SILVIA PIO
Un vigneto sperimentale, un bluesman biondo dall’Alabama, una piccola chiesa con una strana architettura: che cos’hanno in comune? Sarete sorpresi se vi dico che sono tutti pezzi dello stesso puzzle, un concerto stupefacente tenuto il 19 luglio nella frazione Surìe di Clavesana (Piemonte meridionale).
Surìe è il luogo dove la Cantina Clavesana, cooperativa di viticoltori, organizza una serie di conferenze e iniziative, compresi alcuni concerti con star internazionali (vedi l’articolo su Carolyne Mas) in collaborazione con Crete Senesi Random Rock Festival (CSRF). Stefano Tesi, uno degli appartenenti a CSRF, ha definito sé e i suoi amici «un gruppo di pazzoidi che si diverte a portare in Italia musicisti di nicchia».
“Una giornata per domani” è la vigna didattico-sperimentale con varietà selezionate di Dolcetto, Nebbiolo e Pinot Nero che servirà agli agronomi e agli enologi della Cantina Clavesana per la pratica e la sperimentazione della viticoltura del futuro. Per inaugurare la sua messa a dimora è stato chiamato il cantautore Grayson Capps, accompagnato dal chitarrista romagnolo J.Sintoni.
Il concerto si è svolto nella piccola chiesa, ricostruita nel 1940 nonostante la guerra soprattutto con il denaro raccolto tra gli indigenti parrocchiani. La facciata, nel cosiddetto stile del secondo Rinascimento, è piuttosto inusuale.
Capps ha suonato la sua chitarra Gibson del 1946, l’armonica a bocca e alcuni strumenti a percussione, incantando il pubblico con la sua voce e tutto se stesso, dall’altare ed anche dal pulpito (scommetto che avrebbe voluto fare qualcosa del genere da anni)
Durante l’esibizione, durata più di due ore, Capps (Sintoni faceva da interprete) ha affascinato i presenti raccontando storie della sua vita e cantando brani del suo repertorio. Ha parlato di ogni canzone che ha cantato perché voleva che il pubblico italiano ne capisse il contenuto.
Nato e cresciuto in Alabama, Capps ci è tornato nel 2010 trasferendosi da Nashville dopo aver lasciato la sua casa di New Orleans in seguito all’uragano Katrina del 2007.
Ha scoperto la musica quando suo padre si sedeva con gli amici vicino a casa per ubriacarsi, raccontare storie e strimpellare la chitarra acustica. All’università di Tulane costituì due Gruppi che ebbero una qualche risonanza nazionale. Dopo la laurea iniziò, insieme ad amici, ad occupare abusivamente alcune case abbandonate nella periferia di New Orleans, rubando l’elettricità, facendosi l’orto e andando a suonare in giro per mettere insieme il poco denaro di cui avevano bisogno. Grayson racconta quelle esperienze in molte delle sue canzoni.
In seguito ha passato più di dieci anni a New Orleans e pubblicato quattro album registrati in studio, acclamati dalla critica, che hanno rivelato le sue capacità come cantante, bluesman, rock star, filosofo e poeta. Ha anche scritto alcune della canzoni della colonna sonora, facendo una apparizione cammeo, per il film nominato ai Golden Globe nel 2004 Una canzone per Bobby Long (A Love Song for Bobby Long), con John Travolta e Scarlett Johansson. Il film è basato sul romanzo Off Magazine Street di Everett Capps, padre di Grayson.
The Lost Cause Minstrels, pubblicato nel 2011, è il quinto album di Grayson Capps registrato in studio, dopo Rott ‘N’ Roll (2008), Stavin’ Chain (2007), Wail & Ride (2006), If You Knew My Mind (2005). Questi gli altri album: Live at The Paradiso (2009), registrato ad Amsterdam, la compilation A Love Song for Bobby Long (2005), dove è presente la canzone che ne dà il titolo, e Songbones (2007), un cd ad edizione limitata.
Ha inoltre scritto un racconto incluso nel libro Stories from the Blue Moon Cafe III (2004).
Il chitarrista J.Sintoni, nato a Cesena, è anch’egli un cantautore e ha preso parte ad importanti festival blues in Italia e all’estero. È considerato dai critici uno degli migliori artisti blues e rock blues per via dei suoi due album (The Red Suit, 2007, e A better man, 2012) e i suoi concerti live.
Gli abbiamo chiesto di parlarci della sua collaborazione con Capps:
« Ho conosciuto Grayson a Piacenza nel 2008, ospiti entrambi del festival blues che si tiene ogni anno in città. Essendo un festival che sposa blues e letteratura anche il padre di Grayson, Everett Capps, era presente per presentare il libro Una canzone per Bobby Long, uscito in Italia con Mattioli Editore. Con i due c’è stato un bel feeling fin dall’inizio e abbiamo avuto modo di suonare insieme alcune volte. L’anno successivo la cosa si è ripetuta ma abbiamo consolidato l’amicizia e la collaborazione musicale suonando insieme in alcune date tra Emilia Romagna e Liguria.
Son passati poi quattro anni durante i quali Capps non è mai tornato in Italia ma siamo rimasti comunque in contatto, finché nel 2013 insieme, all’agenzia Rootsmusic club, abbiamo organizzato un tour di dieci date tra Milano, Roma, Torino, Modena, Verona e Livorno, durante il quale il pubblico italiano ha avuto modo di conoscere meglio la musica e il talento di Grayson e il nostro affiatamento si è consolidato maggiormente, sia musicalmente che umanamente. Proprio grazie al successo del tour del 2013 si è lavorato agli inizi del 2014 per questo secondo tour estivo, conclusosi a fine Luglio, e sicuramente si è bissato il successo dello scorso anno, con ancora maggior partecipazione ed entusiasmo da parte dei fan di Grayson.
Per me, che sono cresciuto musicalmente con il blues e tutta la musica afroamericana, suonare con un artista come Grayson Capps è ogni volta una grande emozione. Ma è la magia che c’è nella sua musica e nelle sue storie e la nostra amicizia che fa del nostro sodalizio una delle migliori esperienze della mia carriera di musicista. Vivere e suonare con lui è conoscere meglio quell’America le cui note mi hanno affascinato da sempre».
Brewton Alabama al Colonial Inn,
un giorno caldo, succo vecchio e vodka ad un chiosco notturno,
c’è una Chevy Nova col sedile posteriore bruciato
da una sigaretta Winston ridotta a mozzicone dal vento.
Il vecchio Bobby Long era come Zorba il Greco,
portato sulla cattiva strada dal profumo di una donna,
avrebbe potuto essere un attore di cinema,
si è fermato in Alabama come sognatore di sogni.
Giocava a football contro WS Neil
avresti dovuto vederlo correre nel campo
Divento vecchio, divento vecchio
Porto i calzoni arrotolati in fondo.
È una canzone d’amore per Bobby Long
una canzone d’amore per Bobby Long.
Bell’uomo, aveva gli zigomi da Cherokee,
un ragazzo dai capelli chiari, com’è che si è perso?
Ha scelto la strada meno battuta, e di qui è venuta la differenza
ora è castigato, criticato, non ha uno scopo
Brewton l’ha chiamato pazzo, ha detto che Bobby Long era solo un ubriacone
ma i pensieri nella sua testa valevano più di quanto loro non avessero mai pensato
È una canzone d’amore per Bobby Long
una canzone d’amore per Bobby Long.
Però non fraintendetemi, Bobby Long non era buono,
vi avrebbe portato alla rovina se pensava di poterlo fare
lo avrebbe fatto, rovinarvi,
la strada che percorro sarà la mia morte,
vuoi venire con me?
la strada che percorro mi farà liberò
mi porterà a casa.
Era un amico di mio padre, beveva e contava balle
decantava Flannery O’Connor, fumava sigarette e filosofeggiava.
Eccomi qui al Colonial Inn
con il Capitano Long e la mia graziosa ragazza.
Oh la incanta con una poesia, poi si commuove e piange
con il sorriso sbilenco del suo zigomo rotto
racconta la sua vita, ora ha 63 anni,
mi guarda negli occhi e dice vieni via con me.
Poteva camminare sull’acqua, camminare sull’acqua
ma sapete annegava nel vino
Dio e diavolo, dio e diavolo,
dio e diavolo insieme dentro la sua mente.
È una canzone d’amore per Bobby Long
una canzone d’amore per Bobby Long.
(Traduzione del testo della canzone a cura di Leslie McBride Wile e Silvia Pio)
www.graysoncapps.com
www.jsintoni.com
Le foto sono di Stefano Borsarelli