Bartolomeo Bellanova e la poesia.
Brevi cenni biografici.
Sono nato a Bologna il 2 settembre 1965. La passione per la scrittura è stata sempre presente fin dalla giovinezza, per fissare esperienze, considerazioni, emozioni, stati d’animo e condividerli con gli altri. L’aspetto sociale e di denuncia è presente in tutto il mio cammino di narrativa e poesia. Faccio parte del coordinamento di Bologna – Modena – Reggio Emilia di “100Thousand poets for change –Bologna” (centomila poeti per il cambiamento), network internazionale di poeti nato nel 2011 in California, che organizza eventi letterari e culturali sui temi più “scottanti” inerenti al cambiamento sociale e ambientale (emarginazione, nuove povertà, migranti, diritto alla casa …).
Quando e come ti sei avvicinato alla poesia?
Sono passato attraverso diverse tappe nel mio rapporto con la scrittura: dagli scritti brevi di racconti e approfondimenti storici dei diciott’anni, al mio romanzo d’esordio La Fuga e il Risveglio partorito dopo una lunga gestazione nel 2009, passando poi per il secondo romanzo Ogni lacrima è degna, scritto di getto e dato alle stampe ad aprile 2012, per approdare poi al porto tiepido della poesia. Percepisco la parola poetica come evoluzione lievitata attraverso le precedenti esperienze, come strumento di lettura di noi stessi e della realtà umana liberata dai pregiudizi e dai preconcetti dai quali è più difficile staccarsi narrando storie.
Cos’è la poesia per te?
È il mondo del possibile che può sfidare le leggi di quello reale, è il diritto più alto d’espressione, è il pane dell’anima che deve diventare sempre più bene comune, non appannaggio di pochi eletti. Non è l’ombelico dentro al quale specchiarsi, ma è un ponte, un’àncora da lanciare al mio simile perché ci si possa contaminare a vicenda senza confini.
Eventuali attività poetiche, collaborazioni e pubblicazioni.
Vorrei iniziare dalla fine per dare in anteprima la notizia dell’imminente pubblicazione della mia silloge A perdicuore, versi scomposti e liberati, con ArteMuse di David & Matthaus Edizioni, raccolta di poesie e riflessioni critiche sul mondo. Tornando al principio della mia avventura letteraria, La fuga e il Risveglio (Albatros Il Filo- Dicembre 2009) è il mio romanzo d’esordio che è stato premiato con il 3° premio nell’ambito del concorso letterario Insieme nel mondo di Savona, Edizione 2010 – Sezione Narrativa Edita ed ha avuto un attestato di merito dal Premio letterario UNLA-UCSA “Eugenia Tantucci”, edizione 2010.
Il secondo romanzo Ogni lacrima è degna (Inedit – Aprile 2012) si è aggiudicato una mozione di merito nel Concorso letterario Insieme nel Mondo Edizione settembre 2012 – Sezione Narrativa Edita al quale hanno partecipato circa 400 opere tra narrativa edita e inedita. Diverse mie poesie hanno ricevuto riconoscimenti da parte di concorsi letterari. In particolare la raccolta di inediti “Sguardi” è risultata vincitrice (per la Sezione silloge) della dodicesima edizione del Concorso di Poesia e Narrativa Insieme nel Mondo (Savona 6 settembre 2014).
Ho pubblicato diversi miei testi nell’ambito di antologie tematiche:
Disagio Psichico e Sociale Raccolta Tematica Reading – TraccePerLaMeta Edizioni – raccolta del reading di San Benedetto del Tronto 12 ottobre 2013; Memorial Pablo Neruda Reading Poetico – TraccePerLaMeta Edizioni – raccolta del reading di Firenze 21 settembre 2013; Disagio e Letteratura Raccolta tematica Reading Poetico – TraccePerLaMeta Edizioni – raccolta del reading di Firenze 15 febbraio 2014; Sotto il cielo di Lampedusa – Annegati da respingimento (Prefazione di Erri De Luca) – Rayuela Edizioni Gennaio 2014 – raccolta di una novantina di poeti in memoria della morte per annegamento in mare di oltre trecento migranti avvenuta al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013; “Scenari ignoti” – Decomporre Edizioni – settembre 2014; “Premio Internazionale d’Arte Saltino – Vallombrosa libera…mente”.
Parole
Nasce dalle viscere la parola: piatta, breve, fangosa, suina, tuono, martello, rutto, poi straniera, esclude, lotta, baruffa, lama.
Cresce nel ventre delle donne, sgusciante, aguzza, affusolata, luminosa, arcobaleno e celestiale.
Circondata da un esercito di milioni di click, icone, tentazioni, distrazioni, buchi neri, calamite di vanità e scirocco opprimente di nulla, non si arrende la parola.
Levigata, scolpita, affezionata e riempita in un verso può accendersi come scintilla primordiale tra le mani.
Affonda, scava gallerie dentro ai nostri miasmi, talpa cieca e onnivora.
Solca rughe, goccia gocce, scandisce vite e attimi.
Sempre inseguita, sfiorata, mai posseduta.
Continuo a cercare l’eldorado, l’espressione sublime, la città d’oro e lapislazzuli, mozziconi di frasi al rhum di una ciurma di poeti.
Si raggomitola la cima e il veliero lascia la terra inferma.
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Sacchi alla deriva
Sacchi di puzzo di treni merci sigillati
Sacchi di immondizia vivente
Sacchi di incomprensioni, di lacrime di donne pietrificate
sacchi di vuote speranze
sotto al ponte affrescato da una mano ignota uscita da quei sacchi.
Un plaid, un cartone alla deriva in mezzo a quell’oceano di plastica di mille colori.
Stessi plaid, stessi cartoni su e giù per la penisola della canicola, delle auto blu, dell’aria condizionata che spara muffa nella schiena, dei saldi senza soldi e dei sogni in saldo, schiantati fasulli e muti sulla scia di un binario morto.
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La morte e gli ebeti
La morte ci corre incontro per farci a brandelli e noi l’aspettiamo ebeti, impreparati, avviluppati da pensieri rampicanti che ci stritolano con nostro immenso piacere.
Taglio, poto, stralcio fino alle radici quei teneri virgulti verdi anche coi denti: nulla dovrà restare.
Mi butto nella baruffa liberato e sono pugni di petali, calci di tramonto, sputi di menta, saette e fulmini di Amore, ogni giorno.
Quando arriverà la bastarda forse si confonderà, sentirà il riso gustoso e passerà oltre, ma se mi riconoscesse voi continuate ad amare ogni istante e l’eco di me e di voi si propagherà oltre la collina.
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Omero
Un sole anemico si alza dalla boscaglia inzuppata di te
sopra le rive del ruscello.
Accecami raggio benedetto
che tu debba prendermi per mano
per ritrovare la strada.
E allora come Omero analfabeta
consumerò le suole a cantare dell’Amore a squarciagola
e a mettere in guardia dalle mille esche profumate
che ci ingabbiano la vita.
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Gli spara sentenze
Cammino lento, la guardia alta e muto.
A destra e a sinistra percepisco la presenza di esemplari incattiviti di spara sentenze.
Hanno il volto tirato in una smorfia o il ghigno ironico di un viveur.
Inizia la gragnola di colpi, partono raffiche di mitraglia: al riparo !
S’avanza il primo: “Sai che risparmio sarebbe abbattere il Parlamento con dentro tutti quei fannulloni”. Certo: sarebbe la rinascita degli zombie in camicia nera, verde o di qualsiasi altro colore indecente, che tornerebbero a banchettare sulle carcasse delle nostre coscienze.
E poi un altro: “Sai che sicurezza per strada se ributtassimo a mare tutti quei neri”. Certo: sei fiducioso di arrestare una mareggiata montante che urla disperazione con i tuoi ridicoli sacchi di sabbia?
Immancabile nell’assortita compagnia l’esperto di economia: “Sai che la crisi è una vera bufala? I ristoranti sono fitti come alveari”. Certo: leggi qui, ultima riga in basso a destra. E’ lo stipendio netto di Paola del mese di luglio. Trenta euro, sì trenta euro hai capito bene.
Paola è in cassa integrazione, ha lavorato tre ore nel mese e ha una figlia da sfamare. Esce poco, si è arenata sul divano e tu, grande esperto, non la vedi, quindi per te non esiste.
Suo marito si è dileguato vigliacco insieme a voi tutti, esercito sbracato con le verità scritte su dune di granelli di sabbia.