ELVIRA GRASSO
Come un tacito tumulto, la sovrapposizione intensa di tranquillità diverse.
Il cuore si sgonfia, la mente è leggera, nonostante la tua massiccia presenza.
Mi spengo, mi accendi e parlo, o forse blatero, ma con una consapevolezza spensierata.
Mi stendo e le nuvole formano un circolo.
Mi volto e il cielo adesso è vuoto, come me.
Le onde si infrangono ma non si fanno male ed è il suono più brusco che si attenua quando si fonde con lo sguardo.
Finalmente tutto è roseo.
Mi riempio, di te, di musica, di odore di salsedine ed è la pace.
Non chiedo che ora sia. Non importa.
Qui il tempo si è fermato da altrettanto tempo.
Non mi chiedo niente a dire la verità, non ne sento il bisogno.
Accenno un sorriso, di nuovo, e il perché non lo conosco nemmeno io.
Mi hanno detto che non è necessario cercarlo e hanno ragione, questa volta.
Mi stai addosso, ma mi muovo bene, come se i pensieri che mi appesantiscono la mente e la schiena, si annullassero.
Capita però che, come tutto, vai via.
Non avvisi, non dici dove o quando, te ne vai e basta.
Mia dolce calma, aspetto sempre il tuo ritorno.
Quando arrivi, fai come al tuo solito e non avvisare, che a me le sorprese sono sempre piaciute.
***
Mi chiamo Elvira Grasso e ho 14 anni.
Frequento il liceo classico “Nicola Spedalieri” di Catania.
Una delle mie passioni è la scrittura che mi permette di esplorare a fondo ogni mia emozione, facendomi capire chi sono davvero.