Foglia venata, sei vita – inediti di Daniele Cesaretti

Rinuccia per Daniele Cesaretti

DANIELE CESARETTI

Il bombice del gelso

Sono un bombice del gelso
faccio tanta seta
costruisco un letto
dove addormentarmi felice
tra i lucenti filamenti
e i miei riposi setati,
ti faccio molto.
Sono un bombice gelsato
sogno di diventare
la tua falena alata,
ma ancora striscio
nei rugosi rami
tra un rivolo di more
e un cielo glassato
di zucchero a velo.
Il tuo bombice del gelso
dal minuto bozzolo
cerato e setato,
un lepidottero, come
mi chiamano nei libri,
io, invece, chiamo te
mia flautata, tenera,
foglia venata,
sei vita.

(primo febbraio 2021)

*

Mitosi

Avere il piacere, dunque,
di guardare quelle mani
che si muovono, fanno qualcosa,
magari ti struccano composte
o ripongono il cellulare
in modalità aereo sul comodino,
scostano la suola del tacco
dalla pianta del piede,
o lavano il viso appena struccato.
Forse quelle mani ora
ricevono tra i palmi le tue tempie,
portano indietro i capelli
finiti davanti alla vista,
sostengono un libro, leggendolo
al posto dei tuoi occhi stanchi.

Quelle mani, che si alzano
nuove nel giorno bambino,
spezzano un biscotto
e lavorano, fanno qualcosa,
tritano la cipolla cruda
sopra il tagliere di legno
e stringono la manciata di spaghetti,
la gettano nella casseruola cocente.

Quelle mani, da capo ripetono,
strappano via il peso del fare,
gettano scontrini scaduti
accoppiati alle mie lettere,
quelle mani, finalmente,
ti rendono libera.

(28 gennaio 2021)

*

Il mestiere di coltivare

Ricordi, o dolce, quando
io piantavo speranze
per sfamare la nostra giocondità
e tu disboscavi promesse:

i tuoi stessi prelibati frutti,
disseccavi tenere terre,
assetate, invereconde,
dove avremmo germogliato.

Una timida gemma pralinata,
coccolata dalla brina fresca
nel gelido mattutino crescere
del giorno, nato breve,
il sussultare d’una piantina
che cercava il suo posto
squarciando le zollette lavorate,
era difendibile con la dolcezza
d’un infinito raggio assolato.

Uno scempio della natura
mal cacato nel freddo di gennaio,
questo siamo stati.

Daniele Cesaretti su Margutte: Non ero mai nei tuoi minuti

(Foto di Rinuccia Marabotto)