UN RACCONTO VERO
Inventare un finale per questo racconto
un finale conveniente
come in quella infanzia
che ora non mi tange
o forse non ho vissuto.
Bambole di pezza sul mio letto,
libri aridi e macchie sulle foto;
umidità sulle poesie,
baratro e cuore,
la cucitura costretta su un angolo del tavolo.
E il sorriso,
un sorriso mai spento per me,
per lui,
con questa calma celeste e afflitta tra fili di colore
e strani bottoni.
Caramelle in mezzo a un occhiello prudente.
Madre sfumata nella mia tristezza,
chi ti tiene prigioniera;
chi ha osato strapparti dalle mie pagine.
Non trovo più le parole nel dizionario;
hai portato via i tratti ed è gennaio, diciassette,
e il calendario imbastisce
le tantissime lune che non hai visto con me.
Bisognerà inventare un finale per questo racconto
e sembra che alla fine la principessa
accetterà di vestirsi coi tuoi abiti.
17/1/14
Teresa Palazzo Conti
Nata in Argentina nel 1966, è insegnante di Italiano, Inglese e Musica.
Console dei Poeti del Mondo di Buenos Aires.
Impegnata a livello internazionale nella difesa dei Diritti Umani, in particolare quelli dell’infanzia colpita dalla guerra e dalla povertà; nella missione diplomatica Umanitaria Internazionale, nel Tribunale della coscienza in Ruanda nel 1994; Membro dell’Istituto Letterario e Culturale Ispanico negli Stati Uniti; segretaria in relazioni istituzionali nell’Associazione Americana di Poesia di Buenos Aires.
Otto libri pubblicati, partecipazione al concorso in antologie nazionali e internazionali, assistenza a congressi di letteratura in tutta l’America, in Francia, Macedonia, Spagna.
Medaglia d’oro per eccellenza poetica ad Acapulco nel 2008 e Accademia Mondiale di Arte e Cultura UNESCO.
(Traduzione di Giuliana Manfredi)