SILVIA PIO
Per coloro della mia generazione, e della mia formazione, la data dell’11 settembre è quella del golpe cileno. Era il 1973. L’esercito prese d’assedio il Palacio de la Moneda, il Palazzo Presidenziale, attaccandolo via terra e bombardandolo dal cielo. Il presidente Salvador Allende venne ucciso, o forse si suicidò.
Allende era stato eletto nel 1970 con una maggioranza relativa ed era diventato presidente di un paese in gravi difficoltà economiche e sociali. Durante il suo incarico perseguì una politica che chiamava “La via cilena al socialismo”, con un programma di nazionalizzazione delle principali industrie private, una riforma agraria e una sospensione del pagamento del debito estero. Le sue iniziative quindi crearono tensione politica nel paese e dissenso internazionale. L’amministrazione americana guidata dal presidente Nixon iniziò ad esercitare una crescente pressione economica attraverso canali legali o meno.
Il 1973 vide acuirsi i problemi. Dopo un fallito colpo di stato a giugno, i disaccordi del presidente Allende con il Congresso e la Corte Suprema del Cile, l’11 settembre le forze armate guidate dal generale Augusto Pinochet, asceso alla carica nell’agosto precedente, misero in atto il golpe.
Pinochet restò al potere per diciassette anni (e morì di vecchiaia). La violazione dei diritti umani da parte del suo governo sarebbe stata, così come testimoniano precise prove documentali, sistematica prassi quotidiana e, alla fine del lungo periodo di dittatura, si stimeranno più di tremila vittime (anche non cilene), fra morti e desaparecidos, e circa trentamila persone torturate.
La generazione successiva scriverà la fatidica data in questo modo: 9/11, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle del World Trade Center di New York. Era il 2001. Si è trattato di una serie di attacchi terroristi nei confronti di obiettivi negli USA ad opera del gruppo islamico al Qaeda. Quattro aerei di linea di compagnie statunitensi vennero dirottati, due furono mandati a schiantarsi nelle Torri Gemelle; 42 minuti dopo, i 110 piani di ogni torre si sbriciolarono trascinando con loro altri edifici del WTC e 2606 vite umane.
Un terzo aereo andò a colpire il Pentagono, sede del Dipartimento di Stato della Difesa, causando 125 vittime e danneggiando una parte dell’edificio; il quarto, inizialmente diretto verso Washington D.C. (capitale degli USA), precipitò in un campo della Pennsylvania. È stato il più terribile atto di terrorismo della storia, con un numero totale di 2996 vittime, inclusi i 19 dirottatori e coloro che sono morti in seguito all’inalazione della polvere e delle tossine sprigionate nell’attacco alle Torri, e 6000 feriti. Le conseguenze economiche e politiche sono state enormi e a tutt’oggi difficili da valutare complessivamente, come quelle relative a qualsiasi episodio di storia recente.
Le Torri Gemelle rimangono nello skyline di New York solo nei film girati prima del 9/11.
Un parallelismo tra i due fatti avvenuti nella stessa data è tracciato dalla scrittrice Isabel Allende, cilena di origine (e parente del presidente Salvador) e americana di adozione, che ha vissuto il primo abbastanza da vicino e ha assistito al secondo, come tutti noi, in diretta televisiva: «le immagini degli aerei che si schiantano contro le torri… mi ricordano quelle del bombardamento dei militari contro il palazzo de La Moneda» (La somma dei giorni, Feltrinelli 2008, p. 106).
La data dell’11 settembre ricorre sorprendentemente nella storia del XX secolo.
In quel giorno del ‘14 si conclude la battaglia di Galizia (denominata anche battaglia di Leopoli, nell’attuale Ucraina) combattuta con scontri sanguinosi nella fase iniziale della prima Guerra Mondiale sul fronte orientale, nella quale l’esercito russo infligge pesanti perdite alle armate austro-ungariche.
In quel giorno del ‘15 gli zeppelin tedeschi compiono l’ennesimo raid sulla costa orientale britannica, ma questa volta non ci sono vittime.
In quel giorno del ‘16 le truppe tedesche conquistano la città greca di Kavala.
In quel giorno del ‘22 inizia il mandato britannico in Palestina.
In quel giorno del ‘25 l’anarchico Gino Lucetti attenta alla vita di Mussolini a Roma e fallisce.
Durante la seconda Guerra Mondiale, in quel giorno del ’39 l’Iraq e l’Arabia Saudita dichiarano guerra alla Germania nazista , e del ’40 il presidente americano Franklin D. Roosevelt ordina alla Marina statunitense di attaccare tutte le navi tedesche e italiane, in risposta ad un attacco di U-Boot.
Ma per non deprimerci con notizie belliche, ricordiamo che l’11 settembre 1946 viene effettuata la prima conversazione telefonica interurbana da automobile a automobile, nello stesso giorno del 1961 viene fondato in Svizzera il WWF, World Wide Fund for Nature, e del 1988 il team Ferrari vince il Gran Premio d’Italia con una doppietta (la vittoria viene dedicata a Enzo Ferrari, scomparso qualche settimana prima).
L’11 settembre è il capodanno secondo il calendario dell’Etiopia.
In questo giorno sono nati: lo scrittore D. H. Lawrence (1885), il tennista Nicola Pietrangeli (1933), il regista Brian De Palma (1940), il cantante Pupo (1955), il mio compagno di scuola Giovanni (1959) e chissà quanti altri.
E sicuramente infinite saranno state le occasioni private felici: incontri, innamoramenti, matrimoni, nascite, o dolorose: abbandoni, delusioni, perdite; momenti che sono scritti soltanto nelle pagine di storia di chi li vive, ma che segnano queste storie private quanto i grandi avvenimenti segnano la Storia.