I poeti di Wakefield*
Osserviamo scorrere il Calder
dove barche stanno ormeggiate con cime ben strette
intorno alle bitte
osserviamo le barche nell’ora in cui
chi vi abita innaffia vasi di fiori
e toglie foglie secche di solitudine
Osserviamo affiorare dei versi
dai muri di Almshouse Lane
poesie scritte in schegge di piastrelle
a formare mosaici
luoghi di passaggio
porte di richiami e ricordi
dove il nulla si ritrae
e chi passa si abbandona a possibili altrove
Sembra che il rosso
e forse il bianco siano i colori della poesia
come le due rose che si affrontarono sulle colline di Wakefield
rosso dei mattoni
bianco delle finestre da cui si guardano
le cincie dipingere di piumati colori
le mangiatoie
I poeti di Wakefield entrano in The Red Shed
abbracciando tutto il sensibile dell’uomo
là dove i muri raccontano di lotte femminili ed operaie
e minatori narrano i loro grandi scioperi del 1984/5
e minatori narrano miglia e miglia di gallerie
dove naufragava il giorno
alla luce dell’acetilene
In The Red Shed la birra è buona e a buon prezzo
e non spezza il generoso sogno di rinascita
la parola di soccorso alla città dell’uomo
la poesia che è misura d’essere e d’esistere
Attraverso la poesia scorgiamo il labirinto della cattedrale
ne percorriamo i sentieri
dove si ricama la bellezza con aghi e filo di luce
Conosciamo le mani i volti le case dei poeti
nel grigiazzurro incontro sotto i cieli di terre e terre
Ascoltiamo le voci in un’immota profondità
tra le vetrate di Wakefield One
mettendo sulla bilancia espressioni
movimenti di labbra
voli di mani e occhi
pesando le anime leggere dei poeti
E la cornamusa di George Potts respira forte
con suono di grano e d’orzo maturo e d’erica
e dilata il tempo
dove s’immergono i versi
e veleggiano verso orizzonti
a sconfinare
nell’anima del mondo
30 agosto 2014
Attilio Ianniello
* Dedicata a John Irving Clarke, Jimmy Andrex, Laura Potts, William Thirsk-Gaskill, Amy Charles, Sarah Cobham, Jean Jaques, Jennifer Burkitt, Angie de Courcy Bower, Viv Longley
Wakefield – Mondovì andata e ritorno
Stiamo in silenzio prima
di visitare l’uno l’anima dell’altro.
Anche se dici che non ci sono parole
ne troviamo ora che galleggiano
in lingue diverse,
come figli della stessa terra.
Here we are silent before
Quanti colori ha la poesia? E i luoghi?
La tua cucina, dove non sono mai stata
non vedrò mai ma conosco da sempre.
Il letto vuoto di tua figlia.
Le piastrelle del bagno in quella
che fa finta di essere casa tua,
memorie antiche che osservano bordate di scuro,
bucaneve che annunciano la primavera
e il sorriso di qualcuno.
L’ultimo brindisi di tuo padre con brandy di pace.
Stiamo a chiacchierare ora
ci prepariamo per un piecerediconoscerti
e un sincrono addio.
Ti contatterò.
Scriverò una poesia.
Prenderò il tuo fazzoletto,
realizzerò il tuo desiderio di vento,
terrò la tua mano macchiata di rosso,
sentirò l’odore di cannella
aiutandoti nei piccoli lavori.
Spererò in un giorno migliore
per te e per me
(è ancora notte, lo so,
ancora inverno in Yorkshire –
e non è meglio in Piemonte –
ancora a pezzi
senza sapere che fine hanno fatto
le nostre monetine).
Mentre districhiamo e dipaniamo
sentiamo che ci incontreremo di nuovo
nella poesia.
Silvia Pio ai poeti di Wakefield (usando le loro parole)
Da terre a terre, il gemellaggio continua
Da Terre a Terre
30/8/2014 Biblioteca di Wakefield, Wakefield One
Le foto sono di Lucia Ianniello