ELISABETTA MERCURI
La dimensione del tempo, per il visitatore appena arrivato a Saluzzo in questi ultimi due mesi, non corrispondeva sicuramente a quella reale. Era come se fosse stato catapultato in un’altra epoca. In un’atmosfera rarefatta, tipica del luogo e della stagione, che avvolgeva le piazze e le strade, sfilavano cortei di persone in abiti storici preceduti dal rullare di tamburi, da banditori e sbandieratori. Porte spalancate di chiese e musei invitavano a visitare antichi capolavori, mentre dal Teatro Magda Olivero provenivano echi di suoni medievali e rinascimentali. Per le strade e le piazze scene di quotidianità che raccontavano di contesti suggestivi e remoti. Scegliendo di salire al castello, in cima al borgo, spettacolari esibizioni di falconeria.
In questo scenario sospeso si aprivano squarci di contemporaneità, qualche coppia di dama e cavaliere seduta ai tavolini di bar o caffè, mentre, le vetrine delle librerie ma anche degli esercizi commerciali, proponevano numerosi testi raffiguranti “dame e cavallier in arme”. Ci si poteva così riprendere dal piacevole stupore per scoprire e apprezzare quello che l’affascinante borgo piemontese è in grado di offrire ai suoi visitatori. Soprattutto l’amore per la sua antichissima storia ed il desiderio di custodirne e diffonderne il valore.
Per raccontare e celebrare il periodo storico cha va dal V al XIV secolo, in cui Saluzzo, piccolo stato di frontiera, ebbe un ruolo importante tra la Francia e le maggiori potenze italiane, la realizzazione di due interessanti iniziative: la mostra “Tesori del marchesato di Saluzzo. Arte, storia e cultura tra Medioevo e Rinascimento” che ha coinvolto tre sedi principali, la Castiglia, Casa Cavassa, l’ex Monastero di Santa Maria della Stella, e che ha coinciso, negli ultimi giorni, con la Festa del Libro medievale e antico di Saluzzo dal sottotitolo che mutua i primi versi dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”. La prima edizione di una manifestazione libraria, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo e dalla città di Saluzzo, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino e Fondazione Amleto Bertoni, dedicata alla cultura e alla storia medioevale, attraverso romanzi, saggi, fantasy, lezioni, musiche e performance. Un progetto mirato a sfatare quell’idea dell’oscurantismo medievale, ridefinendo questi secoli come un periodo prolifico di studio e rinascita.
La mostra sui Tesori del marchesato è stata curata da Simone Baiocco (Conservatore Arti dal XIV al XVI secolo presso Palazzo Madama di Torino) e ideata da Fondazione Artea (in collaborazione con Fondazione Torino Musei, il Comune di Saluzzo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, con la partecipazione della Diocesi di Saluzzo e della Consulta BCE Piemonte e il contributo storico scientifico dell’Università degli Studi di Torino). La prima mostra sulla storia e sulla cultura del Marchesato di Saluzzo. Marchesato che nasce all’inizio del 1200 e si chiude verso la metà del ’500. I marchesi per contrastare l’espansionismo dei Savoia, ritennero opportuna l’alleanza con la Francia, da cui derivò il clima dello “spirito cavalleresco” e “dell’amor cortese”. Nel corso del ‘500 quando lo Stato viene annesso alla Francia, “la cultura figurativa saluzzese si avvia verso un aggiornamento al manierismo di ispirazione centroitaliana”. L’evento espositivo ha illustrato questo percorso storico attraverso opere di pittura, scultura, intaglio, affreschi, oreficeria, materiali lapidei, documenti d’epoca. In tutto, circa 70 opere provenienti da importanti Musei ed enti di conservazione italiani e europei. Nella varietà di espressioni artistiche presentate, oltre alle opere esposte, la riscoperta di quelle che si trovano sul territorio. Dal centro di Saluzzo il dialogo con le valli (Val Grana, Val Maraita, Val Maira, Valle Po) e con i luoghi storici del territorio marchionale: il Castello della Manta, l‘Abbazia di Santa Maria di Staffarda, la Cappella marchionale di Revello, i Castelli Tapparelli d’Azeglio di Lagnasco.
I capolavori di questo viaggio culturale appartengono al periodo compreso tra Medioevo e prima età moderna, dalle opere su tavola alla produzione di Hans Clemer, pittore di origine francese la cui presenza testimonia la dimensione europea del marchesato, alle principali maestranze attive sul territorio quali la famiglia Pocapaglia, Giovanni Baleison o la Bottega dei Biazaci. Nell’ex Monastero di Santa Maria della Stella, tra le opere in mostra, la Madonna col Bambino (Tommaso Biazaci -tempera e oro su tavola- Genova Museo) e San Nicola di Bari (Tommaso Biazaci- tempera e oro- collezione privata)
Nel museo di Casa Cavassa sono state esposte tre opere di Clemer: La Madonna del coniglio (proveniente dal museo Bardini di Firenze) e due tavole del polittico conservate nel Duomo della città. Del pittore del marchesato Hans Clemer rimangono testimonianze in tanti affreschi e nel poema epico-cortese Le Chevalier Errant composto da Tommaso III di Saluzzo. Grande protagonista del marchesato nella stagione tardogotica, il marchese Tommaso III ricoprì un ruolo politico fondamentale nei rapporti con il ducato di Savoia e il regno di Francia. Fu con lui che iniziò il periodo di massima fioritura artistica del marchesato.
In occasione della mostra, dopo 600 anni, Le Chevalier Errant, uno dei più importanti testi cavallereschi del periodo (Boccaccio si ispira a lui nell’ultima novella del Decamerone, dedicata alla bella Griselda), oggi conservato nella Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, è tornato a Saluzzo dove è stato possibile visitarlo solo per pochi giorni. Il manoscritto venne confezionato a Parigi nei primissimi anni del ‘400, con la collaborazione di un gruppo scelto di copisti ed artigiani parigini. Tommaso III di Saluzzo, che ne fu il committente, non badò a spese per trasformare la sua fatica letteraria in uno scrigno d’arte.
Ma non è stata la prima volta che il manoscritto è arrivato a Saluzzo. Intorno al 1405, racchiuso in un baule con altri di grande valore, Tommaso lo aveva portato con sé, quando aveva lasciato la tanto amata Parigi. Le Chevalier rimase nella biblioteca del Castello di Saluzzo almeno fino al 1442. Lo si ritroverà nell’inventario della Biblioteca di Margherita d’Austria, moglie di Filiberto di Savoia, a Malines (1516 e 1523/24). Nel 1530 passò di proprietà alla regina Maria di Ungheria e pochi anni dopo, nel 1559, alla collezione libraria dei duchi di Borgogna. Finché nel 1794 venne prelevato dalle truppe francesi.
Questa testimonianza storico-artistica ha intessuto ancor più di fascino queste giornate dedicate al periodo di maggior fulgore che attraversò il marchesato.
Il variegato palinsesto dell’evento culturale ha visto anche la partecipazione di storici, giornalisti e scrittori. Per citarne alcuni, lo scrittore giornalista Aldo Cazzullo con la lectio magistralis ispirata dal suo ultimo volume Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti; lo storico, medievista, Franco Cardini con un convegno sul suo libro Le cento novelle contro la morte ossia una rilettura del messaggio del Decamerone di Giovanni Boccaccio adattata a questi nostri tempi segnati dalla pandemia. Tra gli altri ospiti, il cantautore Angelo Branduardi “il menestrello che ha saputo unire la musica medievale e rinascimentale con la musica folk tradizionale”.
La mostra sul marchesato e la Fiera del libro medievale e antico, oltre ad avere reso Saluzzo teatro di un’epoca che continua ad affascinare l’immaginario collettivo, ne hanno arricchito il percorso di valorizzazione che si sta costruendo per la sua candidatura, con le terre del Monviso, a Capitale italiana della cultura 2024.