ANTHONY MELLORS
Terra sopravvissuta
L’olmo non morto si alza
dalle rupi inesplorate e instabili
come se a quest’ora
sul pendio vecchi dèi
combattessero i loro stessi miti
a rischio di funghi patogeni
un sorbo antico fende
legno di tasso scheletrico
con legno che vive per sempre
che ci sia pioggia o gelo
rosa soffice e piumosa
la notte balugina
piegata in forme colanti
tronconi di pino lavorati dagli umani
allineano e orientano la collina
l’ammasso glaciale vaga
verso ruscelli salmastri gorgoglianti
decorazioni di uova svuotate e
pietre di streghe vicino a fonti di tufo
sparse nei boschi bassi
Valle alta
Fa scuro così presto e
tanto viene perso nella notte
prima che l’anno faccia il giro
ginepri prostrati sullo spuntone
pecore indifese
e galle di vermi come decorazioni
discarica di pietre argini di campi
distanti dalla catasta isolata
conoscenza di quercia e sua progenie
il pellegrinaggio malfermo
di scavo in scavo
omini di pietra rivelati dall’erica bruciata
attraverso il pendio del Harkerside
dove venne la pioggia e tornò sciacquata
via al focolare di Lemon Gill
vene spente sotto la neve
i detriti minerari procreano
le loro comunità
le loro attrazioni minori
intagliate dai grigi dei rifiuti
e dai fiori tra le scorie
foglie di quercia tra i carboni
cadavere senza dimora
traghettato in un’urna di vimini
da ogni parte del solstizio
l’agrifoglio brucerà
il bestiame morto per i poveri
Sotto Scar Clump
‘a priori of white clotid nuns’ *
pioggia sulla prioria
case in rovina e
archi d’inverno come miniere
ronzano nei cedri
calce di corvi
coperchi di pietra
nella nuda navata
pergamene di foglie accompagnano
diamante e trifoglio
cerchi e linee dritte
a chiudere tutti i corpi
apertura sul tetto
scalini attraverso
piume e sterco
crepe riempite di sudiciume
il nostro luogo d’esilio
in lutto nelle pietre
dalle altura agli anfratti
giorni tesi quando è tardi
odori come di solvente
rilasciati senza
brusio o afflizione
gli stagni in disuso
spunti di antiche canzoni
le sue depressioni non profonde
scavi indistinti
blocchi di crinale e corrugamento
* Da una descrizione medievale del monastero.
(Traduzione di Silvia Pio)
«Queste sono poesie astute e amare, il cui tono va dal comico esplicito al senso profondo di umanità intrappolato dentro al sistema concentrico dell’invenzione e della falsificazione mediatica … dovrebbero essere acquistate e lette da tutti coloro che desiderano un dose di medicina forte che potrebbe costituire “una cura per ogni male”.»
Ian Brinton, scrittore, critico e redattore
Queste poesie fanno parte della raccolta inedita Song Cycle; finora soltanto ‘Up Dale’ è apparsa online.
La serie è basata su Liederkreis, Op. 39 di Schumann, ma in verità è una risposta alla cultura della zona di Swaledale, North Yorkshire, dove l’autore ha vissuto. Egli ha letto la sequenza al Swaledale Festival di quest’anno e, per l’occasione, il suo amico Christopher Moss ha realizzato alcune opere (tempera all’uovo e doratura su pannelli di quercia gessati).
Anthony Mellors è nato nella Fenland inglese ed ha studiato nelle università di Sussex and Oxford. È storico del modernismo e redattore-fondatore di fragmente: a magazine of contemporary poetics, rivista di poetica contemporanea. Le sue raccolte di poesie recenti includono The Lewknor Turn (Shearsman Books), Sylphs (Five Seasons Press), e Confessional Sonnets (Aquifer Press), mentre lavori anteriori sono apparsi su antologie in Gran Bretagna, Austria e Stati Uniti. Collabora con il collettivo di poesia, musica e danza Ghost Jam, in Galles e a Londra, e attualmente sta terminando un libro basato sul Winterreise di Schubert; alcune parti di questo progetto sono state presentate all’Università del Kent nell’ottobre del 2017.
Immagini e poesie da Eurydike saranno pubblicate sul prossimo numero della rivista Snow.
(A cura di Silvia Pio)
Ecco un articolo sulla performance italiana a cui ha preso parte l’autore:
Il suono delle parole e delle lingue, incontri di Traduzionetradizione