E nessuno si aspetta niente tranne ottobre, poesie di Simone Consorti

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SIMONE CONSORTI

ALL’ALBA MI ACCOMPAGNO SULLA SPIAGGIA

All’alba mi accompagno sulla spiaggia
e mi guardo scrivere poesie
su una sedia a dondolo celeste
cigolante come il mare
In certi momenti mi invidio

*

UN’ ALTRA ALBA

Lì vicino a Dio
e accanto al posacenere
ti ho lasciato una cosa da leggere
L’ho scritta in una lingua
che non conosco
sotto dettatura di una voce
che masticavo a stento
infedele come uno specchio
Leggila a tuo modo
annusando le parole
balbettando ad alta voce
o reso muto dallo stupore
aspettando un’altra alba
incensurata
senza più morte né speranza
Medita e dimentica
Quando poi l’avrai terminata
prima di rimpiangerla
poggiala di nuovo accanto a Dio
ma un poco più vicino

*

I CIECHI CONOSCONO I CIELI

I ciechi conoscono i cieli
e spesso hanno un loro concetto
degli arcobaleni
Più di tutto sono esperti di spazi immensi
e di giorno vanno di notte nei deserti

Ci vuole immaginazione
per credere nelle rose
ci vuole un bel po’ d’esperienza
per setacciare la realtà dall’apparenza

A volte un cieco giovane
ritorna un cieco vecchio
ma ho visto ciechi che hanno visto ciechi
che hanno visto ciechi
che hanno visto se stessi allo specchio

*

SETTEMBRE NON FA PROMESSE

Settembre non fa promesse
niente estati uniche
che poi sono sempre le stesse
Niente squali vegani
o sabbia magica dei sette mari

Settembre non promette niente
Per questo sulla spiaggia
c’è meno gente
meno chiasso meno baci meno feste

Davanti al mio dondolo rosso
passa un nudista in borghese
e poi due bambine
con al guinzaglio un aquilone
Vanno piano
pestando alla perfezione le loro orme
E nessuno si aspetta niente
tranne ottobre

*

COME SI SCRIVE “AUSCHWITZ”

Dopo il film su Anna Frank i ragazzi
mi chiedono come si scrive “Auschwitz”
un’unica domanda
asettica e ortografica
che non mi crea imbarazzi
Non mi domandano
quante persone
stipavano in ogni vagone
se l’odio nasce dalla testa o dal cuore
o perché ti scambiavano il nome
con un numero di targa
come se fossi un fuoristrada

In ogni caso ad Auschwitz ci sono stato
All’entrata c’era un chiosco
dove vendevano wurstel
e la mia domanda
quella che a me sorgeva spontanea
era come si fa
ad addentare carne
in un posto così
Intanto dentro
la gente scattava foto a mitraglia
alcuni addirittura in posa
e uno perfino abbozzando un sorriso

Guardo i ragazzi
che hanno visto il film
e che nonostante le immagini
di cenere e sangue
non hanno proprio altre domande
A come Ancona gli dico
U come Udine
S come Savona
C come Como
H come hotel
W come Washington
I come Imola
T come Torino
Z come Zorro

Simone Consorti, Le ore del terrore, prefazione di Anna Maria Curci, L’arcolaio 2017

Simone Consorti è nato nel 1973 a Roma, dove insegna in un liceo. Ha esordito con L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’ (Baldini e Castoldi 1999, Premio Euroclub 2000, Premio Linus). Ha pubblicato i romanzi Sterile come il tuo amore (Besa, 2008), In fuga dalla scuola e verso il mondo (Hacca, 2009), A tempo di sesso (Besa, 2012), Da questa parte della morte (Besa, 2015), Otello ti presento Ofelia (L’erudita, 2018), La pioggia a Cracovia (Ensemble, 2019). Tra le sue numerose raccolte poetiche, si segnalano Nell’antro del misantropo (L’arcolaio, 2014) e Le ore del terrore (L’arcolaio, 2018). La sua pièce Berlino kaputt mundi è andata, con successo, in scena al Teatro Agorà di Roma tra il marzo e l’aprile del 2018. Si occupa di street photography; ha tenuto mostre personali in Italia e partecipato a collettive in Russia.