Il 26 settembre 2015 in più di ottocento città dislocate in oltre cento Paesi (dall’Afghanistan allo Zimbawe) si tiene l’evento di poesia globale “100Thousand Poets for Change” (100mila Poeti per il Cambiamento). Si tratta della più grande performance poetica ed artistica di ogni tempo, che coinvolge annualmente migliaia di poeti, musicisti e artisti impegnati per la realizzazione di una società a misura d’uomo dove pace, giustizia sociale, diritti umani siano sempre più attuati e vissuti in profondità.
Anche a Mondovì alcuni poeti collaboratori di Margutte, in collaborazione con l’associazione Mondoqui, aderiscono alla manifestazione mondiale. Alle ore 18 nella sala ex prima classe della stazione si è svolto il reading poetico, di cui riportiamo gli interventi e le letture.
Il sistema economico capitalista fin dalle origini, nonostante le speranze dei pensatori liberali, non è stato in grado di estendere i suoi benefici a tutti. I suoi meccanismi producono enormi ricchezze ma non soddisfano i bisogni dell’umanità. Anzi un uso scriteriato delle materie prime, ed un uso intensivo dei terreni stanno creando problemi ambientali pericolosi per la stessa sopravvivenza del nostro pianeta.
L’economia capitalista si sta comportando come Phileas Fogg nel suo viaggio tra New York e l’Europa. Fogg è il personaggio principale del racconto “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne; deve compiere il giro del mondo in ottanta giorni per vincere la scommessa intrapresa con gli amici di un prestigioso club londinese; la posta in palio era di 20mila sterline. Arrivato a New York affitta un vaporetto per la traversata dell’Atlantico ma poiché spinge il motore al massimo a metà percorso rimane senza carburante, allora per proseguire brucia nella caldaia tutto ciò che è combustibile. Arriverà quindi in Europa con il vaporetto ridotto ad uno scheletro di ferraglia. Forse l’economia capitalista che si è affermata non sta bruciando beni, terra, uomini, popoli, lo stesso futuro del nostro pianeta per raggiungere la massimizzazione del profitto?
La società è lontana dalla giustizia; il bene degli uni passa attraverso il sacrificio degli altri per cui ci sono i privilegiati e ci sono gli esclusi, ci sono i necessari e ci sono i superflui, gli esuberi.
«Per portare avanti questa politica di dominio è necessario far apparire buono e democratico il nuovo dio mercato. E questo è stato possibile grazie ad un sistema mediatico con il compito di creare una immensa fabbrica dei sogni e far credere che il mondo in cui viviamo non venga avvertito come uno dei mondi possibili, ma come l’unico mondo al di fuori del quale non c’è salvezza» (Renzo Dutto)
«Sono affamato di giustizia non di rabbia / perché la rabbia uccide e non perdona / Distruggere non serve / Dobbiamo costruire / A lamentarsi si finisce per morire». (Luca Bassanese)
“Non possiamo aspettare i fiori che non abbiamo mai piantato” (Vàclav Havel)
Proviamo quindi a seminare fiori di cambiamento attraverso la cittadinanza attiva, attraverso la politica, attraverso azioni individuali e sociali di solidarietà consapevole, attraverso l’arte e la letteratura perché anche di bellezza abbiamo bisogno.
Non fermarmi. Sto sognando.
Abbiamo vissuto proni secoli d’ingiustizia.
Secoli di solitudine.
Ora no. Non fermarmi.
Ora e qui, sempre e ovunque.
Sto sognando la libertà.
Facciamo sì che la bella unicità
Di tutti
Ripristini
L’armonia dell’universo.
…
Io sogno perché SO e perché POSSO.
Sono le banche a creare i “ladri”.
Le prigioni i “terroristi”.
La solitudine gli “emarginati”.
I prodotti il “bisogno”
I confini gli eserciti.
Tutto deriva dalla proprietà.
La violenza genera violenza.
Ora no. Non fermarmi.
È giunto il tempo per ristabilire
L’etica come prassi finale.
Fare della vita una poesia.
Fare della vita una prassi.
…
E non fermarmi, non sto sognando. Io vivo.
Tendo le mie mani
Verso l’amore la solidarietà
La libertà.
(da Io difendo Anarchia di Katerina Gogou)
Beati coloro che hanno fame e sete di opposizione
beati coloro che sanno resistere
(padre Davide Maria Turoldo)
LETTURE:
Fortunati coloro che possono vivere sulla terra, Roberto Malini, Malta
Poesia inedita letta dall’autore a La Valletta (Malta) nel luglio scorso, di fronte a numerosi profughi dall’Africa.
La Promessa di Dio, La Promesa de Dios, Carlos Candiani, Messico
La Torre di Diza, Dizza Castle, Salah Niazi, Iraq
La Torre di Diza è il nome di un villaggio popolato da secoli dai Curdi. Questo villaggio fu colpito dal regime di Saddam Hussein con armi chimiche nel marzo del 1989. Il poeta Salah Niazi, residente a Londra, saputa tale notizia scrisse questa poesia.
Madre pensierosa, An Engrossed Mother, Muhammad Shanazar, Pakistan
Bambini, Ezio Briatore, Mondovì
Gelsomino del mattino, Jasmin matin, Djalila Dechache, Algeria (anche versione in arabo)
Dal non –concorso “Parole r-esistenti”
Resistenze
Irriducibilmente Bella Ciao, Marco Cinque, Roma
Morte per capitalismo allo stadio terminale (dedicata a Moritz Erhardt), Monica Maria Seksich, Torino
Resistenza
L’innesco della resistenza, Giordano Montanaro, Nanto (Vi)
Foto di Lorenzo Avico
La documentazione delle iniziative in tutto il mondo si trova sul sito dei 100Thousand Poet for Change