MARCO RIGHI
Raggi nel silenzio
A mio padre
La luce che viaggiò,
occhio ha trovato
che la contempli
e ascolti il suo messaggio:
«Ah, quanti spazi,
quanti soli infranti
ho traversato
nel mio lungo errare!
Di fredde cifre,
di frequenze pure
sono i miei quanti,
e pure in me s’asconde
una Bellezza che accende
mente e cuore».
Li riconosci nella notte oscura
coloro che son vinti da tal foco,
che sfidan sonno,
fame, freddo e oblio
pur di saziarsi della fioca luce
di astri ignoti.
Di mezzo ai simil loro ei sono scolte,
che cercan ponti verso l’infinito
e avanti, avanti, spingono il lor guardo,
finché il mattino irrompe
gridando i suoi colori.
*
Passione
E un’altra volta è notte
e un’altra volta
ti sembra aver gettato la tua vita,
che nulla è come speri,
ardentemente.
Le immagin che si specchian
nei tuoi occhi
non han senso per te,
tal quali i dati
che riesci ad ottener.
Sfoga sulla tastiera la tua rabbia!
Perché? Perché?
Dove hai sbagliato mai?
Che cosa ancor vanifica i tuoi sforzi?
E per che cosa poi tu perdi il sonno?
Quattro soldi, una Borsa, un Dottorato…
Non era forse meglio un posto vero?
Una carriera che ti desse modo
di crescer figli, come chi ti ama
si aspettava per te?
Basta! Ti dici. Basta a questa vita!
Ma sprofondando in un vortice
di sonno
ancor ripensi a cosa vorrà dire
quello che hai visto,
e cosa tu puoi fare
per trovar strada, per trovar ragione,
che i dati tuoi riempia di senso
e scopo.
A notte segue giorno, giorno pieno
ma nebbia ancor pervade la tua mente
e senza meta trascini le tue ore.
Però, pian piano, vorrai ricominciare,
con nuove idee, con nuovi esperimenti
e dimentico di propositi e promesse
di una vita più calma, più sicura
ti slancerai a dimostrar concetti
che assillan la tua mente, i tuoi
pensieri.
Ci riuscirai? Non sempre:
questo è certo.
Certo è il tuo impegno
a ricercare il vero
che al bello, spesso, si unisce
e si accompagna.
Altri verranno, per i quali soldi,
fama e poter
saranno più importanti.
Ma tu continua,
che nessuno al mondo
può darti libertà quanto il sapere.
La conoscenza sia il primo tuo pensiero
che conoscenza allarga mente e cuore
e predispone a mete ardue, ma eccelse.
Che cosa poi sarà non lo sappiamo,
la Vita c’indirizzi in mille strade
ma liberi e coscienti resteremo.
Marco Righi, Scienza, Fede… e Poesia, prefazione di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2021.
Dalla Prefazione di Enzo Concardi:
Come si evince dal suo curriculum professionale, Marco Righi ha ereditato dalla famiglia la passione per le scienze esatte: è ricercatore in laboratorio, lavora per il CNR, ha pubblicato una quarantina di lavori di carattere scientifico per riviste internazionali. Ciò per sottolineare la sua mentalità razionale che, tuttavia, ha poi cercato di completare trasmettendo i suoi messaggi e le sue convinzioni maturate con l’esperienza di vita, mediante le forme poetiche che, notoriamente, richiedono anche lo sviluppo di capacità creative, fantasiose, intuitive, linguistiche proprie. Inoltre, spesso, i suoi contenuti sono di carattere religioso, altra dimensione dove il mistero e l’accettazione dei limiti della ragione sono fondamentali. Quindi ha dovuto compiere un lavoro di integrazione culturale e tecnica su se stesso non indifferente: conciliare fede e poesia – prevalentemente irrazionali – con scienza e analisi, oggettivamente raziocinanti.
Ecco dunque il risultato di tale iter spirituale, la pubblicazione di una raccolta poetica che ha per titolo proprio la problematica suddetta: Scienza, Fede… e Poesia, opera in cui, senza pretese liriche ed estetiche, egli fa conoscere la sua anima sia scientifica che umanistica, ovvero che contiene in sé in un connubio fertile, quei valori e quelle visioni che dovrebbero appartenere – a mio modo di vedere – a tutti noi uomini moderni per realizzare una società a misura d’uomo. Il libro è suddiviso dallo stesso autore in quattro parti, appunto le tre richiamate dal titolo, con l’aggiunta di una quarta sezione, Atti di Vangelo, ovvero “trascrizioni in versi di episodi evangelici”, che sarebbero da ascrivere per l’argomento alla seconda parte (Fede), ma che lo scrittore ha voluto evidenziare isolandoli dal contesto, forse per porre al centro la figura del Cristo, fondatore del Cristianesimo e cardine della Fede, ovvero un Dio-Persona e non un Dio-Concetto, alla maniera di Pascal.
Marco Giovanni Enea Righi è nato a Milano nel 1955 da madre Lombarda (milanese) e padre Toscano (senese), ultimo di tre fratelli. Entrambi portati per le scienze esatte, i suoi genitori erano: la prima una insegnante di matematica di scuola media ed il secondo un ingegnere meccanico con la passione per l’astronomia ed i telescopi.
Si laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche nel 1980 presso l’Università degli Studi di Milano, appassionandosi da subito alla vita di laboratorio. Nel 1984 viene integrato in un’Unità del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) impegnandosi in studi nel campo dell’Oncologia Molecolare e, negli ultimi anni, dell’analisi vascolare. In questi ambiti pubblica una quarantina di lavori su riviste scientifiche internazionali, tra cui hanno peso quelli relativi alle cellule microgliali, e nel 1985 riceve con altri il Premio “Ligue Française pour la Lutte contre le Cancer”. Ha pubblicato due brevi sillogi poetiche: Ricerca è passione (2017), Fede, speranza e carità (2020), rispettivamente nei numeri 10 e 13 di Alcyone 2000 – Quaderni di poesia e di studi letterari, Guido Miano Editore.