DANIELE TRUCCO
Le vecchie fotografie spiritiche sono ormai un ricercato oggetto di collezionismo e hanno costituito una valida fonte di guadagno per astuti e talvolta abilissimi truffatori. I fotografi degli spiriti sono stati più volte smascherati nelle varie epoche storiche ma rimangono comunque affascinanti le teorie sviluppate dai loro sostenitori per dare spiegazioni razionali a queste apparizioni sui dagherrotipi o sulle pellicole, e che trovarono credito talvolta proprio perché supportate e divulgate da validi scienziati. Si pensi, una fra le tante, alle ipotesi di Johann Karl Friedrich Zöllner (1834-1882), rigoroso professore di astronomia all’università di Lipsia, il quale sfruttò in un suo saggio (Fisica trascendentale) l’idea della quadridimensionalità degli spiriti, caratteristica che avrebbe permesso loro di muoversi e muovere oggetti in uno spazio 3D in modo per noi non ancora comprensibile[1].
Con l’era digitale il fascino delle fotografie spiritiche è un po’ decaduto ed è stato sostituito dalle apparizioni fantasma in filmati o direttamente sui monitor dei PC. Oltretutto il mito è stato un po’ offuscato da quando esistono validissime App con le quali è possibile ritoccare le fotografie in modo assai originale e adatto per ogni evenienza.
Talvolta può però ancora capitare che il caso (o gli spiriti…) si diverta a giocare i suoi tiri beffardi proprio quando meno uno se lo aspetta e che da una falsa fotografia spiritica ne nasca una ‘vera’.
Scattai la foto d’apertura in un grande cimitero poiché rimasi impressionato dalla lunghezza infinita di una galleria destinata agli ossari e dalla cura con cui era tenuta.
Tempo dopo scoprii che esisteva un’App apposita per manipolare le fotografie digitali e inserirvi GIF animate o sovrapposizioni di altre fotografie così da far sembrare reale anche l’apparizione di un fantasma.
Il corridoio del cimitero si prestava bene alla prova e, scaricata l’App, in pochi minuti il gioco riuscì alla perfezione: si può notare come l’immagine originale perda di nitidezza poiché viene ‘sbiadita’ a favore della sovrapposizione dell’elemento che si vuole aggiungere. Nello specifico sovrapposi un’immagine di fantasma preconfezionata:
Fatto ciò incominciai a ingrandire quello che avevo ottenuto per valutarne il risultato ma, quando mi concentrai sullo spettro fui notevolmente sorpreso dal notare il volto di un uomo apparire sotto il suo avambraccio destro:
Il fenomeno è conosciuto in ambito scientifico come ‘pareidolia’ cioè la tendenza del nostro cervello a ricondurre immagini non del tutto chiare a forme note, come volti e oggetti di uso comune. La cosa può naturalmente lasciare sorpresi ma effettivamente, a una acuta osservazione, si noterà come la disposizione dei fiori sulle lapidi e il contorno dei bordi di marmo creino l’effetto ottico utile a dipingere i capelli, gli occhi e il naso di un misterioso sconosciuto.
Anche in questo caso, forse unico nel suo genere, non è possibile parlare di fotografia spiritica ma piuttosto di lettura a posteriori di un fenomeno dettato dalla combinazione di fattori estranei tra loro.
[1] Suggerisco a tal proposito la visione del film Interstellar (2014) di Christopher Nolan nel quale si rende evidente in modo estremamente tecnico (più dell’ormai classico Poltergeist) l’effetto della multidimensionalità e i suoi relativi effetti.