È uscito per l’editore Internopoesia “Manovre segrete” di Gaia Ginevra Giorgi.
altre manovre segrete
nel pallore disperato
di un qualunque risveglio
contavi i promontori vergini
ed erano sempre tre
a guardarci bene
sembrava non fossero mai stati
scoperti prima
tu non te ne sapevi dar ragione
l’estate assorta
gonfia veniva su dall’acqua
bollente di quarzo sfranto
come una donna già matura
con sacre braccia da uliveti ventosi
e da altre manovre segrete
sfumava al monte
culla di polvere e cristallo
saliva medusa
leggera leggera
la nube sfilacciata
e non te ne sapevi dar ragione:
avevo fatto del tuo altrove
un luogo abitabile
*
sentiero cinque torri
avevo il respiro ingrossato
spezzato
mentre risalivamo il sentiero di pini odorosi
tra il bosco e l’ombra
che seguiva il tuo passo
di guerriero – di fuggiasco
ogni pausa s’imprimeva
nel limo dolce come nella memoria
cristallizzate le viole e ogni gemito
tra il sudore – il sale
ed il sole
tra l’incanto e la disperazione
con la schiena spenta nel fango
e con la bocca calda e bagnata
spalancata al cielo ispido d’estate
pregavo che la crosta del monte
cedesse al mio peso
e mi trattenesse da lì a sempre
ma tu avevi la quiete dei vetri
in testa la quiete che sale
dopo un gran piangere
se si faceva attenzione
dall’alto si poteva osservare
la schiuma d’ogni onda
covata dalla roccia
il rintocco delle campane
dalla cima turchese
scendeva sui nostri corpi
come una sentenza
*
ha consumato la cera
ha consumato la cera
la notte fino all’osso
di parole e stracci e schiaffi
poi ricordi di altre tappezzerie
ora sta solo a far la lima
alle pentole al chiar di luna
a dirigere l’orchestra
delle stoviglie di chissà chi
l’imperatore intossicato
guarda ora soddisfatto
la disfatta del suo regno
la sconfitta della sua sovranità
La poesia di Gaia Ginevra Giorgi è tellurica, sinestetica e carnale.
(…) Attraverso un linguaggio che ha trovato ancor più che nei lavori precedenti una sua linea-forza riconoscibi¬le e autentica, l’autrice ci immerge in vere e proprie esperienze sensoriali: ora con un panismo affine a D’Annunzio nella volontà di fondersi con la Natura …, ma risolto con lampi degni di Pascoli …, ora con un fine gioco di chiaroscuri e cambi di ritmo e di registro …
Tuttavia l’autrice non si ferma a tracciare strade nelle quali srotolare la sua lingua essenziale ma ricca di mille angolazioni, influenze e dimensioni.
Oltre al sapere evocare luoghi e dar loro un corpo con suoni, esperienze tattili e profumi, Giorgi ha una rara capacità di farvi entrare il lettore e trattenerlo con for¬za, con chiuse che sono a mio avviso la caratteristica più saliente della sua poetica.
L’arte di saper concludere una poesia, magari dopo aver aperto molte finestre, è un dono raro e prezioso che Gaia Ginevra Giorgi possiede e che nella forza del¬le similitudini e nel particolare tono che riesce ad essere insieme solenne e lieve, mi spinge a ricordare Sbarbaro, capace come pochi altri di chiuse indimenticabili…
(…)
Gaia Ginevra Giorgi in questa raccolta riesce a presen¬tare le diverse anime che la abitano e che, parafrasando un suo verso, si attorcigliano come serpi alla ricerca del punto concentrico, dando vita a un unico solido tronco.
In questo viaggio sconfinato tra luce e ombra e tra ele¬vazione e caduta, che inizia con un respiro ingrossato lungo una salita e termina con un pugno di sassi gettati in un pozzo, l’autrice semina il percorso di enigmi che probabilmente non cercano risposta ma solo, forse, di continuare a porsi delle domande…
(Dalla prefazione di Claudio Pozzani)
Gaia Ginevra Giorgi (Alessandria, 1992), laureata in Filosofia all’Università di Torino, vive a Bologna dove studia presso la Scuola di Teatro “Alessandra Galante Garrone”. Nel 2016 ha pubblicato Sisifo (Alter Ego, 2016), suo esordio poetico e allo stesso tempo performance sonorizzata itinerante che fa da ponte tra le discipline che più le sono care: poesia, teatro e musica. La Repubblica di Torino, L’Estroverso, Poetarum Silva, Paper Street e Interno Poesia hanno ospitato e parlato della sua poesia.