RON ROSENSTOCK
Una fotografia significativa non è una foto di qualcosa ma è qualcosa in se stessa. Una fotografia che è solo il soggetto che rappresenta è vista e velocemente ridotta al ricordo di quel soggetto. Una fotografia significativa è molto di più. Come per una esperienza meditativa e creativa, non c’è fine alla profondità che può raggiungere.
Questa fotografia non è solo un’interpretazione della luce che cade sul soggetto originale ma è anche una combinazione magica di quella particolare qualità della luce e dell’equilibrio delicato raggiunto dalle aree in luce e in ombra nell’immagine. Forse esiste una formula antica per le proporzioni di luce e ombra all’interno di un’immagine richieste per evocare in chi guarda un significato profondo.
Come per altre forme d’arte attraverso i tempi, la fotografia può connetterci con questo significato profondo. Ognuno di noi è in cerca di una direzione nella propria vita senza conoscere la destinazione finale. Come artisti e cercatori siamo attratti da una forza creativa verso la Luce interna, e in questo modo inizia il nostro viaggio esistenziale. Come fruitori di arte ci apriamo alla connessione tra significato e spirito.
La parola “luce” è stata usata dall’inizio dell’invenzione del linguaggio; scientificamente si riferisce allo spettro elettromagnetico o lunghezza d’onda. Lo spettro visibile è tra 400 e 700 nanometri e una gamma di colori tra il viola fino al rosso.
Le lunghezze d’onda posso essere accuratamente misurate ben oltre lo spettro visibile.
Gli infrarossi hanno una lunghezza d’onda maggiore della luce rossa visibile; una fotografia infrarossa è realizzata usando una combinazione di luce visibile e infrarossa.
Mi sono sempre interessato agli spazi nel mezzo; tra l’effimero e il realistico. Nel 1972 scrissi per Camera Magazine di Lucerna, Svizzera: «La mia vita è una ricerca di risposte per le quali le domande, così come le risposte stesse, sono senza parole».
Per me la fotografia infrarossa si trova sulla linea di confine, il velo tra il conosciuto e lo sconosciuto. Il mio lavoro non fa finta di essere documentaristico o astratto, o di dichiarare qualcosa. È una ricerca nei confronti di ciò che si trova oltre la porta della percezione. Cosa mi attragga, mi parli, è un mistero. So che qualcosa mi sta chiamando. Ed è parte della luce, così come lo è la parola “illuminazione”.
Attraverso la storia, fin dagli inizi, ci sono stati racconti di esperienze di quasi morte nei quali le persone riotrnate indietro hanno detto di essere state attratte da una luce molto intensa.
Credo che ci siano più cose ancora da conoscere a proposito della luce di quante non si conoscano. Le mie fotografie infrarosse sono un tentativo di raggiungere una più profonda conoscenza della mia vera natura e della vera natura di ciò che esiste.
Per molti anni chi mi conosce ha fatto commenti sulla mia vita meravigliosa, sui miei viaggi per il mondo a fare belle foto. La verità è che… io sono un missionario. La mia missione è quella di prendermi cura del nostro mondo, e lavorerò a questa missione cercando di suscitare la consapevolezza di più persone possibili. Consapevolezza di quanto meraviglioso e importante sia il nostro pianeta: un organismo che vive e respira.
Gli Indiani d’America lo sapevano più di mille anni fa e lo insegnavano ai loro figli. Visto che siamo in tanti adesso a vivere in questa era tecnologica di rapidi cambiamenti, dobbiamo pensare alla terra non solo come la “madre terra” ma anche come fratello, sorella, padre e amante. Non ce la possiamo fare senza il suo sostegno e lei non ce la può fare senza il nostro.
Lei ci parla con molti linguaggi, quello del vento, della pioggia, del canto degli uccelli e del silenzio tanto profondo da incoraggiarci ad arrivare al trascendente per cercare la fonte di quello stesso silenzio.
Desidero arrivare al maggior numero di persone possibile e convertirle a prendersi cura della terra. A dire il vero non ci vuole molto a convincersi: guardare le foglie dorate cadere come fiocchi di neve, guardare le onde, ascoltare la natura, sentire la natura, tutto ci chiama, ci chiama ad unirci alla natura e a riconoscere noi stessi in essa.
Il mio modo di arrivare alle persone è la fotografia. La consapevolezza viene suscitata nel momento del riconoscimento.
Siamo cosa vediamo.
(Traduzione di Silvia Pio)
Ron Rosenstock, insegnante e fotografo, residente in Massachusetts dal 1970, conduce tour fotografici per tutto il mondo. Le sue opere sono state esposte in più di cento mostre negli Stati Uniti e in Europa. È autore di quattro libri, tra cui il più recente, intitolato The Invisible Light, costituisce una collaborazione tra la sua fotografia e la poesia di Gabriel Rosenstock (si veda Proferire il Suo nome in Margutte).
https://www.amazon.co.uk/Invisible-Light-Ron-Rosenstock/dp/097137953X
Questo articolo è stato pubblicato da The Culturium.
The Culturium esplora l’interazione tra la spiritualità e le espressioni culturali e artistiche. Il suo scopo è quindi mostrare le opere di scrittori, cineasti, artisti, attori, cantanti, musicisti, filosofi, saggi e poeti che si sono immersi nel silenzio interiore e hanno creato opere che sono senza tempo, piene di saggezza e bellezza.
In mezzo a così tanti siti web che trattano argomenti culturali, artistici e che riguardano mente, corpo e spirito, The Culturium spera sinceramente di offrire una visita più riflessiva e profonda.
(Traduzione di Silvia Pio)
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