Un libro, con testi e fumetti di Franco Blandino, schede ed approfondimenti di Paolo Ravera, ed una mostra per conoscere storia, miracoli e leggende del Santo Patrono di Fossano
L’antica necessità delle comunità di avere un Santo protettore, un Patrono (in etimologia “protettore”, da “pater”), viene dalla voglia di avere un mediatore, nella Comunione dei Santi, per le preghiere, le istanze, le speranze dei fedeli cattolici. I Santi come figure di riferimento, come alti esempi di virtù, ma anche come confidenti ed intercessori, personaggi familiari e vicini al popolo, e infine, come spiegava il pur scettico Paolo Poli, segni di “appartenenza, e una sorta di memoria grata nel campo del nostro disordine quotidiano”.
Questa bene augurante necessità di un Patrono fa battezzare con il nome di un Santo le città, i borghi, le cascine, i poderi, addirittura le fonti d’acqua, infiora i giorni del calendario e si riverbera nel nome dei neonati; soprattutto in passato, essa si è tradotta nella esigenza di avere nelle Chiese, ma anche nelle case, la reliquia di un Santo, per sentirlo “vicino”, per aggregare attorno ad essa i valori della comunità o della famiglia.
A Fossano è ben sopravvissuta al tempo (e ai “tempi”) la venerazione della reliquia di san Giovenale nel giorno della sua festa, la prima domenica di maggio di ogni anno: il busto reliquiario di San Giovenale, preziosissima teca d’argento donata alla città nel 1417 dal Principe Lodovico d’Acaja, viene portata in processione dal Vescovo, dal clero e dai probi cittadini della Compagnia che ogni anno annettono un nuovo Rettore, e sfila tra due ali di folla “vestita a festa”. Nella processione San Giovenale non incontra solo i cittadini, ma anche la singolare “quadreria” dei ritratti dei “Benefattori”, dagli oli dei più antichi filantropi che hanno contribuito alla realizzazione di ospedali e case di cura, ai dagherrotipi e alle fotografie di quanti in tempi recenti hanno donato parte del loro patrimonio alla città: un incontro che scavalca i secoli, una singolare tradizione di cui la Città di Fossano è giustamente molto orgogliosa.
In questo libro viene riproposta la storia della vita di san Giovenale, le leggende ed i prodigi legati alla sua figura e le traversie che hanno accompagnato le reliquie, dal “rapimento” di Narni alla traslazione fino alla Cattedrale di Fossano. Per la prima volta la storia è narrata come “graphicnovel”, come fumetto, seguendo il racconto del canonico fossanese Giovanni Battista Negro, integrandolo con racconti della tradizione e con la rilettura data dal Canonico Giovanni Battista Giaccardi.
Come nel racconto della Tradizione nel libro si dà molto rilievo alle doti taumaturgiche e agli iperbolici miracoli che si sono verificati durante la vita e dopo la morte di San Giovenale: il “vero” Santo, nella Tradizione, è capace di piegare la natura matrigna restituendo la salute o addirittura la vita, e riesce a domare gli elementi, scatenando tempeste sui nemici dei suoi protetti o placando gli elementi a salvamento. Con una sorta di ribaltamento di significati oggi la “santità”, l’esempio cristiano, è piuttosto in quella presenza del giovane medico cartaginese nei vicoli degli ultimi, a portare consolazione materiale e morale, ed in quel giovane Vescovo che organizza la società dei fedeli di Narni, portandovi, con coraggiosa fede, la parola di Dio.
Molto si è narrato sul nostro Santo, sia con le parole che con le immagini ma finora una narrazione completa della vita e storia di Giovenale a fumetti non era ancora stata scritta. Questa “Vita e Leggende di San Giovenale” si può ritenere, se non un unicum, sicuramente una perla rara nella storia della agiografia dei Santi. Con le immagini si creano scenari e suggestioni, si dà un volto ai vari personaggi, si mette quindi “nero su bianco” quell’immaginario che non sempre può scaturire da una semplice lettura.
Il fumetto – come diceva Hugo Pratt – è “letteratura disegnata”, capace di giocare con il messaggio e con la metafora, in grado di correre sui binari della narrazione, per una comunicazione più immediata dello scritto, essendo fatta di immagini che vogliono suggerire agli occhi, prima ancora che alla mente, le intenzioni dell’autore e del disegnatore. Una comunicazione ”facile” della lettura, fatta di “nuvolette”che escono dalla bocca dei protagonisti, di didascalie esterne – i cartigli – che sono la voce narrante, di suoni onomatopeici che con le immagini definiscono l’ambience attorno ai pensieri e alle parole dei protagonisti.
Al disegnatore va il privilegio di muovere a piacer suo la macchina da presa, di essere assoluto regista delle inquadrature, delle luci, delle espressioni, dei “rumori”, fino all’appassionante ricerca della sintesi proposta su alcune tavole, in cui le immagini ruotano e si uniscono attorno a un nucleo forte, in una “logica suggestione” grafica (si veda la tavola del calice miracoloso, dopo la liberazione di Narni dall’assedio).
Nella sede del Museo Diocesano, in via Vescovado 8, c’è la relativa Mostra: sei pannelli appesi, sei gigantografie di pagine significative del libro, un dipinto settecentesco del miracolo dell’indemoniata e, da contraltare, un grande dipinto di Blandino, raffigurante il miracolo della Croce di san Giovenale. Al centro della sala, su un cubo rivestito di stoffa color corallo, una singolare opera ancora di Blandino, una scultura modellata per sottrazione nel polistirolo, da cui il capo del santo Patrono Giovenale esce come da un blocco di marmo; non ne esce completamente, ma ne rimane avvolto, con la concavità del piviale arricchita da frammenti di specchio.
La mostra è aperta nei giorni di sabato, domenica e festivi, dalle ore 15,30 alle ore 18,30 con ingresso libero, fino al 26 maggio 2019. I visitatori sono accolti ed accompagnati dai volontari dell’Associazione Amici del Museo di Fossano.
Per l’occasione, da un’idea di Franco Blandino e Walter Lamberti, e a cura dello stesso Walter Lamberti, è stato prodotto un breve cortometraggio sui percorsi e luoghi di San Giovenale, destinato ai social e alla promozione turistica della Città, in proiezione continua alla mostra.