WE-Women for Expo, una rete mondiale di donne per nutrire il pianeta
SILVIA PIO (a cura)
Tra le polemiche scoppiate nei mesi della costruzione del sito di Expo 2015 e le violenze del giorno dell’inaugurazione, molto dell’Esposizione Universale di Milano si può e si deve salvare.
Un progetto di Expo Milano 2015 è WE-Women for Expo http://www.we.expo2015.org realizzato in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. È una rete «di donne di tutto il mondo che si esprimono e agiscono insieme sui temi del nutrimento e della sostenibilità e lo fanno mettendo per la prima volta al centro di un’esposizione universale la cultura femminile. […] WE vuole fare dell’innata capacità delle donne di “prendersi cura” un modello universale, un nuovo paradigma da cui partire per nutrire il Pianeta e ripensare al suo futuro».
Il risultato letterario dell’attività di WE-Women for Expo è la raccolta Novel of the World, Romanzo del mondo, una storia fatta di tante storie, di racconti, riflessioni, memorie, che parlano di nutrimento, per il corpo o per la mente. Le autrici sono 104 donne (per la lista dettagliata si rimanda al libro) che provengono dai paesi che partecipano a Expo 2015 e che hanno scritto nella loro lingua; 28 sono le lingue originali, arabo, armeno, bosniaco, bulgaro, ceco, cinese, coreano, croato, ebraico, francese, georgiano, giapponese, greco, italiano, lettone, lituano, maltese, mongolo, persiano, polacco, portoghese, rumeno, russo, serbo, spagnolo, tedesco, ungherese, con l’inglese che ovviamente fa la parte principale, e ogni contributo in una lingua diversa è stato tradotto in inglese.
Storie di cibo, ma soprattutto storie di donne: amore, dolore, famiglia, guerra, trame universali che rendono questa raccolta unica. I cibi, le bevande e le ricette sono in gran numero in questa raccolta di storie, perché attraverso di loro memorie e ricordi vengono raccontati, nello sfondo della grande storia: la morte di Allende in Cile, la Cina di Mao, il Castrismo, la guerra civile in Georgia, la rivoluzione iraniana, ecc. Numerosi quanto le storie sono le ambientazioni e i paesaggi, dalla campagna alla città, dalla stamberga all’aereo, dai campi dei rifugiati al ristorante di lusso, dalla tradizione alla modernità.
Cibo apprezzato o rifiutato, che si sente proprio o estraneo, sempre pieno di gusto (piacevole o impossibile da mandar giù), fosse anche il gusto della nostalgia. Tutti i sensi sono coinvolti perché il cibo, come la vita, va assaporato in maniera totale.
Storie leggere di infanzia felice e storie terribili di distruzione e morte. Appelli per tutte le donne che sono oppresse, violate e tenute nell’ignoranza. Denunce per l’impossibilità di avere accesso al cibo, anche a quello intellettuale.
I racconti e i ricordi del Romanzo del mondo sono una rete fitta di segni (i diversi alfabeti nei quali sono scritti), di culture, di messaggi, di cose perdute e trovate, ancora una volta tessuta dalle custodi della memoria e fattrici del futuro: le donne.
Margutte tradurrà in italiano alcune delle storie.
Dalla prefazione di Mariarosa Bricchi (liberamente tratto):
Abbiamo scelto di chiamare Romanzo del mondo la nostra raccolta di voci e di racconti perché il romanzo e la forma letteraria più aperta, duttile, diffusa, riconosciuta e letta nel mondo. Romanzo significa da sempre, per le lettrici e per i lettori, luogo dove accadono storie, dove si sviluppano avventure e passioni, dove personaggi di ogni provenienza si confrontano con eventi straordinari o quotidiani.
Romanzo del mondo e tutto questo: uno spazio di ricordi e di fantasia, un contenitore di storie e di voci diverse, ma unite da un legame profondo, quello del rapporto, antichissimo, delle donne col cibo.
Come ogni romanzo, Romanzo del mondo trasporta i lettori in un altrove che, però, non è unico ma mutevole, non è compatto ma frantumato in una miriade di singoli ambienti: quelli da cui le autrici provengono, e quelli (spesso, ma non sempre coincidenti) dove si svolgono i loro racconti. Storie disseminate nello spazio, dunque, ma anche molti spazi diversi che entrano nelle storie.
In questa geografia multipolare non esistono centro né periferie,ma invece una grande distesa orizzontale, infinitamente percorribile. Il Romanzo è un mappamondo mobile, che i racconti attraversano in lungo e in largo. Molte delle autrici vivono in paesi diversi da quello dove sono nate; molte sono nate, per caso o per necessita, in posti lontani dalle loro radici. I luoghi di convergenza sono spesso ricorrenti: negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia o in Spagna sono approdate numerose scrittrici la cui origine era altrove.
I 104 testi che compongono il Romanzo del mondo sono nati da molte libertà, e da un solo vincolo: dovevano, tutti, trattare del cibo che fa vivere il corpo e l’intelligenza; di quel cibo di cui spesso ogni donna è tramite o dispensatrice. E, forse, la molteplicità di cui si nutre il Romanzo del mondo risalta soprattutto nelle rievocazioni dei sapori che si sono depositati nella memoria, e che parlano, in profondità, di paesi, abitudini, tradizioni.
Il Romanzo è dunque una grande storia piena di divagazioni e di ritorni, un mosaico all’insegna della diversità, che ci piace immaginare come un viaggio intorno al mondo. Anzi, come un filo lunghissimo che avvolge il globo, trasformandolo in un gomitolo di storie che vanno e vengono, ripercorrono direzioni già tracciate e ne aprono di nuove. Dunque il Romanzo del mondo è in realtà un mondo in miniatura fatto di racconti intrecciati che parlano di cibo e di memoria. Della vita delle donne, e di tutti.