FRANÇOIS TEYSSANDIER
Lampo nero che riga
La carne friabile del mondo
Come una fuliggine che si spande
Su un cielo assente
E che separa con una barra
Obliqua di tenebre
L’abisso della luce
Ha l’equilibrio del silenzio
Perché non c’è più un suono che si vorrebbe
Ancora umano a martellare le pareti
Dell’indicibile musica del tempo
E da questa lacerazione al fianco della terra
Spunta un fiore che rosseggia
Vicino al sogno di una finestra
Come lo splendore di una prima luce nella scrittura della sera
Cos’è questo fuoco di lava e selce
Che incendia le nubi immobili
Sospese al di sopra degli alberi
Curvati dal peso della luce
E che il grigio del cielo
Proietterà verso questa spiaggiasconosciuta
Che si allontana lentamente
Nello sguardo assente
Di una città immaginaria.
(Traduzione a cura di Gemma Francone e Franco Blandino)
Biografia di François TEYSSANDIER
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