MIMMO PUCCIARELLI
Proviamo ad immaginare una stanza
piena di ricordi
ci sono i libri che ricoprono le pareti
foto ingiallite di un matrimonio consumato a Pompei
volti di giovani ragazze oggi madri
o che lo diventeranno
e poi quello di tenere bambine
che non conoscono il loro destino
matite e penne in quantità
poesie già consumate
e una raccolta da vendemmiare
un silenzio delizioso
e di fronte delle finestre illuminate
che proiettano ombre di volti sconosciuti
il frigo che non si spegne mai
una caldaia che consuma gas
e riscalda la mia piccola casetta
piena di testi da leggere
riserva di pasta, olio, vino
zucchero, riso e poche spezie
tra le quali l’origano santo
il mio letto grande, spazioso,
i cuscini che mi aiutano a dormire
o a offrirmi un comodo appoggio
per poter far scivolare la matita
su questi fogli di carta a quadretti
che imprigionano il bianco della carta
un sorriso che si perde nel vuoto
di queste piccole stanze piene di souvenir
ma dove manca una mano
solo una mano
che in questo preciso momento
si avvicina
mi guarda
mi bacia
stringe la mia di mano
e poi mi lascia sognare
su questi fogli che conserverò
fino alla fine
fino alla prossima primavera
quella in cui deciderò di diventare uccello
o cavallo
di rotolarmi sull’erba
oppure bucare le nuvole
per farle starnutire
c’è anche una luce
che mi conforta
e controlla la mia pazienza
quella che gli ammalati devono avere
per guarire
per ritrovare quelle spericolate idee
che ci spingono ad alzare il gomito
a difendere gli innocenti
a predicare giustizia
e liberarci dai fantasmi
che bruciano le pupille
un film? piuttosto un teatrino
fatto a mia immagine e somiglianza
mentre fuori -
lontano, ma non molto…
da questo respiro sincronizzato
e quest’altro oggetto dei desideri
tutto rosso
e che oggi si può trapiantare
come lo fece anni fa un mio amico
oramai noto scrittore che della Lucania
fa luccicare l’accento
come quello dei suoi parenti definitivamente lontani -
là fuori, dicevo, ci sono migliaia di cuori
innamorati, inferociti, ragionevoli, cerimoniosi
che festeggiano compleanni
e si fanno promesse : X SEMPRE
la giostra d’autunno è partita
è andata a fare un altro giro
in un altra città
ed io sono rimasto solo
in questo mio piccolo covo
sconosciuto, nascosto a quella manina
che potrebbe far ballare le mie parole
autorizzarmi ad assaggiare un po’ di vino rosso
e guardarti negli occhi
tuffandomi in questi tuoi laghetti
che scintillano
che sono bagnati
da quattro lacrime
che solo le mie dita
possono toccare
saggiamente poi
rileggo quello che ho provato a raccontarti
sperando di abbracciarti
durante quello che resta del sonno.
19 novembre 2018