SILVIA PIO
Nelle ultime settimane Margutte ha pubblicato alcune poesie nate durante il periodo di confinamento dovuto allo scoppio della pandemia di covid 19. Si possono raggiungere cliccando sul tag che porta il nome della malattia.
In molti abbiamo avuto voglia di trovare parole per questa esperienza, non parole assordanti come quelle dei comunicati e delle infinite polemiche che la situazione ha scatenato, ma intime e misurate che potessero lenire lo sgomento, raccontare ciò che è difficile esprimere, tenere compagnia nell’inevitabile solitudine ed anche esternare il senso di libertà – o semplicemente di novità – che paradossalmente si è manifestato.
Da parte mia, propongo alcuni versi nuovi e altri vecchi ma che si adattano bene alla circostanza. La foto è di Bruna Bonino.
Padrona dell’attesa
percorro una strada
di spaziotempo
che porta in riva al mare
Anche il cielo va avanti
in eterno
Ma non è forse
tutto in un’unica stanza?
I soli scorrono dalla finestra
e si aprono scorci d’azzurro
*
Non contenta del mondo
m’invento una vita modesta,
innalzo tende da nomade
tra il letto e l’armadio,
riempio lo zaino di poche provviste
per il viaggio in cucina.
Il contenuto del frigorifero
e il respiro sottile scandiscono
lo svolgersi dei giorni,
che procede a spirale
facendosi strada a fatica
nel fondo di me.
*
Resta di quel tempo
di suono e furore
nulla di eroico
nessuno splendore,
nulla della giovinezza
della inconsapevole
nostra bellezza
e nulla dell’età inquieta
in questo tempo di silenzio
e pacatezza.
Vanità
anch’essa è andata
a nutrire colline
fiorite di lillà.
*
Mondi vedo infiniti
oltre il davanzale
l’albero dei miti e l’orizzonte
fiorito di colli e declivi
Tra fiati di mari remoti
il ricordo ha profilo di ponte
Memorie attese
affiorano lungo rotte d’arenarie
dietro dune senza impronte
millenarie di misteri turriti
così come i mondi
che vedo infiniti
se solo chiudo gli occhi
(Da “Passaggio in Arabia”, Marco Del Bucchia Editore 2012)
*
Dopo mezzanotte
Nell’ora oscura
sospesa tra ieri e oggi
si ascolta il silenzio
e si scrivono
a volte
versi
Come essere
già partiti
e comunque lontani
Lo spirito di chi
s’è lasciato
plana come polvere
nel buio della stanza
I domani luccicano
sulla linea dell’orizzonte
seppur mattino sembra
mai arrivare
(Da “Il tuono che tace”, Albatros Il Filo, 2009)