SILVIA PIO (a cura)
Il Progetto Albero, pubblicato da Margutte, comprende la traduzione multilingue del poema TREE di Richard Berengarten. Le versioni in lingue diverse si trovano qui.
Il progetto si arricchisce ora di un nuovo contributo, il video di Geneviève Guétemme, che intreccia tre versioni del poema: l’originale in inglese, recitato da Richard Berengarten; la versione in gaelico irlandese, recitata dal traduttore Gabriel Rosenstock; e la versione italiana di Silvia Pio, che scorre come testo. La colonna sonora è di Derek Ball.
Intervista a Geneviève Guétemme
Come e quando hai incontrato Richard?
Occupandomi di arte, mi sono sempre interessata di poesia. Nel mio dottorato in Storia dell’Arte mi sono concentrata sui confini condivisi da letteratura e arti visive, ed ho lavorato con alcuni poeti, illustrando la loro poesia, per molti anni.
Ho incontrato Richard durante un reading a Cambridge. Chiacchierando, ci siamo resi conto di avere un’amica in comune: Béatrice Bonhomme (poetessa e accademica francese, redattrice della rivista Nu(e), specializzata in poesia contemporanea [pubblicata anche da Margutte qui]). Béatrice aveva organizzato un numero speciale sul libro di Richard The Blue Butterfly e Richard pensò che avrei potuto fare alcune illustrazioni. Ho realizzato diciassette disegni a carboncino, di cui dieci furono scelti per la pubblicazione.
La prima collaborazione condusse ad altre: un breve cortometraggio per la presentazione di Notness, una serie di otto cartoline per la presentazione di Changing e, più recentemente, il video TREE.
Da dove è venuta l’idea del video? Qual è stata l’ispirazione?
Nel 2015 la Biblioteca dell’Università di Cambridge si è offerta di ospitare la presentazione di Notness (l’ultimo libro di Richard a quel tempo), in seguito all’acquisizione dell’archivio di Richard stesso. Per quell’occasione Richard mi ha chiesto di inventarmi ‘qualcosa di visivo’; quando mi sono resa conto che non avrei potuto affiggere alcunché ai muri ma che nella stanza c’erano una serie di schermi, ho deciso di fare un cortometraggio.
Le tecniche che preferisco includono il disegno, la fotografia e le riprese, e avevo già sperimentato la sfida di inserire le parole di Richard da Notness nell’ambito di immagini in movimento, quindi quando mi ha detto di TREE ho deciso di tentare un approccio simile. Ho anche pensato che il video, un mezzo che funziona come sequenza di tempo, sarebbe stato adatto alla struttura di un poema così lungo, e mi avrebbe anche permesso di sottolineare aspetti di ritmo, come accelerazione e decelerazione, e di incorporare ‘tremolio’ e altri movimenti della videocamera. Ho anche considerato questa un’opportunità di esplorare la connessione tra l’atto della ripresa e la doppia lunghezza di un poema letto in due lingue diverse. L’idea era di collegare la natura con la colona sonora di Derek Ball per due voci, attraverso i processi simultanei di vedere, leggere e ascoltare, e di coinvolgere questi tre processi in una specie di danza, dove rami e foglie in movimento si intrecciassero con le parole inglesi, gaeliche e italiane.
Dove hai trovato le fonti di ispirazione per il video?
Le mie opere si sono sempre costruite da sole con lentezza, strato su strato: una specie di processo di sedimentazione. Ci sono voluti parecchi mesi perché il video trovasse la sua struttura. Richard mi ha informata del progetto a giugno e nel corso dell’estate ho colto ogni opportunità per filmare alberi: durante le visite di famiglia in Francia e Olanda, vicino alla nostra casa a Cambridge, aspettando l’autobus, in città, fuori città, ecc…
Ho fatto brevi riprese, da uno a tre minuti, di ogni sorta di albero in ogni sorta di tempo atmosferico e condizioni luminose. È successo mentre camminavo, andavo in bicicletta o stavo sul sedile del passeggero in auto. Ogni tanto davo un’occhiata a questa raccolta ma l’editing l’ho iniziato a settembre, proponendomi di terminare entro tre settimane, in tempo per la Festa degli Alberi a Mondovì. Alla fine ho semplicemente importato la colonna sonora di trenta minuti nel mio software e ho iniziato a lavorare su un ritmo visivo. In seguito Richard mi ha dato la traduzione italiana di Silvia Pio, questa si è armonizzata facilmente nella struttura generale del video, e la fusione di esperienze sonore e visive con le immagini multiple di natura ne è risultata rafforzata. La versione italiana ha reso completa l’esperienza perché ha racchiuso ed esteso lo spettro intellettuale e sensitivo del discorso poetico stesso, arricchendo la connessione tra le lingue della poesia.
Come pensi di usare questo video?
Insieme a Derek Ball sto pensando a come proporlo a festival internazionali di poesia. Forse sarà collegato ad una nuova serie di disegni e filmati che vorrei inglobare in una lista di parole collegate (verbi) come camminare, passare, respirare, insomma una ulteriore esplorazione del movimento connesso al linguaggio.
Sulla collaborazione tra Berengarten e Guétemme si veda anche: Esplorare il collegamento tra le arti visive e la poesia contemporanea.
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