ATTILIO IANNIELLO e SILVIA PIO (a cura)
Il predicatore e lo schiavo
(1911, parodia dell’inno sacro “Sweet Bye and Bye”, cantato spesso dai gruppi dell’Esercito della Salvezza)
I predicatori dai capelli lunghi escono tutte le sere,
Per dirti cosa è sbagliato e cosa è giusto;
Ma quando gli chiedi qualcosa da mangiare
Ti rispondono con le loro dolci voci:
Ritornello:
Mangerai un giorno,
In quel paese glorioso lassù in cielo;
Lavora e prega, vivi d’erba,
Avrai una torta in cielo quando sarai morto.
Quelli dell’esercito della carestia* suonano,
Cantano e battono le mani e pregano
Finché non ricevono tutte le tue monete
E ti dicono quando sei col culo per terra:
Ritornello
Arrivano i Pentecostali che si contorcono,
Urlano, saltano e gridano.
Date il denaro a Gesù, ti dicono,
Lui oggi curerà tutti i mali.
Se tu lotti per la moglie e i figli –
Cerca di ottenere qualcosa di buono in questa vita –
Sei un peccatore e un uomo cattivo, ti dicono,
Da morto andrai sicuramente all’inferno.
Lavoratori di tutti i paesi, unitevi,
Fianco a fianco per la libertà lotteremo;
Quando avremo vinto il mondo e le sue ricchezze
Ai disonesti canteremo questo ritornello:
Ritornello finale:
Mangerai un giorno,
Quando avrai imparato a cucinarti il cibo.
Taglia la legna, che ti farà bene,
E mangerai dolce un giorno.
* Gioco di parole: Salvation Army, Esercito della Salvezza, e starvation army, esercito della fame/carestia [NdT]
***
Il vagabondo*
(1913)
Se stai un po’ zitto,
Ti racconterò di un tizio,
Che era al verde e anche davvero nei guai
Non era certo un imboscato,
Cercava lavoro in tutti i modi,
Ma dappertutto gli raccontavano la stessa storia:
Ritornello:
Marcia, marcia, marcia, continua a marciare,
Non c’è niente da fare qui per te;
Se ti becco ancora da queste parti,
Metterai la palla e le catene,
Continua a marciare, è il meglio che tu possa fare.
Camminava su e già per la strada,
Finché le scarpe si aprirono sui piedi,
In una casa spiò una donna che cucinava,
E disse: “Come va?
Posso spaccare la legna per lei?”
Cosa rispose la donna lo fece davvero rattristare:
Ritornello
Dall’altra parte della strada c’era un cartello,
“Lavora per Gesù” c’era scritto,
Lui disse, “Ecco la mia occasione, ci provo di sicuro,”
E si inginocchiò a terra,
Finché le ginocchia gli fecero male,
Ma quando era ora di pranzo il predicatore urlò:
Ritornello
Lungo la strada incontrò un poliziotto,
E il poliziotto lo fermò,
E gli chiese: “Quando sei piombato in città?
Vieni con me dal giudice”.
Ma il giudice disse, “Oh, cavolo,
Straccioni senza denaro non li vogliamo in giro”.
Ritornello
Finalmente venne il bel giorno
Quando la sua vita arrivò al termine,
Era sicuro di andare in paradiso da morto,
Quando arrivò al bianco cancello,
San Pietro, vecchiaccio meschino,
Gli sbatté il cancello in faccia e urlò:
Ritornello
Disperato andò all’inferno,
Per abitare con il Diavolo,
Solo perché non aveva altrove dove andare.
E disse: “Sono un gran peccatore,
quindi per l’amor di Dio, fammi entrare!”
Ma il Diavolo disse: “Sparisci! Sei un barbone!”
*Tramp significa vagabondo, ma anche camminare con passo pesante.
C’è potere nell’unione*
(1913)
Vuoi liberarti dalla schiavitù del salario?
Allora unisciti alla banda degli Industrial;
Vuoi essere libero dalla miseria e dalla fame?
Allora vieni! Fai la tua parte, da uomo.
Ritornello:
C’è potere, c’è potere
In un gruppo di lavoratori.
Quando stanno mano nella mano,
C’è potere, c’è potere
Questo deve governare dappertutto –
Un grande sindacato.
Preferiresti avere un palazzo d’oro nel cielo,
E vivere in una baracca nascosta?
Preferiresti avere ali per volare nel cielo,
E avere fame qui con stracci addosso?
Se ne hai avuto abbastanza del “sangue dell’agnello”,
Allora unisciti alla banda degli Industrial;
Se, tanto per cambiare, vuoi mangiare uova e prosciutto.
Allora vieni! Fai la tua parte, da uomo.
Se ti piace che ti diano pugni in testa,
Non organizzarti, disprezza tutti i sindacati,
Se non vuoi avere nulla prima di essere morto,
Dai la mano al tuo capo e dimostrati saggio.
Venite, voi tutti lavoratori, da ogni luogo,
Allora unitevi alla banda degli Industrial.
Allora la nostra parte in terra rivendicheremo.
Vieni! Fai la tua parte, da uomo.
*Union significa anche sindacato. La canzone usa la musica di un inno sacro del 1899 di Lewis E. Jones, “There Is Power in the Blood (Of the Lamb)”, C’è potere nel sangue (dell’Agnello).
La ragazza ribelle*
(1914)
Ci sono donne di molti tipi
In questo mondo strambo, come ognuno sa.
Alcune vivono in palazzi magnifici,
E indossano gli abiti più raffinati.
Ci sono regine e principesse dal sangue blu,
Che hanno gioielli di diamante e perle;
Ma l’unica signora purosangue
È la ragazza ribelle.
Ritornello:
Ecco la ragazza ribelle, ecco la ragazza ribelle!
Per la classe lavoratrice è una perla preziosa.
Infonde coraggio, orgoglio e gioia
Al ragazzo ribelle combattente.
Abbiamo avuto ragazze prima, ma ne abbiamo bisogno di altre
Nell’Industrial Workers of the World.
Perché è fantastico lottare per la libertà
Con una ragazza ribelle.
Sì, le sue mani sono indurite dal lavoro,
E il suo vestito non è molto raffinato;
Ma batte un cuore nel suo petto
Fedele alla sua classe e ai suoi simili.
E i disonesti tremano di paura
Quando lancerà la sua ripicca e sfida;
Perché l’unica signora purosangue
È la ragazza ribelle.
*Numerose canzone e molti scritti di Hill dimostrano la sua consapevolezza che anche le donne potevano aiutare la lotta di classe. Il 29 novembre 1914 scrisse al direttore di Solidarity:
«Le lavoratrici sono tristemente dimenticate negli Stati Uniti, specialmente nella costa orientale, e di conseguenza noi abbiamo creato una sorta di sindacato come uno strano animale con una sola gamba, e le nostre danze e le nostre feste sono quasi datate e innaturali perché sono troppo un affare “da maschi”; mancano troppo della vita e dell’ispirazione che solo una donna può produrre.
Ispirata da Miss Flynn, una importante organizzatrice dell’IWW organizer, The Rebel Girl era dedicate a tutte le dome del sindacato.
Per forza di cose questa traduzione non tiene conto della metrica e delle rime, che si possono vedere nei testi originali.
(Traduzione di Silvia Pio)
Il 19 novembre 1915 Joe Hill venne mandato a morte dallo Stato dello Utah con tre proiettili nel cuore. Era il più prolifico autore di canzoni appartenente all’Industrial Workers of the World (IWW), al quale si era unito verso il 1910.
Nato col nome di Joel Emmanuel Hägglund in Gävle, Svezia, il 7 ottobre 1879 e conosciuto anche col nome di Joseph Hillström era uno Svedese che imparò la lingua inglese all’inizio del 1900 mentre lavorava con diverse mansioni da New York a San Francisco. Da immigrato aveva dovuto spesso affrontare la disoccupazione e la sottoccupazione. Divenne un pezzo grosso nell’organizzazione dell’IWW e viaggiò in lungo e in largo, scrisse canzoni politiche e poesia satiriche e tenne discorsi, dedicando la vita «al risveglio degli ‘illetterati’ e della ‘feccia’ nei confronti di un concetto personale di società e della realizzazione della loro dignità e dei loro diritti in essa».[1]
Abbreviò il suo pseudonimo in Joe Hill, e sotto questo suo nome d’arte scrisse canzoni e altri scritti e pubblicò fumetti, che lo resero molto popolare. Nelle sue canzoni spesso si appropriò di melodie conosciute tratte da canzoni popolari e inni religiosi del tempo.
Le più famose includono The Preacher and the Slave, The Tramp, There is Power in a Union, The Rebel Girl, and Casey Jones—the Union Scab, che esprimono la vita dura e combattiva dei lavoratori itineranti ed esortano tutti i lavoratori ad organizzare gli sforzi per migliorare le condizioni lavorative.
Nel 1914, mentre si spostata dalla California a Chicago, Hill si fermò a guadagnare qualche soldo nelle miniere dello Utah. In quel luogo John G. Morrison, un negoziante dell’area di Salt Lake City ed ex-poliziotto, e suo figlio vennero uccisi con un’arma da fuoco. La stessa sera, Hill era arrivato presso l’ufficio di un medico con una ferita da arma da fuoco, parlando elusivamente di una rissa a proposito di una donna ma rifiutando di dare ulteriori spiegazioni anche quando venne accusato degli omicidi sulla base della sua propria ferita.
Venne sottoposto a un processo controverso; in seguito ad un appello infruttuoso, dibattiti politici e richieste internazionali di clemenza da parte di personaggi politici e di associazioni di lavoratori, venne riconosciuto colpevole e giustiziato. Dopo la morte diventò un martire e un simbolo dei movimenti dei lavoratori in tutto il mondo. Il suo processo e la sua condanna a morte erano diventati una controversia internazionale, coinvolgendo anche il presidente degli Stati Uniti, Thomas Woodrow Wilson, e le più alte cariche svedesi. La mattina dopo la sua morte il New York Times profeticamente dichiarò la preoccupazione che l’esecuzione avrebbe potuto «rendere Hillstrom morto più pericoloso per la stabilità sociale di quando era in vita».
Hill venne commemorato in numerose canzoni folk. La sua vita e la sua morte hanno ispirato libri e poesie, e il mito è sopravvissuto per generazioni. Le storie intorno a Joe Hill sono spesso esagerate ed edulcorate; la persona reale, forse non così affascinante, rimane un mistero.
[1] Critico letterario Kenneth McGowan, citato nella biografia di Joe Hill scritta da Gibbs M. Smith, 1969.