SILVIA PIO (a cura)
Intervista a Claudia Azzola
Parlaci di Traduzionetradizione. Com’è nata l’iniziativa?
Undici anni fa ho organizzato un piccolo convegno sulla traduzione alla libreria Hoepli di Milano, nella bella sala storica. Finito il convegno sono partita per il Regno Unito e durante il mio giro pensavo: quel convegno è venuto così bene, peccato che vada a finire in niente. Ho deciso quindi di scrivere gli atti durante la mia permanenza in Inghilterra e Galles.
Il libretto era smilzo, ho invitato allora a collaborare Tommaso Kemeny, un importante poeta e intellettuale ungherese che vive a Milano, e Anita Sanesi, la vedova del poeta Roberto Sanesi, ed è nato quindi il primo numero. Dopo di che, perché non fare il secondo? e così via, sobbarcandomi un lavoro grosso tutti gli anni: ci metto mesi a prendere contatti, a preparare i testi, a correggere le bozze. Siccome amo svisceratamente la pittura, ho pensato che ci voleva un’opera d’arte in copertina e da allora è sempre stato così.
L’annuario mi ha aperto molte conoscenze in Europa, anche perché viaggio parecchio riguardo a questa rivista, e sono riuscita a portarla a Parigi, dove è rappresentata dall’importante libreria italiana Tour de Babel. Lì ho fatto due presentazioni. Poi mi sono agganciata anche ad un’associazione che si occupa di plurilinguismo e che fa proposte di legge che vengono portate all’Assemblée Nationale. A Londra c’è rappresentanza di questo annuario presso la Royal Festival Hall, alla London Library e altre librerie, e naturalmente è presente in librerie, istituti universitari e biblioteche in Italia.
Traduzionetradizione è stato presentato diverse volte alla sala del Grechetto della Biblioteca Sormani, non lontano dal Duomo, che è la capo in testa di tutte le biblioteche milanesi ed è, ovviamente, un luogo prestigioso. Ci tengo a dire che è stato presentato anche alla Libreria Popolare di Via Tadino, una piccola libreria indipendente il cui proprietario si è fatto carico di tenere tutte le riviste letterarie che erano tradizionalmente esposte e vendute alla Feltrinelli di Via Manzoni, la quale se ne era liberata quando ha iniziato a diventare una libreria commerciale. Anche l’annuario è presente in questa libreria.
Altre presentazioni sono state fatte in varie librerie milanesi.
Quali nomi importanti sono stati pubblicati?
Antonio Gamoneda, un poeta spagnolo contemporaneo; la rumena Ana Blandiana (apparsa anche su Margutte qui Ndr); l’inglese John Goodby, curatore dell’opera di Dylan Thomas; Gwyneth Lewis, che scrive in inglese e gallese. Il titolo implica anche la tradizione, cioè il passato. Sono state pubblicate le poesie di Cécile Sauvage, parigina (1883 – 1927) madre del musicista Olivier Messiaen, nella traduzione di Gio Ferri ed è apparso un dossier sulla fortuna di Leopardi nel mondo anglosassone di Tiziano Salari. Abbiamo pubblicato anche documenti di Lettrismo, movimento avanguardista artistico-culturale della seconda metà del ’900 teorizzato da Isidore Isou.
Come sarà il prossimo numero?
Il numero 12 conterrà per la prima volta la lingua russa, dopo aver ospitato quasi tutte le lingue d’Europa (oltre a inglese, francese, tedesco, anche portoghese, spagnolo, rumeno, ungherese, ecc.). Ci saranno traduzioni di poesie di Pasternak e contributi di una poetessa russa che abita a Milano. Inoltre ho intenzione di fare un dossier su Marianne Moore con traduzioni che erano state fatte da Lina Angioletti e con un intervento critico di un professore inglese che ho conosciuto al Festival di poesia di Ledbury, Gran Bretagna. Mi piacerebbe anche includere altre lingue, si vedrà. Comincerò a lavorarci all’inizio del 2016.
Traduzionetradizione n. 11 alla Triennale di Milano
Recensione su Margutte del libro La veglia d’arte di Claudia Azzola