Il punto incessante d’immaginazione in Eloisa Ticozzi

foto di Bruna Bonino

foto di Bruna Bonino

Vorrei affondare ego e sentimenti
in un caffè,
calda coperta
nell’ottobre scontento.

Cosa sono gli affetti, se non brividi
che percorrono la colonna
dall’osso sacro all’occipite.

La diversità è punto incessante
d’immaginazione, confronto
d’idee.

Avrei voluto attraversare
con l’anima esasperata di empatia
persone da me diverse

non dimenticherò mai
di aver affrontato
il buio di un cammino incerto
con determinatezza di spade.

Penso che la natura sia sfregamento
di mani divine con argilla universale
e che i pianeti accendano elettricità
nascoste.

Abiterò nell’universo,
alba e tramonto di una creazione
magnifica

camminerò con piedi
scolpiti da determinatezza
di pelle nascosta d’aria.

*

La donna è coppa di vino
dolce e aspra insieme

lega con mollette
l’utero curvo e
tondo, quando contiene
il seme di vita

è nuda e orgogliosa
quando partorisce pelle e carne
nella terra che la nutre.

Il sangue che scorre nelle sue vene
non fluisce libero, ma scorre vorticoso.

La voce filtrata
è saliva da contenere e
da non disperdere

le primitive parole si dispongono
sopra e sotto l’equatore
di ogni testa.

Tutti gli animali hanno istinti,
toccano la terra senza mani prensili

anche io penetro con corpo e anima
il cranio del mondo

e le ossa non saldate, creano fontane aperte
di creatività e
di impulsività nativa d’universo.

foto di Bruna Bonino

foto di Bruna Bonino

L’autrice a Margutte:

«Mi chiamo Eloisa Ticozzi, sono nata nel 1984. Scrivo da circa cinque anni. Sono di Milano. Scrivo per El ghbliProgetto Babele e per la Recherche. Mi interrogo sul senso della vita e sulla morte, ma i temi delle mie poesie trattano argomenti diversi.

Mi sto adoperando per migliorarmi, credo d’essere ancora un po’ naif; vorrei crescere artisticamente ma ci vuole comunque del tempo.»

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