MICHELE GHIBAUDO
Il fuoco aggiunge agli occhi quello che il non fuoco non dà,
come la luce della fiamma fino alle prime ciglia,
un po’ umide davanti al tuo non davanti,
poco sotto al tuo non umido, poco sopra al tuo non tuo,
guardando a fianco del tuo non guardando
con la mano poggiata sopra alla tua non mano poggiata a non lui,
sopra al bracciolo non più caldo della poltrona più comoda del non mondo
del non condividere del non guardare il fuoco non uno di fronte all’altro,
con una non voce che spegne ogni non pianto
quando incontra l’ inebriante non luce della luna,
che non filtra dalla piccola finestra
che il non sguardo tuo non viene accompagnato nel brivido
che se il tuo viso fosse riflesso dalla luna il vetro vedrebbe il riflesso del tuo viso come luna,
che la luna poggeresti poco sopra il fuoco
a danzare con le tue prime ciglia, un po’ umide,
dell’ essere ancora, occhio gonfio di un fuoco di pianto,
straripante di scintille e di zampilli che sfondano la carne
danzando aggrappandoti, abbandonato, alla rotondità della luna
chiudendo i non occhi
dell’essere ancora.
L’opera Immagine Pyramides de Port-Coton, mer sauvage è di Claude Monet(1886), olio su tela
La canzone Port Coton è di Zaz