MIMMO PUCCIARELLI
Destinato a giocare con le parole
quelle dell’onore
create solo per esprimere il dolore
quello che ho visto negli occhi della vicina stamattina
mentre saliva lentamente le scale
e pensava a quel giovanotto disteso davanti alla porta
con addosso tre maglioni, due coperte
insieme a due cani e tre bottiglie di birra
un quaderno macchiato di vino
un paio di scarponi
uno zaino pieno di tante cose
e i suoi occhi celesti e le unghie nere
e poi il suo cartoncino scritto a mano
per ripetere quello già detto da centinaia d’altri:
non ho casa, non ho lavoro,
una moneta per riempire i miei giorni
dei vostri avanzi
quelli che non potete mangiare perché ne avete tanti
troppi
perché non avete più fame.
Destinato a riempire fogli di rimpianti
quelli legati alla mia bella
che ora preferisce restare da sola
circondata da libri e fogli bianchi
e quelli colorati dei circuiti dei paesi da visitare
mentre io disteso su questi due metri quadrati
stringo i denti e prego la luna
di farsi discreta
il sole di alzarsi la mattina
ma solo per dirmi che è finita.
Io te lo prometto
domani non prenderò il caffè
ma solo un coltello per affettare l’aria mattutina
fresca e abbondante in questa stagione
e ingoiarne qualche fettina
per poi iniziare a volare
prima sui tetti di questa antica fabbrica di corte
per poi sfrecciare verso l’alto
quello del Monte Bianco
per offrirmi uno sguardo
che potrebbe essere anche un sussurro di parole
che travestirebbero il giovane senza fissa dimora
in uno spigliato organizzatore di feste di compleanno
quello che oggi si festeggia nella tua casa
quella che mi sta di fronte
e che io osservo senza occhiali
nudo
aspettando che tu ti accorga
che la mia barba bianca
è solo un trucco per rispettare il calendario
ma che queste mie mani sono ancora abbastanza forti
per raccontarti di questa mia storia
vissuta sempre e solo supino
su questi due metri quadrati di letto caldo
che mi allontanano dalla strada
dove si sta addormentando il giovane libanese
venuto a bere, in questa antica e rinomata città,
due birre fresche per riscaldare queste due mani
e questi due piedi
che non hanno più nessun focolare.
(La foto è di Mimmo Pucciarelli)