SILVIA PIO (a cura)
Reading mondiali a sostegno di Ashraf Fayadh, organizzato da Literaturfestival Berlino
è stato detto: stabilitevi qui.
ma qualcuno di voi è nemico per tutti
quindi lasciate perdere ora.
guardate su verso voi stessi dal fondo del fiume;
quelli che sono di sopra dovrebbero avere un po’ di pietà per quelli sotto.
lo sfollato è impotente,
come il sangue che nessuno vuole comprare sul mercato del petrolio
Da Worldwide Reading:
Ashraf Fayadh, un poeta e curatore d’arte palestinese di 35 anni che vive in Arabia Saudita, è stato condannato a morte da un tribunale saudita il 17 novembre 2015 per il “crimine” di apostasia. Non gli è stato permesso di avere un avvocato per tutto il tempo della detenzione e del processo. Fayadh è una figura chiave nel processo di far conoscere l’arte saudita contemporanea ad un pubblico globale. Chris Dercon, direttore della Tate Modern e amico del poeta, lo descrive come «una persona schietta e audace».
Oltre alla rinuncia all’Islam, Fayadh è accusato di aver bestemmiato e promosso l’ateismo per mezzo della sua raccolta poetica Instructions Within (Istruzioni dall’interno), pubblicata nel 2008. L’autore ha dichiarato che le poesie trattano «soltanto di me come rifugiato palestinese… e di argomenti culturali e filosofici. Ma gli estremisti religiosi le hanno interpretate come idee distruttive contro Dio».
[…]
Il caso di Ashraf Fayadh non tratta di un uomo solo ma è un simbolo di tutte le vittime di un regime profondamente repressivo che è sostenuto dai governi occidentali, quegli stessi che dichiarano di avere come valori fondamentali la libertà e la democrazia. Attualmente l’Arabia Saudita fa parte del Consiglio per i diritti umani delle NU, un organo i cui membri dovrebbero sostenere i più alti standard di libertà civili. […]
Nel novembre 2015 il Festival Internazionale di Letteratura a Berlino ha lanciato un appello per l’organizzazione di reading poetici in tutto il mondo a sostegno di Ashraf Fayadh. Più di 350 scrittori e numerosi centri PEN hanno firmato l’appello.
Il 14 gennaio 2016, si sono tenuti128 reading ufficiali in 47 paesi, organizzati da centri PEN, associazioni e organizzazioni di scrittori e singoli individui.
Questa era la richiesta:
«Con questi reading mondiali chiediamo ai governi del Regno Unito e degli USA di intervenire a favore di Ashraf Fayadh come prima iniziativa per fare pressione nei confronti dell’Arabia Saudita perché vengano alzati gli standard dei diritti umani in quel paese.
Inoltre chiediamo che le Nazioni Unite sospendano l’Arabia Saudita dal Consiglio per i diritti umani fino a quando non migliori in quel paese la condizione terribile riguardo le libertà civili.
Facciamo anche appello a tutti i governi occidentali, soprattutto a quelli del Regno Unito e degli USA, che ammettano i problemi relativi al mantenimento di relazioni confortevoli e incondizionate con un paese nel quale è risaputo che i diritti umani vengono sistematicamente violati».
Alcuni degli eventi erano in forma di reading con autori, reading di poesie di Ashraf Fayadh sia in lingua originale araba che in altre lingue e di poesie e testi relativi all’argomento. Alcuni includevano momenti musicali o si incentravano sulla discussione e dibattito con la partecipazione di esperti dei diritti umani. Altri erano organizzati in forma di protesta, anche davanti alle ambasciate saudite o si svolgevano in scuole e università. La documentazione degli eventi si trova qui.
Attualmente Ashraf Fayadh è in attesa dell’udienza in tribunale. Ci sono continue proteste ed eventi letterari a dimostrare solidarietà con il poeta.
Le poesie “contestate” di Ashraf Fayadh si trovano qui.
Vorremmo inoltre sottolineare la situazione della scrittrice egiziana Fatima Naoot, che fu ospite del Festival di Berlino 2009, condannata a tre anni di carcere in Egitto per aver “insultato l’Islam” criticando le uccisioni rituali delle pecore. Si veda qui (in italiano), qui e qui (in inglese).
Si vedano anche altre campagne globali di PEN International a favore di coloro che sono perseguitati, molestati o attaccati a causa di ciò che hanno scritto o per il semplice fatto di essere scrittori.