GIANLUCA BIA
Marie. Lei girò la chiave nella serratura e prese Lui per mano e se lo trascinò oltre la porta. Lei, Marie, era una ragazza dalla figura minuta, i capelli castani e le labbra sottili. Lui, Eric, era un ragazzo alto, la barba trascurata da un paio di giorni e due occhi profondi e blu come il mare. La casa era vuota, l’avevano comprata così senza neanche vederla all’interno, sapevano solo di non aver comprato mobili a parte uno specchio impolverato lasciato a sé stesso in un angolo dell’entrata. Aveva deciso tutto Marie mentre Eric, che era un tipo silenzioso, si limitava a guardarla ed annuire. Lei si sentiva importante, molto importante. Marie strattonò il braccio di Eric lungo il corridoio e cominciò a parlare velocemente, così veloce da sembrare in perenne apnea. “Allora, qui a destra metteremo una libreria così almeno non avremo tanti libri sparsi ovunque, là divideremo in due, a destra i miei romanzi, a sinistra i tuoi saggi e in centro un porta incenso”. Marie portò Eric in quella che pensava potesse diventare la loro futura cucina e riattaccò a parlare: “I fornelli li metteremo qui, il lavello qui e il frigo a destra del lavello. Qui un tavolo in legno grezzo con tre sedie coordinate e una di recupero”. Proseguirono in salotto. Eric in silenzio, Marie prendeva fiato. “Davanti alla finestra un bel divano a due posti: non troppo grande, non troppo stretto. Metterei un bel televisore qui per vedere quei film degli anni 50 che ti piacciono tanto e qua un giradischi”. Marie si agitava e sbracciava come se stesse scacciando delle mosche invisibili, come se si stesse difendendo da un attacco di farfalle. Lui la trovava bellissima e lei lo sapeva. “Questa è la camera da letto, l’amo già, il letto sarà semplice, le lenzuola color avorio e l’armadio sarà di un marrone scuro. Da questa finestra guarderò sotto nel cortile e aspetterò che tu torni dal lavoro per farmi trovare per te, color carne e avorio”. Marie si fermò e lo guardò e poi con aria delusa disse ” Il bagno, non so come arredarlo…”. Lui le sorrise e lei si sentì perdonata per questo. Uscendo Marie si fermò davanti allo specchio e con la mano libera lo spolverò, lo osservò con attenzione e il suo cuore rallentò. Si accorse che non c’era nessuna mano che stringeva la sua, si accorse di essere sola in quella stanza, capì di essere l’unica persona sotto la luce che entrava dalla finestra del corridoio. Lei si asciugò una lacrima. Questa volta con entrambe le mani.
(Foto di Gianluca Bia)