LORENZO BARBERIS.
Un breve post con una galleria d’immagini su alcuni esempi della ceramica in mostra, il vero fulcro della Mostra dell’Artigianato Artistico di Mondovì. E’ vero che la tradizione monregalese nell’artigianato d’arte parte nel ’400 con la precocissima introduzione del libro tipografico illustrato, ma dal finire del ’700 in poi si impone la tradizione ceramica (ovviamente anche su esperienze precedenti) come elemento caratterizzante la città per tutto il corso dell’800 e del ’900 (e ad oggi, la Besio 1842 resta ancora attiva a dimostrare la continuità di una tradizione).
L’apertura del Museo Civico dedicato a tale arte nel 2010 ha segnato indubbiamente un momento di rilancio di tale tradizione, che da sempre qualifica la mostra stessa, dal suo esordio nel 1967 in poi. E accanto ad altre interessanti forme artigianali, dunque, negli stand la ceramica la faceva da padrona (oltre la mostra specifica di Persea, nella sala di piano terra dell’antico palazzo di Città, di cui riferiamo altrove).
A fianco delle ceramiche ospiti da varie parti d’Italia, uno spazio ampio era giustamente riservato al piano superiore dell’Antico Palazzo alle ceramiche monregalesi. Qui sotto riportiamo una gallery che mostra un aspetto a nostro avviso molto interessante dei piatti in ceramica monregalese: oltre ai classici galletti, l’icona stessa della ceramica monregalese (a cui si aggiungono talvolta altre razze di uccelli), i temi prevalenti sono sintetici paesaggi bucolici (meno interessanti, a nostro avviso) e ritratti, con una affascinante galleria di tipi umani ottocenteschi (non manca nemmeno una fiasca in forma dell’eterno Garibaldi), tra contadinotti stile gianduja, donnine poco perbene che fumano, alpini e così via.