Dire sì alla bellezza

Djalila Dechache e la poesia.

copertina Commencements

Gelsomino del mattino
Nel punto di ritrovo la sera
Giovani ebbri
Sotto la sua volta stellata
Costruiscono un mondo rinnovato
Raccolgono messaggi di angeli nascosti
Lo sanno?

***

Gelsomino della sera
Senza nulla domandare
Scavalca il muro vicino
Giorno dopo giorno, alla notte
Fragranze di arabeschi
Campanule dei folletti
Profumano case e vicoli
Della terra fertile.

***

Gelsomino del mattino
Trasformato dai sogni
Dai sussurri
Del vento, dalla rugiada
Che distende rami, steli, fiori
Manda gli odori infantili
Delle fòle perdute
Tanto così?

***

Gelsomino domani
A chi ne inala il profumo
Dà le ali
Dell’aria dell’acqua
Gelsomino senza inizio e senza fine
Né legame né oblio
Arrotolato sotto la porta
Rischiara il passaggio, illumina la visita
Fiducioso, perenne, talvolta assopito
Non ha bisogno di niente o di così poco
Verde, bianco e poi blu
Largo quanto un braccio
Perfetto bouquet.

(Traduzione a cura di Gemma Francone e Franco Blandino)

Poèmes (arabe – français) de Djalila Dechache

Djalila Dechache

Djalila Dechache è di origine algerina; vive e lavora nei dintorni di Parigi. Scrittrice, lettrice bilingue (arabo/francese), animatrice di laboratori di scrittura, di lettura e di gestualità pubblici. Organizzatrice di pubbliche letture, ideatrice di eventi artistici e culturali di educazione ed insieme di cultura. Ha ideato e realizzato l’esposizione originale L’Emir Abdelkader, d’Algérie, de France au jardin de l’Etre (L’Emiro Abdelkader di Algeria, dalla Francia al giardino dell’Essere), basata sugli archivi, con foto e documenti inediti, ed accompagnata da un programma di sensibilizzazione. La Mostra si è tenuta nell’aprile/maggio 2009 all’Istituto delle Culture Islamiche a Parigi.
Nel 1997 ha fondato l’associazione artistica e culturale «De Vive voix», di cui è Presidente.
È professionista in ingegneria culturale nel Servizio Pubblico.
La maison du Sérail
Attività 
Partecipa come ricercatrice- relatrice al primo colloquio Internazionale sul lascito dell’emiro Abdelkader, organizzato dall’Università di Orano, novembre 2008.
Laboratori di scrittura nel 2006 a Parigi, nel 2007 a Pantin, nel 2008 e 2009 a Nevers, Tema la Fraternità, per le classi di scuola elementare, a La Charité-sur- Loire, Festival della parola, nel 2008 e 2009 (classi di collegio e gruppo di pazienti dell’ospedale psichiatrico di Nevers).
Laboratorio teatrale al Théâtre national de la Colline, tre stagioni di fila, in analisi critica e pratica, nel 2006, 2007 e 2008.
Letture regolari nei centri culturali stranieri a Parigi, in teatri, caffè o convivi, nelle biblioteche di Limoges, Caen, Parigi, festivals delle culture di Poesia e di Pace in Lussemburgo, segnatamente della calligrafia a Parigi, Festival Primavera dei Poeti, marzo 2010 Opéra comique di Parigi.
Testi editi in diverse riviste professionali in Francia, l’Ours blanc, Algérie littérature/ action e in particolare Traviole a Parigi.
Presente sul sito nazionale di Printemps des Poètes / Parigi (http://www.printempsdespoetes.com/).
Nel 2012, scrittrice residente nella casa di Jules Roy à Vézelay, con un lavoro di ricerca, scrittura e lettura in pubblico sull’amicizia tra Jean Amrouche e Jules Roy. Questo lavoro è stato presentato nel quadro del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza algerina..
Incontri in ambito rurale ed incontri con gli studenti di classe Patrimoine.
Ha creato il sito:
http://commeschyle.theatre-contemporain.net/
Recensisce libri e spettacoli a:
http://babelmed.net/ & http://unfauteuilpourlorchestre.com/

Terre arable
Come si vive consapevolmente?
Con le proprie lingue, la propria memoria, i propri sogni, parole e sonorità, luoghi, persone, incontri, percorsi e domande.

Quando ha iniziato a scrivere?
A 10 anni ho scritto un testo su una mosca morta sul bordo della finestra ed ho immaginato i suoi funerali. Ho certo nascosto e perduto questo testo per paura di essere presa in giro, ma era importante per me, questa visione e questo testo.
Poi, molto più tardi, sento e vedo per la prima volta Mahmoud Darwich, al tempo della primavera palestinese a Parigi: la mia vita è completamente cambiata da quel momento.

Cosa rappresenta la poesia per lei?
La poesia è un atteggiamento, un respiro, uno sguardo sul mondo e sugli altri. La poesia fa parte del mondo e del quotidiano, non è una cosa a parte, la poesia si porta nel cuore e si dice a voce alta, la poesia è dire sì alla bellezza.