Di Monte Sant’Angelo, delle apparizioni dell’Arcangelo Michele e di altre meraviglie

5

GIANCARLO BARONI

Gli angeli sono messaggeri e ambasciatori divini, intermediari fra Dio e gli uomini, sono vicinissimi al Creatore, lo circondano, lo adorano, lo servono, lo proteggono, lo difendono, lo glorificano.

Assieme ai serafini, raffigurati con sei ali, e ai cherubini, che di ali ne avrebbero quattro, gli arcangeli (capi degli angeli) occupano le sfere più elevate delle gerarchie celesti. Gabriele è il messaggero divino per eccellenza: annuncia a Maria la sua maternità; Raffaele è il soccorritore; Michele è il principe degli angeli, lo stratega al servizio dell’Onnipotente, il “valoroso guerriero dell’Altissimo”. È lui il nemico principale del diavolo e del maligno; è lui il capo supremo dell’esercito e delle milizie celesti che sconfigge e caccia dal Cielo Satana assieme agli angeli ribelli, che lo trafigge con una lancia o con una spada; è lui che pesa con una bilancia le anime dei defunti valutando se le opere buone superano quelle malvagie.

Costantinopoli era particolarmente devota a Michele per le sue virtù taumaturgiche e di guaritore e perché proteggeva gli imperatori; i Longobardi, dopo la conversione dall’arianesimo al cristianesimo, lo scelsero come patrono; la sua fama si diffuse in tutta Europa.

Sul Gargano, a ottocento metri d’altezza, nell’odierna Monte Sant’Angelo, l’Arcangelo si manifestò per tre volte dal 490 al 493 d.C. Si racconta che un personaggio leggendario, Gargano, proprietario di mandrie e greggi, andò alla ricerca di un toro che era scappato, lo ritrovò all’imbocco di una grotta, adirato scagliò contro l’animale una freccia che deviò la sua traiettoria e tornò indietro ferendolo. Considerata la stranezza della cosa, il vescovo ordinò tre giorni di digiuno e penitenza, trascorsi i quali Michele apparve al vescovo davanti alla caverna dicendo: “Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra…io stesso ne sono il vigile custode”. Durante una di queste apparizioni, rimase su una roccia l’impronta di un suo piede.

3

La chiesa di Monte Sant’Angelo, che sorse probabilmente già alla fine del V secolo e crebbe attorno alla caverna, divenne il più celebre santuario occidentale dedicato all’Arcangelo, centro di irradiazione del suo culto verso Occidente, luogo di preghiera e meta di pellegrinaggi da parte di fedeli, viandanti, monaci, papi, santi e re. All’esterno l’ottagonale campanile-torre innalzato dagli Angioini nella seconda metà del Duecento. Percorsa una scalinata, si arriva al portale antistante la grotta dove si leggono le parole pronunciate da Michele: “In tutto lo spazio che racchiude questa Caverna i peccati degli uomini sono perdonati. Questa è una dimora speciale nella quale qualsiasi colpa viene lavata”. Sulla porta bronzea che chiude il portale episodi biblici con gli angeli come protagonisti e scene delle epifanie dell’Arcangelo. All’interno della Grotta, una statua di alabastro, scolpita a inizi Cinquecento dal Sansovino, lo rappresenta come un guerriero che con il braccio destro sollevato impugna la spada e col piede sinistro schiaccia il demonio sconfitto, una creatura mostruosa dal muso di scimmia, cosce di capro, artigli da leone e coda di serpente. Custodita dentro un’urna, nello spazio recintato dell’area presbiteriale dove i fedeli non possono liberamente entrare, la statua poggia sul masso dove la leggenda narra sia impressa l’orma del piede di san Michele.

Tre santuari dedicati all’Arcangelo stanno idealmente e geograficamente su una stessa linea retta. Monte Sant’Angelo nel Gargano (“casa di Dio” e “porta del cielo”); la Sacra di San Michele in Val di Susa, sorta sulla cima del Monte Pirchiriano nel luogo indicato, dice una leggenda, da Michele a un eremita; Mont Saint-Michel in Normandia: nel 708 l’Arcangelo apparve tre volte in sogno al vescovo e gli chiese di costruire una chiesa su questo isolotto roccioso circondato dall’oceano che, per l’alternarsi portentoso di alte e basse maree, appare e scompare, si ritira per chilometri e poi ritorna veemente.

La Puglia è terra di basiliche, di santuari e anche di castelli meravigliosi. Su una isolata collina dell’altopiano delle Murge sorge Castel del Monte, iniziato verso il 1240 per volontà dall’imperatore Federico II. È il castello per antonomasia, il modello di cui tutti gli altri sono copie imperfette. A forma di ottagono incorpora otto torri a loro volta ottagonali; tipico dei battisteri e delle fonti battesimali, l’ottagono è simbolo di resurrezione.

1
Impronte

Impresso sulla pietra
un salto portentoso
prima fino alla roccia
in cima a un altro monte
dopo su un’isoletta
che scompare e riappare
come per incantesimo.

2

Le fotografie sono di Giancarlo Baroni.
Uscito su Pioggia Obliqua, Scritture d’arte.