di Roberto Chiodo
Dalla prefazione di Ivan Fedeli
La scrittura di Roberto Chiodo si affila e si sgretola ai margini di una realtà magmatica che accade come non ci fosse domani. È scrittura “on the road”, in parte figlia di una Beat Generation mai troppo distante e, nel contempo, mai pienamente vicina al tessuto dei versi che procede, in verità, con la forza naturale del ritmo interno e dell’anafora, quasi a generare un mantra, un’invocazione a qualche divinità nascosta capace di generare poesia in sé, per gemmazione. Il dettato poetico fonde, poi, voci della poesia contemporanea, allude a richiami del panorama musicale – viene da pensare a Tenco, in parte a De André – ma è pienamente originale, unico nel suo disporsi nelle catene di ripetizioni ad eco o nei frequenti giochi sonori. È figlio del suo tempo, Roberto Chiodo, e interprete delle contraddizioni interne di una generazione all’ombra che cerca un senso nella costruzione di una realtà incapace di sentire se non per approssimazione e in modo opaco: una realtà fedele a se stessa dove spesso nulla accade o ritorna. [...]
Da Benedetti e bruciati (Impressioni grafiche 2021)
Ci distingue innanzi tutto uno sguardo alla
vita sempre fuori moda. Dio è affogato
e io non mi abituo a non vederti nella
confusione delle mie note preferite.
Everybody hurts nella strada più breve tra
rincorse e sbadigli. Rivedo Hemingway in
tante storie, nelle piogge estive, nella nostra
infanzia divertente quando solo ancora
eravamo benedetti e bruciati.
*
Riscrivo Pessoa tra i giocatori di scacchi
nascosti nel parco che si godono la vita,
le gioie a metà di questa breve estate
identica a te. La fede in Caproni, le
improbabili destinazioni verso qualcosa
che ci appartiene. Mi porto addosso i riti
obbligati, le visioni senza ore trascorse
insieme, le sigarette spente, i pensieri di
domani, le strade perdute, il campo del
tempo che così in fretta ci ricorda che
siamo nati invisibili.
*
Avremmo voluto cambiare
essere più sinceri forse
dissidenti di passaggio e
come anonimi caseggiati senza volto.
La paura altrove a vedere il fiume,
il fumo di una ciminiera.
L’infinito solo se lo voglio
in questo brusio di alfabeti
di solitudini abitate
come piccoli sassi.
Roberto Chiodo è nato ad Acqui Terme nel 1975. Diplomato al Liceo Linguistico Quintino Sella di Acqui Terme nel 1994 si è laureato in Scienze dell’Educazione all’Università di Genova con una tesi sulla prevenzione del suicidio tra gli adolescenti nel 2000. Ha lavorato come bibliotecario e catalogatore in diverse biblioteche. Nel 2015 ha aperto la biblioteca di poesia italiana contemporanea “Guido Gozzano” che conserva oltre 7.000 libri ed è il primo esempio in Piemonte di biblioteca dedicata esclusivamente alla poesia. È l’ideatore e il responsabile dellaSegreteria del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.
(A cura di Silvia Rosa)