GRECIA IN MOTORINO
La Grecia viaggia a quaranta all’ora
come un motorino sul lungomare.
La massima velocità possibile
coincide con la potenzialità
dello sguardo innamorato:
di registrare, di saziarsi,
di ricordare. La luce nelle minime
sue inclinazioni, l’ondeggiare
del mare e la direzione del vento.
La Grecia e il suo passeggero
che l’abbraccia chiudono
gli occhi insieme:
lui non saprà mai cosa fosse
per lei né lei
tutto ciò che lui le deve.
Grazie alle marce basse
la Grecia è il solo paese
dove il tramonto
verso Capo Sunio, o al ritorno,
può durare una vita intera.
*
Mi piace ciò che vedo
dal mio balcone.
La biancheria le antenne paraboliche.
Vedere dietro ai ripetitori
più o meno là
sullo sfondo l’Acropoli
bella come un tempo.
Vi inviterò
a condividere con me quello che
io vedo, siatene certi,
vi inviterò.
Perché godere da solo
di tanta bellezza
da quassù?
Vi inviterò.
La vista dall’alto della Croce
è stupenda.
*
Un torsolo di mela.
Qualcuno è stato qui seduto
a mangiare una mela.
Poi è scomparso. Lo stesso giorno
che la storia ha registrato tre
morti nel centro di Atene.
Qualcun altro, in un altro punto
ha lasciato la cicca della sua sigaretta
prima di sparire anch’egli.
La storia registra solo
torsoli, cadaveri, ceneri.
*
Ho apparecchiato la tavola per uno.
Solo per me. Ho acceso la tv.
Mi sono seduto. Per salvare il capitalismo
sono richiesti sacrifici a tutti noi.
Il telefono ha squillato. Mi hai chiesto
se potevi venire.
Potevi. Ho spento la tv.
Mi sono alzato. Il capitalismo
sanguina e sta morendo. Ho pensato.
Ho cambiato la tovaglia.
Ho apparecchiato la tavola per due.
Da: Corpo a corpo di Sotirios Pastakas, Casa della poesia 2016
Traduttori: Andreas Andreu, Massimo Cazzulo, Massimiliano Damaggio, Mauro Giacchetti, Raffaella Marzano, I. Pessoa, Crescenzio Sangiglio, Antonietta Tiberia.
http://www.casadellapoesia.org/e-store/multimedia-edizioni/corpo-a-corpo-sotirios-pastakas/introduzione
BIGLIETTI PER L’ITALIA
La strada statale tra Corinto e Patrasso
dopo un certo punto conduce
a un paesaggio sconosciuto. Il viaggiatore
guarda in su meravigliato, ignorando
la distanza percorsa,
come succede quando con la coda dell’occhio
osserviamo qualcuno familiare
come se fosse straniero ed estraneo.
Per farci condurre in seguito al vero e proprio
paesaggio dell’anima, smetti
di conoscere la via, di sapere se vieni
o se vai, se sei accolto o
se ti stacchi con un bacio da una parte della tua vita.
Finalmente solo sul molo,
guardi il mare che credi
ingrossare, avanzare e increspare proprio per te,
finché le onde si gonfiano, il blu
della partenza diventa ancora una volta
il blu della morte.
*
INNAMORATI DI ROMA
La poesia non ha cambiato indirizzo: Roma
Piazza Esedra, la Libreria Feltrinelli.
Cambiano le copertine, cambia la stampa
e noi siamo sempre innamorati. Pensavo
a tutto questo: strade che conducono
al caldo abbraccio delle piazze,
in estate, luglio, i pini mediterranei
che scoppiano fino a spandere
minuscoli punti esclamativi sul sentiero, mantenendo
cosa ho lasciato incompiuto. Solo un visitatore
adesso, in una città dove ho vissuto quasi dieci anni,
qualsiasi libro mi capiti in mano
allude con tatto a letture parallele
di quel tempo, si riferisce a titoli
e autori, al puzzle incoerente
del mio scaffale giovanile. Allora,
questo libro che ho appena comprato,
andando a occhi chiusi
da un abbraccio all’altro, mi consente di tenerlo
come usavo tenere i libri,
braccia incrociate al petto, l’altezza dell’anima.
Traduzione di Silvia Pio dalla versione inglese di Yannis Goumas
Da: Learning to Breathe … in Three Movements, Melani publications, Atene, 2006
«Sotirios è – come qualcuno lo ha definito – “un poeta dello sguardo”: uno sguardo che scava, spudorato e impietoso, nelle ferite del corpo, nominando i risvolti “indicibili” di un amore finito (L’esperienza del respiro), che si aggira negli interni delle case passando dai gesti più banali della quotidianità al dialogare tenero e pensoso col proprio gatto (Jorge). Ma è anche lo sguardo che riesce ad accostare la violenza del mondo alla distruttività con cui ci accaniamo talvolta sul nostro corpo, che può, attraverso pochi versi scarni, far incontrare in cucine disadorne, su tavole quasi vuote e cibi sempre più poveri, l’“empasse economica” che sta attraversando il suo paese e la spinta a creare nuove forme di “collettività” e di “altruismo” (Pasto dei poveri).» Lea Melandri
Cenni biografici dell’autore, un’intervista e altre poesie si trovano qui:
Sotirios Pastakas (Σωτήρης Παστάκας): la poesia cambia il mondo