JOHN I. CLARKE
Esausto e con i piedi a pezzi, il gruppo del Giro Turistico della Città aveva terminato la visita quando Ed si esibì in una tirata imbonitoria diretta ad ottenere succose mance. “Beh, eccoci qui signori di nuovo alla cattedrale. Tenetevi lontano dai guai e godetevi il resto della visita”.
Durante l’applauso caloroso un vecchio gli passò una banconota da cinque sterline. “Bravo, ragazzo, molto interessante”.
“Grazie mille, specialmente per il ragazzo”.
“Bevi alla mia salute”.
Ed sorrise con gratitudine, “Bere? Io non bevo…”.
“… se non all’eccesso!” Rimase colpito dalla battuta finale della donna, che si era tenuta in disparte per quasi tutta la visita ma che ora, tolto il cappello di paglia con la tesa larga, stava davanti a lui sorridendo e lasciando Ed momentaneamente senza parole. Quel sorriso, quegli occhi.
“Liz… Liz Jackson”.
Il caffè più vicino era il punto di partenza.
“Senza zucchero e appena un tocco di latte. Infatti potresti appena passare il bricco del latte sopra il tè”.
“Mio dio!”, rise lei. “Non hai dimenticato nulla, vero?”
“Prendere il tè con Liz Jackson? Indimenticabile”.
“Okay,” ora più seria, “Hai due minuti per gli ultimi trent’anni di Ed Bracewell”.
“Facile. Preso la laurea, traslocato, scalato il palo scivoloso dell’ambizione, caduto con un tonfo; deciso di tornare qui dove un tempo ero felice”.
“Altri momenti significativi?”
“Sì, e anche un sacco di ammaccature conseguenti. Al momento? Nessun legame, solo qualche contatto in libertà”. Ed mescolò il tè. “Adesso è il tuo turno, signorina Jackson che è diventata signora Popplewell”.
“Sì, e che è ritornata Jackson dopo che sono arrivati in scena due figli e la bionda dell’ufficio era più attraente per il signor Popplewell”.
“Idiota!”
“Chi, io o lui?”
“Tu, lui, tutti e due. Tu per averlo sposato e lui per averti mollata”.
“Oh Ed, sempre ardito nelle parole…”
“E…”
“Timido nell’azione”.
* * * *
Simon Popplewell era lanciatissimo. “Ed, amico, sei un amico”. Sventolava in aria due biglietti. “Sono stato richiamato a casa dai genitori: il mio dovere filiale e la considerazione nei riguardi del loro assegno mensile mi costringono ad obbedire. E tu, mio caro Ed, sarai un amico e accompagnerai la bella Liz. Cenerentola, andrai al ballo!”
“Hai bevuto?”
“Mio caro, Io non bevo… se non all’eccesso! Firma qui e la bella del ballo di Natale 1981 sarà sotto la tua onorevole responsabilità”. Spiegò un pezzo di carta.
“Dichiaro di agire in ogni momento come un nobile e perfetto cavaliere! Sei un idiota, ma se ti fa contento, passami la penna”.
Raccontò tutto a Liz quella stessa sera, senza aspettarsi risposta. “Promettimi una cosa, stasera si mangia, si beve, si balla e poi mi accompagni a casa senza nominare neppure una volta Simon Popplewell”.
Sei stata tu a decidere di sposarlo pensò Ed, ma aveva afferrato una traccia del suo profumo, era incantato dal suo abito da sera scollato e naturalmente c’erano gli occhi e il sorriso. Non nominare Simon? Sì, quella era una promessa che poteva mantenere.
Passarono la serata a brindare, ridere, ballare, consapevoli delle occhiate che attiravano. Che guardino. Lei lo tenne stretto, posando il capo sulla sua spalla, e nelle prime ore del mattino erano ancora altrettanto stretti mentre lui la accompagnava a casa passeggiando attraverso le strade silenziose, oltre la cattedrale imponente, mentre spessi fiocchi di neve iniziavano a cadere.
“Meraviglioso, così indescrivibilmente meraviglioso”.
“Sono d’accordo, e non sto parlando della neve”.
Lei rise, poi mise le braccia intorno al collo di lui e gli diede un lungo, lento bacio allusivo davanti all’ingresso del suo appartamento da studente.
“Ed, vieni con me”.
“Caffè?”
“Lo sai di cosa parlo. Vieni con me”.
Ed esitò, “Lo so che non dovremmo parlare di lui, ma è un mio amico.”
Lei si irrigidì tra le braccia di lui. “C’è sempre stato qualcosa tra noi due, no? Una sola notte, Ed. Lui è con mamma e papà, non lo deve sapere per forza”.
“Non posso, Liz”. Voleva fare una battuta che servì solo a peggiorare le cose, “Ho firmato una dichiarazione, ce l’ho in tasca”.
* * * * *
Timido nell’azione? Ora passeggiavano in quelle stesse strade quasi con lo stesso itinerario che avevano percorso dopo il ballo di Natale. Il sole basso la illuminò quasi di lato, evidenziando le rughe e le pieghe. I suoi capelli, si accorse lui, non avevano resistito al tempo. E allora? Anche lui aveva addosso trent’anni di segni grigi.
“Vai a Londra stasera? Pensi che tornerai da queste parti uno di questi giorni? Cioè, abbiamo ancora parecchio arretrato da raccontarci”.
“Oh Ed, mi piacerebbe tanto, ma non posso rimbalzare nella tua vita in questo modo. Complicherebbe solo le cose. Tu hai i tuoi ‘contatti in libertà’ e non sei cambiato. Saranno passati trent’anni ma sei sempre quel nobile e perfetto cavaliere, sei un uomo d’onore.”
A metà strada sul Lendal Bridge la fermò.
“Pensi che sia ancora legato a quel voto?” Mise la mano nella tasca della giacca, prese il portafogli e tirò fuori un foglietto piegato mentre le lo guardava stupita.
“Cavolo, l’hai tenuto!”
“Addio nobile cavaliere”. Stracciò il foglietto in piccoli pezzi e li gettò oltre il muro a svolazzare giù verso i vortici profondi dell’Ouse. “Eravamo nel mezzo di un discorso nel Natale 1981, dovresti tornare così lo terminiamo”.
Lei avvicinò il capo verso il suo petto e lo avvolse con un abbraccio. “Lo farò, tornerò a York”.
La folla scorreva sul ponte, i bus aperti esercitavano il loro mestiere e i motociclisti si insinuavano nel traffico. I due si fermarono abbracciati e determinati, questa volta, a non lasciare sfuggire nulla. E l’insignificante ricevuta del ristorante che aveva tenuto nel portafogli senza ragione, andò incontro alla sua fine in minuscoli, fradici pezzi.
Traduzione di Silvia Pio
Fotografia di Bruna Bonino
John Irving Clarke ha pubblicato presso le riviste Raven, Smiths Knoll, Retort, Poetry Monthly e Cutting Teeth. Alcune sue poesie hanno vinto riconoscimenti in concorsi, inclusi il BBC Nature Poet of the Year, Words on Water e lo Yorkshire Open Poetry competition.
John ha lasciato il lavoro di insegnante ma continua a frequentare le scuole tenendo letture, laboratori e sedute di arricchimento. Al momento ricopre la carica di presidente di Black Horse Poets in Wakefield, è co-organizzatore delle letture poetiche Red Shed Readings e docente presso il Agbrigg Writers group.
Alcune sue poesie saranno pubblicate su Margutte prossimamente.
An Honourable Man è stato pubblicato per la prima volta da Yorkshire Ridings Magazine. È inserito nella raccolta “I Was Ready to Fall in Love” http://www.currockpress.com/i-was-ready-to-fall-in-love.html
http://www.amazon.co.uk/Was-Ready-Fall-Love-ebook/dp/B007FDPRWQ/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1331072069&sr=1-1