MIMMO PUCCIARELLI

Sotto un cielo che in questo periodo è molto grigio
festeggiarlo semplicemente sarebbe stato possibile
se una delle mie mani avesse potuto afferrare un lapis e disegnare un sorriso
anche solo abbozzarlo
ma decisamente non ci sono riuscito
oggi il cielo è ancora grigio
anche se il nostro Chopin ci mette tutta la sua volontà e sensibilità
per lasciare che si apra questo cielo che si tinge di rosso in Palestina
mentre in America si balla sopra o sotto le stelle
a Roma si cercano alleanze da far tremare i cuori
quello di elettori sinceri e consapevoli
che non basta un lapis per ridisegnare un mondo nuovo
quello che forse sognavo…
oppure no?
forse ritornare indietro tra un asino che raglia
e un contadino che si siede a tavola
per assaggiare la pasta con il sugo rosso e asparagi freschi
Dio mio quanto tempo è passato da quando piangevo in braccio a mia madre
e quando vedevo mio padre ubriaco
e giocavo al pallone con o contro i giovani amici di tuo padre
e la madre superiora mi insegnava a suonare l’Ave Maria
e don Vittorio correva con la sua seicento
e dai forni arrivava un profumo di pane e speranza
quella di mangiare appena finiti i rintocchi di mezzogiorno
e mio fratello mingherlino
e una Ptruzza piccolina
che corre dai nonni vicini ai miei di nonni
e un mare di Salerno che gioca con i pescatori
e quelle giovani donne quasi nude
mentre io a occhi chiusi sognavo di toccarle,
almeno una, li dove avrebbe avuto piacere di essere toccata
e le mie guance rosse
e Chopin che diminuisce la forza con cui attacca il prossimo movimento
e i miei sessantaquattro anni scomparsi nel nulla
nel cielo della Palestina con le sue croci insanguinate da sempre
e una bomba che aspetta i giornalisti per chiedere scusa alla Pace
quella che avrei voluto festeggiare ieri
semplicemente
tra le braccia di mia madre
e quelle di mio padre
o di quell’amore che il marmo sembra offrirmi
per un’ultima seduta fotografica
mentre il libro si chiude
senza nessuna speranza che qualcuno lo riapra.

(Foto di Mimmo Pucciarelli)