ROBERTO MOSI
II.
Il canto mi prende, mi porta
a cantare lo scorrere del tempo
nel bosco sacro di Fonte Santa,
accordo la mia voce al suono
delle acque, al respiro del vento,
al vibrare delle foglie, guidato
dalla musica del flauto d’oro.
Brilla il vortice del silenzio,
alberi, pietre incantate, braccia
di luce scivolano per i rami,
riflettono nello specchio della fonte
figure, miti colorati.
L’inganno si congiunge
alla conoscenza, appaiono
immagini sconosciute:
la fonte non sa di contemplare
sé stessa e il riflesso di un dio.
III.
Offrirò il suono dei ricordi
per il canto dell’esistenza.
Il passato si intona all’oggi,
un accordo di alternanze
sonore, silenzio e respiro,
elementi primi della vita.
Il canto celebra le cadenze,
vive nel fluire dell’ispirazione
nella voce della fonte, scandisce
il battito del tempo, interrompe
il suono e lo riaccende.
L’assenza si capovolge
in presenza, attività e passività
si integrano, figure immobili
sono superate da immagini
in movimento. “Alla terra
immobile” dico: “io scorro”,
all’acqua rapida: “io sono”.
All’oblio che si distende
risponde il canto che afferra
l’esistenza, “io sono”, “io sono”.
IV.
Incredibile la vita della fonte
abitata dagli angeli venuti
dal cielo, dalle radici della terra
per la via delle acque.
Angeli migranti danzano
leggeri come il vento che giunge
dal Mediterraneo,
s’ingolfa per la valle dell’Arno,
spartisce lo slancio per i costoni
della Cupola e germina
di rari fiori la Costa del Sole,
il crinale generoso di acque.
Il vento conserva i segreti
di quelle terre, accoglie
le memorie del passato,
scioglie il filo del pensiero.
V.
Monotona la voce della fonte?
Non sai di quanti suoni è
l’eco, di quante memorie.
I venti profumati di mare
hanno incontrato i salti
dei delfini, il tuffo cadenzato
delle balene, il volo leggero
delle barche sulle onde.
Abbracciano le geometrie magiche
della Cupola,
cantano storie meravigliose,
si distendono per i boschi
di Fonte Santa nel mormorio
infinito dell’acqua che scorre.
Roberto Mosi, Orfeo in Fonte Santa, Giuliano Ladolfi editore, Borgomanero 2019
Ancora una volta, con il poemetto Orfeo in Fonte Santa, l’autore Roberto Mosi, poeta e fotografo, s’impegna, come in precedenti occasioni, con il tema di un mito, quello di Orfeo, partendo dalla convinzione della sua “attualità” per la nostra epoca. Il punto di partenza nella ricerca è, per un verso, la possibilità della poesia di cogliere le energie primarie racchiuse nel mito e, per un altro verso, il ricorso alla fotografia, capace di cogliere “l’aurea mitica” che circonda determinate forme della nostra vita quotidiana e dell’ambiente nel quale viviamo.
L’obiettivo della macchina fotografica si posa su un angolo “felice” delle colline che circondano la città di Firenze, l’ambiente che circonda Fonte Santa, presso San Donato in Collina. Le immagini fotografiche sono riportate a fianco del testo poetico.
Fonte Santa è posta al centro di un’area boschiva quasi unica in Italia per la presenza, a sei-settecento metri di altitudine e a novanta chilometri dal mare, di una flora tipica del litorale marino che qui si conserva alimentata dalle correnti mediterranee che vi giungono lungo il corso dell’Arno. Questa particolarità e il conseguente clima temperato e dolce, rendono la zona “felice” in ogni stagione per la sua aria salubre e balsamica.
Il territorio, denominato anche Costa del sole, è stato sempre abitato dall’uomo, da popolazioni etrusche e romane come testimoniano vari segni della toponomastica e reperti archeologici. Il più noto il Sasso Scritto, un’iscrizione in caratteri etruschi scolpiti su una pietra che segnava il confine della giurisdizione amministrativa fra le città di Fiesole e Volterra. Nella zona sorsero nei secoli successivi castelli e ville, nonché case coloniche con poderi coltivati a ridosso del bosco; è stata frequentata nel Seicento da un gruppo di giovani poeti dell’Arcadia fiorentina: i “Pastori Antellesi” che avevano nominato Fonte Santa la “Fonte dei Baci”.
L’area è attraversata da un sentiero – la via Maremmana – percorso nelle varie epoche, da pastori, mercanti, pellegrini: oggi da turisti, amanti del trekking, ciclisti ed altri; qui vi sono stati, fra l’altro, aspri scontri nel periodo della lotta partigiana. Proprio la Fonte è stata testimone in tempi recentissimi di un sanguinoso fatto di cronaca, l’uccisione di una giovane donna per mano dell’ex fidanzato che poi si è tolto la vita.
La poesia, il canto, dagli accenti orfici, catturano i passaggi della storia di questa terra, il respiro della natura, le trasformazioni delle figure che l’hanno abitata e l’abitano oggi. Accanto alla ricerca fotografica è andata di pari passo la ricerca poetica, che ha trovato forma nei canti del poemetto denominato Orfeo in Fonte Santa. La pubblicazione riporta in copertina l’immagine di una testa scolpita nel marmo –ripresa da una fonte del Giardino di Boboli – la bocca piena di ciuffi d’erba, che rappresenta, per metafora, la vita che è – e che scorre, con il suono delle acque – in Fonte Santa. L’impronta poetica è ripresa dall’opera di Rainer Maria Rilke Sonetti a Orfeo, nella convinzione che l’esistenza è un canto ininterrotto, rievocazione del passato che si intona al presente, nel gioco di continuo alternanze, come il respiro dell’uomo.
(da “L’Officina del mito”, introduzione a Orfeo in Fonte Santa)
***
Roberto Mosi vive a Firenze, è stato dirigente per la cultura alla Regione Toscana. S’interessa di letteratura e fotografia.
Per la poesia ha pubblicato Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017) e l’Antologia “Poesie 2009-2016” (Ladolfi 2016). Prima di questo anno sono da ricordare La vita fa rumore (Teseo 2015), Concerto (Gazebo 2013), L’invasione degli storni (Gazebo 2012), Luoghi del mito (Lieto Colle 2010), Aquiloni Il Foglio 2010), Nonluoghi (Comune di Firenze 2009). Le opere poetiche sono presentate anche nella forma di e-book dalla casa editrice www.larecherche.it di Roma, nella collana Libri Liberi.
Per la narrativa ha pubblicato il romanzo Esercizi di volo (Europa Edizioni 2017), Non oltrepassare la linea gialla (Europa Edizioni, 2014) e la guida Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio, 2013). Le recensioni ai libri di Mosi sono riportate nel portale di letteratura www.literary.it.
Una rassegna della fotografia dell’autore è riportata nell’e-book Firenze, foto grafie, www.larecherche.it; su YouTube, alla Playlist “Felicità”. Ha partecipato alle tre edizioni dell’Officina del Mito, presso il Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze.
Collabora con le riviste «Testimonianze», «L’area di Broca», «Semicerchio», «Il Foglio Letterario».
Cura i blog www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it, dove si può leggere la recensione di Franca Alaimo a Orfeo in Fonte Santa