ATTILIO IANNIELLO
«Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento».
Questi versi del “paesologo” e poeta Franco Arminio ci offrono una visione del mondo rurale caratterizzata da un ampio orizzonte umano, certamente non riconducibile allo sterile punto di vista di coloro che pensano che l’agricoltura sia solo lavoro di mani e braccia. Una visione, quella di Arminio, che apre ad un pensiero sistemico che coglie la complessità della realtà.
È certamente sotto gli occhi di tutti che la società attuale sia in larga parte dominata da quello che Martin Heidegger chiama pensiero calcolante e Jürgen Habermas razionalità strumentale; pensiero che nella sua declinazione economica e mercantile visualizza il mondo esclusivamente sotto il profilo dell’utile immediato.
Tuttavia è anche vero che nella società attuale stanno nascendo sempre di più oasi di pensiero e di pratica sociale che rigettano una tale visione riduzionistica della complessità della vita.
Si pone quindi nuovamente all’ordine del giorno la questione etica, come predisse il poeta Jorges Louis Borges: «Forse l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero. Non fa niente, dovremo inventarla un’altra volta».
Credo che a molti, sentendo parlare di etica, ritorni alla mente la citazione di Immanuel Kant: «Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me».
Personalmente amo questa frase per la semplicità con cui unisce bellezza, infinito e coscienza morale in una relazione virtuosa tra macro e micro cosmo.
Ora se c’è un lavoro che più di altri si svolge sotto il cielo è quello agricolo ed è l’agricoltura a doversi di nuovo interrogare profondamente sulla propria etica.
A questa esigenza ha dato un contributo il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa attraverso un interessante convegno dal titolo “La questione etica in agricoltura: passato, presente e futuro. Giornata commemorativa nel 150° anno della morte di Pietro Cuppari” tenutosi il 7 febbraio 2020 in Pisa.
Partendo dal pensiero di Pietro Cuppari (1816 -1870), cofondatore dell’attuale Scuola Agraria di Pisa, il convegno ha approfondito la matrice sistemica dell’agricoltura sostenibile e dell’agroecologia di cui il Cuppari fu precursore. Infatti la visione cupperiana della azienda agraria come un organismo implica la creazione di un sistema armonico tra produzione e mercato. Alla produzione «cooperano parecchi strumenti i quali formano quasi le membra del corpo stesso [dell’azienda]: il terreno, il clima, i concimi, le piante, gli animali, gli arnesi rurali, i fabbricati, la gente rurale, il capitale» (Cuppari 1862) e il mercato è fatto dalle «relazioni del corpo dell’azienda con le cose di fuori». L’azienda come organismo vive e prospera secondo un’armonia interna data dall’equilibrio sempre ricercato tra il lavoro dei campi e l’allevamento, e un’armonia esterna data dalla conoscenza del territorio in cui la stessa opera, non solamente per quanto riguardo lo smercio della produzione ma anche per la natura stessa del territorio, ed oggi noi aggiungeremmo, il paesaggio. Si tenga presente che il fondamento etico che sta alla base del pensiero di Cuppari sta nella massima che rimarrà costante per tutta la sua carriera di docente alla Scuola Agraria di Pisa: «Quo natura vergit, eo ducere oportet (Dove la natura porta, lì conviene andare)».
Nel corso del convegno pisano quindi i diversi illustri relatori hanno sottolineato che: «Alcune delle intuizioni di Cuppari rimangono straordinariamente attuali… oggi questi stessi valori li troviamo come principi fondanti dell’agroecologia, una scienza nata dalla necessità di indirizzare alla sostenibilità la moderna agricoltura secondo una visione sistemica che non poteva non comprendere i rapporti dell’agricoltura con l’ambiente, il territorio, il sistema alimentare e i consumatori al fine di garantire la sicurezza alimentare della popolazione mondiale» (Mazzoncini, 2020).
Fortunatamente sono stati pubblicati gli Atti del convegno pisano, un libro che deve far discutere sul futuro dell’agricoltura.
Mazzoncini M., Caporali F. (a cura), La questione etica in agricoltura: passato, presente e futuro, Pisa University Press, 2020.
(Foto di Bruna Bonino)