Le ceramiche di Antonio Capaccio.

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LORENZO BARBERIS

Il Museo della Ceramica, principale polo culturale della città, propone una nuova mostra di pregio dopo quella, notevolissima, sulle Ceramiche di Vilnius, la capitale della Lettonia, di cui ho scritto qua. Questa volta troviamo in mostra una complessa installazione ceramica sonora di Antonio Capaccio, “La vita degli alberi”, dove strane forme ceramiche che integrano scodelle, brocche, teiere in forme differenti e vagamente aliene producono una musica sottilmente inquietante, che ci ricorda (per modo di dire: chi li ha mai sentiti?) i flauti di divinità ancestrali che tengono l’innominabile Azatoth immerso nel suo sonno primigenio.

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E anche altrove, in mostra, forme minimali, eleganti, optical nel rigore ipnotico del bianco e nero, che sono state del resto teatro di una jam session (debitamente filmata e riproposta in video, in monocromatico) con un immancabile Doktor Sax.

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Questa scelta per la ceramica sonora ricorda quella già effettuata, con altre sperimentazioni, per “Polvere di stelle”, di cui avevamo riferito tempo fa, e che conferma l’importante ruolo culturale assunto dal Museo della Ceramica a livello cittadino, contribuendo alla diffusione di una cultura dell’arte contemporanea nel monregalese.

Le fotografie (autorizzate) sono opera di Margutte