Seguire l’ansia del vento – cinque poesie inedite di Max Mazzoli

Downtown Rio (2010) acrilico su tela -  Max Mazzoli

Downtown Rio (2010) acrilico su tela -
Max Mazzoli

MAX MAZZOLI

1

…quindi torniamo all’ombra del ramo
O seguiamo il profumo acuto dei fiori ubriachi
A fianco della pietra, altare improvvisato,
Per attraversare il tempo loquace di silenzi
Per dimenticare le maldicenze e il malocchio

Prima di un autunno indifferente
Tra gli arbusti spinosi e le foglie senza ali
E un filo di polvere

Dove l’infima piaga troverà compimento
Nell’ascoltare la solennità della vita
Là dove iniziò il gioco delle parole

Come per il marinaio fenicio
Nel lamento delle onde
Occhi spenti per un giorno d’ingenuità
Lasciata su labbra che ritengono sapore marino

O un ladro di càrdamo inconsapevole e ignaro
A fianco della storia di pace ed ulivi
Poco prima del martirio
Quando cielo e mare sono d’índaco infinito.

Ma vedo amanuensi in vesti candide
E le cere sciogliersi in fumo lattiginoso
Con i nodi intarsiati al filo della memoria

E canteremo per fecondare la terra
E per ricordare o per dimenticare
Le isole e l’immenso mare.

2

Mi chiedo se ci sia abbastanza ossigeno
Per il respiro dei nostri corpi
In questa piccola stanza dove dormiamo
Da pochi nuovi giorni o forse da sempre.

Noi ancora paralleli – questa volta da sud a nord
Mentre prima giacevamo da ovest verso est
In un’altra latitudine che aveva sentore di eternità.

Un’altra casa e un altro caso, per caso.
La testa che guarda verso i piedi
E si illude che quella sia la direzione.

Quale errore! Quale orrore! credere al “sempre”
Quando nemmeno i sepolcri sono per sempre.

E tra i molti dubbi continua ad assillarci
Una domanda:
“Ma Dio, sarà felice?”

3

Se dovessi seguire l’ansia del vento
Come il solo strumento di direzione,
E abbandonare il compasso che il cerchio perfetto ricama;
Ignorare il colore del muschio sulle piante del bosco,
O dimenticare la traiettoria del sole;
Scartare l’oscillante ago magnetico,
E gettare in mare l’astrolabio…
E quindi solamente aspettare…
Prossimo all’ondulare dell’acqua,
Crederei nelle tele che si riempiono di aria.

E allora sarebbe Grecale a portarmi,
Con i segni del passato e le parole dei vecchi saggi,
I filosofi delle piazze assolate,
Le armi degli antichi soldati dai sandali screziati.

Libeccio soffierebbe di polvere rossa
Dalle dune bruciate del deserto solitario.

E Scirocco avrebbe il sapore dell’algebra
E un ricordo di nenie incantatrici
Di una mestizia imperscrutabile,
Lasciando solo la sensazione
Di un soffio sulla pelle,
E una lieve, delicata pressione sulle palpebre
Abbassate dal sonno incombente.

4

LA VECCHIA SARTORIA IN UN LAMENTO

Il tempo è un residuo passeggero che scivola via.
Il prima, il dopo, il sempre, sfumature senza senso
quando è l’ora di levare l’àncora e svanire
in uno sbuffo di fumo che si dilegua,
per un bosco o sopra il mare,
o dall’alto di un camino sulla via.

Le fotografie di un prima che non esiste più,
eppure èsita nella memoria, come fosse adesso.

Sei qui, e non sei più. Il tuo profilo ancóra
a contornare lo spazio che ci contiene.
E noi siamo vuoti come non credevamo
fosse mai stato possibile.

Ti immagino a riposare in quella stanza
dove per anni c’erano pezzetti di stoffa volanti.
Una grande finestra su una strada rumorosa,
e ora affogata dal silenzio del tuo sguardo cieco.

E vedo ancóra il fantasma di una macchina per cucire,
aghi e spilli e forbici giganti sopra un banco
e fili di ogni colore
che credevo avere dimenticato;
ritornano da lontano a farti compagnia.
Anche loro sono qui, noi siamo qui, con te,
anche solo per un attimo,
anche quando non ci sei più.

Ogni cosa è solo presa in prestito,
così come l’amore e il tempo,
tutto va restituito.

5

Poco prima della primavera

I colori di un addio che si sveste,
In giorni lasciati là nell’inverno
Dentro vuote forme che si contorcono.

Quali usate parole ora rimangono
Per contrastare il tempo e il suo disagio?

Ora che costruire è il tuo dovere,
Quando il corpo e le immagini si sgretolano.

Hidden guitar / Chitarra nascosta (2011) acrylic on canvas.  Max Mazzoli

Hidden guitar / Chitarra nascosta (2011) acrilico su tela. Max Mazzoli

Max Mazzoli è nato in Italia nel 1963. Si è laureato a Londra (University College London), poi a Cambridge (Cambridge University) con una tesi su Pablo Neruda. Ha doppia cittadinanza britannica e italiana.
Per quasi trenta anni ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana, Lingua e Letteratura Inglese, Critical Thinking, Filosofia, e English for Academic Purposes a Londra e a Cambridge, in scuole secondarie superiori, all’università e in corsi Pre-Masters.
Ha al suo attivo otto raccolte di poesie pubblicate da Book Editore e Ladolfi Editore, di cui quattro sono in versione bilingue (italiano e inglese). Alcuni suoi versi sono stati letti su Rai Uno nel programma Zapping.
Vive tra Parma, Cambridge.
Ha pubblicato le raccolte di poesie:
Con Book editore:
• In La minore (1989)
• Dissepolta polvere (1992); (premio Citterio, Città di Lodi 1992)
• Nella flagranza dell’istante (2005)
• L’altra metà del Tempo (2007)
• The Bosphorus Poems – Poesie del Bosforo – edizione bilingue – (2009). (Premio eccellenza al Sandomenichino 2022)
• Prima ch’io ti tocchi – Before I may touch you – edizione bilingue – (2012)
• Oltre Questi Luoghi – Beyond These Places – edizione bilingue – (2014). vincitore del Premio Speciale Portus Veneris Tematica al Concorso letterario internazionale, “Lord Byron Porto Venere Golfo dei poeti” (2023).
Con Ladolfi Editore:
• Il segno e la parola (1000 versi) / Signs and Words (1000 lines) (2022). Si veda Margutte qui.

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Foto di Giancarlo Baroni

Foto di Giancarlo Baroni