Tre liriche saffiche

foto di Bruna Bonino

foto di Bruna Bonino

DANIEL ARANJO

PROSA ASSUNTA SUL MOTIVO
ma tu parli
ed io non ti sento più, io ti guardo

ma tu parli e nella folla rumorosa,
improvvisamente silenziosa

non vedo altro che il tuo dialetto melodico e nasale scendere e salire
cerimoniosamente prima di questa gara di ballo di un anfiteatro notturno

ed i tuoi occhi neri, illuminati di khôl nero e di cenere nera di khôl,
brillare

sul tuo abito color malva – sangue
sul tuo abito azzurro pallido
sul tuo abito scuro

(oh potessi vederti
come noi vediamo, muti, crescere lo strepito nero della tua voce
e quello dei tuoi occhi quando tu giri in queste splendide vesti

malva – sangue
blu color cielo
nero scintillante

che ti danno risalto e che tu cambi nell’intervallo
insieme ai tuoi capelli
legati poi annodati neri in lungo chignon poi sciolti

Per questo valzer ebbro si sé, ebbro di te
In realtà docile e controllato

e rosso-sangue
e blu cielo
e nero raggiante

tra la folla rumorosa, improvvisamente silenziosa,
brillare alternativamente

occhi neri
fuoco astrale
valzer-rapsodia

su di te
per te
attorno a te

roseto estremo
e da queste arene ah ahimè per sempre lontane, la notte)

***

ISOLA MADRE (in italiano nel testo, n.d.t.)

Sempre difficile scrivere sul motivo
(più facile inventare una melodia sulle parole e le parole pagane di un’idea)

il paesaggio venuto da lontano di questa isola verde – verde scuro, arancera- palazzo, all’ombra esotica ed italiana delle sue piante dette protei, così difficili da trapiantare al fondo di questo nordico lago maggiore.
Anche la differenza d’età (inattesa) tra queste due lesbiche sotto un cipresso del Kashmir lacerato dall’ultima tempesta (la “ragazza” in amore, davanti a tutti, un po’ esibizionista) –

Io preferisco dimenticare il viso della madre e dare il tuo, classico ed incestuoso, alla sua ragazza (due lesbiche di cui non si sa nulla , se non la differenza d’età, e che si abbracciano ostentatamente in pieno paesaggio, chiuso,
sotto un curvo cielo sonoro orientale e le sue farfalle diseguali di bruma nera a colpire ancora dopo il kashmir)

*

Splendore della città la notte laggiù, al bordo del Lago, dove ho sempre pensato a te (lo spirito ha occhi per la notte, luci lontane dalle cime…)
Poi arriva, dopo dieci anni, di notte: più brillante del giorno: il chiarore del sogno! addirittura un’onda di chiarore,
senza più nulla da desiderare; il giorno sarebbe più sbiadito, e l’Italia più sporca; i suoi pioppi regolari più incerti

***

CAMILLA
Penso spesso a te, soprattutto quando piove,
alla tua bellezza naturale; senza dirtelo, un po’ per pigrizia; ma io penso a te;
bacio il tuo viso, di notte; ma ahimè non piove più, ogni notte

qui
(sulla più antica pianta del mondo, erica fossile, senza fiore e con un unico seme e neppure sulla rosa senza fiore della parola rosa).

13 ottobre 2015

Daniel ARANJO, nel settembre del 2011, davanti alla statua di Toulet (ammiratore di Saffo)–Foto di Swiencinski, a Curepipe (Isole Mauritius)

Daniel ARANJO, nel settembre del 2011, davanti alla statua di Toulet (ammiratore di Saffo)–Foto di Swiencinski, a Curepipe (Isole Mauritius)

Daniel Aranjo; poeta, universitario e fine letterato. Autore di numerose raccolte, ha viaggiato molto ed ha ricevuto premi e riconoscimenti letterari.

http://www.academie-francaise.fr/daniel-aranjo

(Traduzione a cura di Gemma Francone e Franco Blandino)