utopia.
NETTUNO
primo per bellezza è sempre il cielo,
poi viene il mare, dopo ancora i baci,
il glicine e il suo viola, l’amor fati,
poi l’onda confusiva del pensiero.
ultravioletta monta la marea
sopra la sabbia resta una medusa,
ributtala nel mare dell’Idea,
permetti all’onda di portarti via.
cogli conchiglie e fanne poesia.
***
LA CODIFICA DI UN MUSO
si fa così: per mancanza di vodka,
per fine dello shampoo, per caldo tropicale,
per noia suprema, vuoto del presente,
per assoluta sfiducia nel reale.
così si fa: per il destino assente,
per incapacità di non amare.
per sentimentalismo deficiente,
e per avere qualcosa a cui pensare.
nella tua testa di cartapesta
ritagli l’amichetto immaginario:
gli dedichi canzoni, filastrocche,
scritte sui muri, nei cessi, sul diario.
la codifica di un Muso necessita di poco:
romanticismo, sete di palingenesi.
disponibilità di pomeriggi d’ozio,
odio assoluto per i riti dei borghesi.
totale dedizione al dissipare
la fantasia, la tigre giovinezza.
spiccata inclinazione al surreale,
all’illusione, a crepare per bellezza.
***
QUELLO CHE TI FOTTE NELLA VITA
quello che ricerchi nei rapporti:
l’anelito all’amore viscerale,
l’amore senza macchia e senza torti,
puro e innocente come un animale.
quello che ti ha sempre fatto male.
la scala senza fine e in salita,
il corpo a corpo che ti mette KO,
la cicatrice e anche la ferita.
qui, nella pancia della poesia,
nella simbiosi con la madrelingua
lo puoi rifare senza più pudore
questo modello simbiotico di amore.
questa specie di farfalla primitiva,
felice, arcadica, speciale.
creata nuovamente dentro il suono,
il pianto e il riso delle tue parole.
creata nuovamente nell’incanto.
***
DEFINITIVAMENTE IL MIO GINOCCHIO
è innamorato.
di te.
del tuo cervello.
del fatto che mi ascolti.
definitivamente vuole essere baciato.
sulla cicatrice brutale di bambina.
(è il ginocchio sinistro).
in ginocchio
il mio ginocchio
ti chiede:
che mi accogli
che mi parli
che mi abbracci sotto casa
che mi prendi per i polsi
delle mie tante ferite
che mi fai tabula rasa.
Manuela Dago
Nata a San Daniele del Friuli (UD) nel 1978, attualmente vive a Bologna. Insieme a Francesca Genti nel 2012 ha dato vita a Sartoria Utopia. Nell’ambito del Festival Internazionale di Poesia “Acque di Acqua” ha pubblicato nel 2012 la raccolta Un mare piccolo e per i tipi di Sartoria Utopia la plaquette Altre forme di vita. La poesia, per Manuela Dago, è cercare di dire le stesse cose in molti modi diversi.
La poesia funziona più o meno così:
ci sono due persone
una si tira fuori le budella
e le stende ben bene sul ripiano
l’altra ci infila in mezzo la mano.
**
Davanti alla porta
una foglia morta
una foglia morta e ritorta
e un gatto che gioca
con la foglia
ecco la foglia risorta.
***
Dico basta in senso lato
dico ancora in senso stretto
concentro il mio centro
in mezzo a un prato
i miei limiti in un tubetto
e se io non avanzo di un metro
niente mi avanza
niente mi resta dietro.
***
Io ho bisogno di molte primavere
e estati
solo stagioni intere
e in generale
solo cose vere.