ABHAY K.
Bahia
La capitale d’ogni santi
dove città alta
e città bassa
si incontrano
in un ascensore.
*
Borges
“Conosco un labirinto greco composto d’un’unica linea retta. Lungo quella linea tanti filosofi si sono persi […].”
–Jorge Luis Borges La morte e la bussola
In cerca di Borges
venni in Argentina
Non lo trovai da nessuna parte
Setacciai tutte le biblioteche e i caffè
tutte le labirintiche stradine di Buenos Aires
lui non era neppure a La Recoleta
Trovai soltanto uno specchio
e un volto che mi
fissava incredulo
è difficile a credersi
tutti mi avevano detto
che Borges visse in Argentina.
*
Carnevale
Prufrock al carnevale di Rio
Andiamo, dunque, a Rio, al Carnevale
con i tamburi battono come battiti cardiaci
di amanti che si incontrano dopo lungo tempo
e ballerini di samba fuori nelle strade
Andiamo a prendere un volo per Rio
voli affollati di festaioli con decolli notturni
Oh, non dire di no
Andiamo
Al sambodromo c’è un vieni e vai di ballerini
che ostentano i loro busti
I carri colorati sfilano senza sosta
I passanti colorati cantano canti appassionati
festaioli ipnotizzati si mordono la lingua
e gridano in follia ebbra
dondolando avanti e indietro come onde del mare
sotto la luna piena, la notte di febbraio
Ci sarà tempo
per i ballerini di Samba
di muovere i fianchi avanti e indietro
ci sarà tempo, ci sarà tempo
di ballare in piena gloria sotto la luna
ci sarà tempo per rubare cuori
muovere mani e piedi
tempo per questo, tempo per quello
e ancora tempo per altre cento cose
prima che la lunga notte infine sia finita
Al sambodromo c’è un vieni e vai di ballerini
che ostentano i loro busti
E in effetti verrà un tempo per chiedersi
dovrei scendere le scale
e unirmi ai ballerini di samba
a agli altri festaioli sbronzi?
(diranno: che amicone!)
Indosso un paltò cachi di lino sopra una camicia bianca:
pantaloni di lino, color terra
(Diranno: quale eleganza nel vestirsi!)
Dovrei scendere le scale
e unirmi al carnevale?
L’eternità si cela in un istante
Di quell’istante attendo l’arrivo
Perché so da sempre che tale istante esiste
mi so da sempre che tale istante arriva una volta nella vita
e io l’ho atteso così a lungo
e so che sta arrivando, arriverà
con la musica, la luce e i colori del Carnevale
quindi, non dovrei attendere un altro po’?
E ho visto il mondo
Londra, Parigi, Amsterdam
New York, Shanghai, Durban
e tante altre meraviglie
così, dove dovrei finire
il mio viaggio annoso
così, come dovrei terminare?
E ho provato altri piaceri, li ho provati tutti
piaceri che provano a uomini e donne adulti
ma il Carnevale di Rio è trascendentale, al di là di tutto
È il battito dei tamburi,
o sono le ballerine di samba nude
che mi fanno gridare
e allora dovrei presumere che
ci siamo?
Devo dirlo: ho visto tutte le scuole di samba
e guardato tutte le regine di Samba
nel sambodromo, in cima a carri esotici
Avrei dovuto portare dei binocoli migliori
per guardare questi panorami splendidi e indimenticabili
E la notte è tutta desta, piena di grida gioiose
Persone che oscillano, volteggiano nel Camarote 1
con musica scrosciante, canzoni accanto a te e a me
dopo copiose bevute e sontuose cene
ce l’avrei la forza di saltare tra la folla?
Ma benché abbia bagordato e festeggiato, bagordato e flirtato
benché abbia visto ballerini di samba, vestiti di niente più che tinta,
cavalcare i carri, eseguire gesta ginniche
non sono un santo: e qui non c’è rimpianto alcuno
Ho visto questo istante della mia vita incidersi nell’eternità
e ho visto una goccia d’acqua contenere un oceano
per cui posso dirlo con certezza.
E ne è valsa la pena, dopotutto
dopo la lunga attesa, le folle e una notte di spintoni
tra uomini e donne del popolo nel sambodromo
Ne è valsa davvero la pena?
aver resistito la notte intera in piedi
aver lasciato il mio unico figlio
con qualcuno che conosco appena
per dire che sono Krishna dall’era Dwapar 2
Sono venuto a vedere la Rasa lila 3 a Rio
Se uno, che partecipa al Carnevale
dovesse dire: la Rasa lila è il Carnevale dei tempi moderni
E ne è valsa la pena, dopotutto
ne è valsa la pena, dopotutto
dopo il vento di mare che sferza i vetri delle finestre
dopo la passeggiata sulla sabbia bianca
di Copacabana e Ipanema e molto, molto di più
e si può dire, ecco,
ecco ciò che intendevo
ne è valsa la pena dopotutto
camminare sulla sabbia bianca
toccare con i piedi le onde del mare
ecco, questo è tutto
No, non sono Ram o Buddha, né ero pensato per esserlo
Sono un lord civettuolo, uno che vedrà
una regina della samba ballare, al colmo dell’euforia
la inciterò a fare anche meglio
a farsi elettrica, regale, solenne
colma di tonante energia
a volte lenta e con qualche pausa
ma senza un attimo di noia
m’appassiono sempre più al samba
rimarrò qui a Rio per sempre, se ci sarà una chance
Mi farò crescere i capelli e diventare una bambola carioca 4?
Andrò direttamente in spiaggia o tornerò al lavoro?
Ho sentito che Copacabana è piena di bellezze
Non credo che mi noteranno me
Le ho viste sdraiate sulla sabbia
Con indosso solo un libro fra le mani
sdraiate tra mare e terra sulla spiaggia
A Rio ci siamo divertiti a lungo
abbiamo visto ragazze del samba in ogni tono dell’iride
Allora, ce ne andremo, torneremo a casa?
1 Camarote: cabina o scatola nel sambodromo di Rio de Janeiro
2 Dwapar: uno dei quattro eoni della mitologia indù
3 Rasa lila: una danza associata alla storia di Krishna, un Dio in Mitologia indù
4 Carioca: un residente permanente della città di Rio de Janeiro
*
Eduardo Galeano
Una lettera a Eduardo Galeano
Caro Eduardo,
le vene aperte dell’America Latina
sono state squarciate ancor più
dalla tua dipartita,
nuove vene si aprono ogni giorno,
il numero di lavoranti nell’industria che apre le vene
si è moltiplicato,
il tasso di disoccupazione è significativamente sceso,
anche l’inflazione è scesa,
non è, questo, sviluppo? Che altro definiresti sviluppo?
Con la globalizzazione ci sono nuovi vampiri all’orizzonte,
la loro sete di sangue e opulenza è cresciuta esponenzialmente
la foresta amazzonica ha molte vene. La foresta brucia.
Aprirà istantaneamente molte vene.
Spero tu sia bene e che non ti stia rivoltando nella tomba.
Ti prego, non farlo. Di questi tempi, non è rimasto quasi nessuno
in grado di riparare tombe danneggiate.
Tutti lavorano nell’industria che apre vene.
Perciò, ti prego, riposa in pace.
Cordialmente tuo,
Il Poeta
*
Gabriela Mistral
Alla maniera di Dame la Mano
Leggimi la tua poesia e fluttueremo
liberi come comete per il cosmo,
leggimi la tua poesia, e io sarò beata
come farfalla di nettare ebbra
Sorbiremo lo stesso verso
dalla fonte dell’universo
come due colibrì a mezz’aria
come due colibrì, e nulla più
tu sei vento veloce , e io intrepido destriero
e alla luna, di slancio, uniti punteremo
perché siamo due corpi
ma un’anima sola, e nulla più.
Abhay K. Gli Alfabeti dell’America Latina, edizioni Efesto 2021. Traduzione italiana di Angela D’Ambra.
The Alphabets of Latin America è libro di una forza invitante. Abhay K. ha un grande intuito per la disposizione, il sotto tono, il memorabile, un’imagerie molto particolare, e per la struttura testuale. Sono anche molto commosso dall’acume con cui usa gli elementi di un luogo: il sogno-visione di Tenochtitlan (che fu fondata in seguito a una visione onirica) o il paradosso borghesiano di cercare Borges e trovare riflessi speculari del proprio sé. Amo il meccanismo di questo abbecedario e l’alternanza fra poesie epigrammatiche e testi di più ampio respiro, che ci offre senza sosta ritmi nuovi. Inoltre, è un enorme piacere personale, per me, rivisitare tanti luoghi che conosco, attraverso gli occhi di Abhay K. È un libro di grande originalità: un libro che apre confini spazio–temporali, che è poi ciò di cui più necessitiamo, adesso, in quest’epoca di trinceramento nazionalista e paranoia.
—Forrest Gander, vincitore del Premio Pulitzer per la poesia 2019