MARIO FALCONE
Bar
Sono qui, da mezz’ora, in questo bar di Testaccio
un po’ fuori mano, lontano dal sudore dei turisti,
dalle rotaie del tram, dal vociare dei ragazzi,
lontano da tutto;
oggi c’è il sole, per chi fatica ai remi,
per chi coltiva istinti suicidi e per i cani di strada;
ricordo con quanta cura ti occupavi dei tuoi fiori
lo so: i fiori con il nostro ultimo incontro,
quello dell’addio, c’entrano poco
ma a qualcosa dovrò pur aggrapparmi
sia pur essa una catena, una gomena,
un gancio da macellaio, una croce;
tu c’eri, io pure,
negarlo sarebbe un delitto;
ci siamo stati per tanto tempo
e per tanto tempo, se ricordi, abbiamo frequentato l’amore
convinti di essere in salvo da tutto a cominciare dalle nostre mancanze;
ingenui, stolti, presuntuosi,
il solo pensare che l’amore potesse proteggerci
dai disinganni della vita, era pura follia,
un distillato di nonsense ad alto contenuto di tossicità
eppure ci provammo, l’azzardo ci piaceva
perché si nutriva di carne e si abbeverava di sensi;
alla fine, com’era ovvio che fosse, non rimase più nulla
a parte i corpi esanimi sulle rive della Somme;
io, però, non mi rassegno:
per questo giro ancora sul campo di battaglia
a cercare i resti di me in te.
*
Coming home
Chiusi nelle auto,
stipati nei tram,
negli autobus,
silenziosi, prigionieri di noi stessi
affrontiamo il giorno occupando lo spazio-tempo
spesso senza alcuna ragione
mischiando come un mazzo di carte
l’abitudine, la noia e la rassegnazione
mangiando cibo spazzatura
tra arterie pronte a esplodere
e la grammatica velenosa della quotidianità;
spesso sogniamo qualcuno
che ci porti via da questo schifo
perché da soli non sapremmo dove andare
ma quello davanti a noi
osserva in silenzio la punta delle proprie scarpe
nel pavimento lurido della metro
o smanetta al cellulare,
vittima della schizofrenia del gesto;
nemmeno quei due ragazzi convinti di amarsi
sanno più cosa dirsi
tra la puzza di fatica,
il bambino che piange
e il semaforo della vita sempre rosso;
a mano a mano che ci allontaniamo dal centro,
la città fa il suo per farci sentire
un numero nella colonna sbagliata,
un errore evitabile,
un condannato a vivere
negli alveari dello spaccio;
è così ogni sera, al rientro,
e non bastano le note di un sax,
le imprecazioni o le bestemmie
per apporre il timbro
a un altro pezzo di noi gettato via.
Mario Falcone, Piccole pietre, La Feluca Edizioni 2023
Dalla prefazione di Marietta Salvo
Parte da lontano questo percorso di Mario Falcone, scrittore e sceneggiatore, con una solida esperienza narrativa. Con questa raccolta di poesie dal titolo scarno e suggestivo “Piccole Pietre” conduce i suoi lettori oltre gli orizzonti scrittoriali già frequentati, sulla scia di emozioni che si architettano in versi. Con passioni che assalgono occhi e cuore. Con ritmi che prendono e cercano aria, in spazi metrici nuovi. Siamo esseri cadùchi il cui animo aspira ineluttabilmente all’immortalità. Le corde toccate quelle dell’eterno andirivieni umano: solitudine (…sprazzi di vita in corsivo/perché allungo la mano e non ti prendo?/…/ascolta il silenzio/finché non deflagrerà/e diverrà urlo di vittoria), disfatta (..ci fermiamo e contiamo/i cocci sparsi delle nostre esistenze/…/gli anni ci hanno cambiato/viaggiatori impauriti/uccelli dalle ali piegate/…/la terra di fronte è una madre sterile/con le braccia aperte), sospensioni (…la verità è una favola furba/un registro diverso, un genere,/una bambola senza occhi/…/Ogni cosa ha un prezzo/il possesso è l’illusione di un attimo/…/è quell’unto/che continua a colarti sul mento), rabbia per questa “era volgare” (la vera sfida è resistere alle sportellate della vita), amore (ti cercherò/nelle pagine dispari/nelle foto sfocate/…/e cercando te,/cercherò me stesso/). Compagni di strada del poeta i pensieri a raffica, intrecciati indissolubilmente con il corpo, seppur dominati da una mente infaticabilmente attiva e squassata da tempeste sensoriali. Intanto il tempo slitta inesorabile e scava ferite e righe profonde (quel po’ che ho capito/l’ho spalmato su una fetta di pane/…/osservi il vuoto/le pareti lisce della mia anima/mi chiedi cosa ci sia laggiù/…/ci sono spazi vuoti impossibili da riempire).
Mi piace tra le righe, leggendo e rileggendo, rilevare la linea rossa dei luoghi, i paesaggi reali, locati a Roma, città perturbante di giovinezza, ardori, attività intense per l’uomo e il poeta; o a Messina, territorio dei ricordi, delle note contrastanti dell’infanzia, e adesso della contemporaneità vivida, a tratti furiosa, a tratti dolente. I luoghi sono anche immaginari e si trasformano in recriminazioni, memorie, perdite, vuoti, insopprimibile ricerca dell’assoluto. Percuotono i versi, danno incredibili scossoni, adoperando la lingua del quotidiano, a volte gli slang di una generazione ferita che non riesce a rassegnarsi alla ruvidità del quotidiano. Si congegnano tra le righe figurazioni perturbanti, narrazioni pescate nella propria storia o nelle vite degli altri e delle altre. Ricorrenze del passato prossimo, o di quello profondamente lontano eppur vivido tra le righe (per parte mia ho accettato/la mia porzione di calvario quotidiano/…/nel tramonto di quest’inverno/che non si decide a esser tale,/ci fermiamo e contiamo/i cocci sparsi delle nostre esistenze). […]
Mario Falcone, scrittore e sceneggiatore, è nato a Messina, ha vissuto a Roma quarantadue anni, da qualche anno è tornato a vivere in Sicilia.
Pubblicazioni:
L’alba nera – Fazi Editore 2008 – (pubblicato in Francia da Edition la Table Ronde) Long Seller
Un’amara verità -Atmosphere Libri 2013 – (romanzo vincitore del Grangiallo a Castelbrando 2013
Lo Chef degli Chef -Odoya Meridiano zero Editore 2018
Nero di Siena – Mario Ianieri Editore 2019
La licenza – Oakmond-Publishing 2020
Manuela – Giulio Perrone Editore 2022
La stella spezzata – Kalòs Editore novembre 2022. In ristampa a marzo del 2023.
Piccole pietre – La Feluca Editore – Poesie – settembre 2023
Come sceneggiatore è tra i più famosi d’Italia essendo i suoi film noti per avere stabilito record di share ancora imbattuti e insigniti di riconoscimenti sia in Italia che all’estero.
Tra i suoi film scritti si ricorda: Padre Pio e Ferrari regia di Carlo Carlei con Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino;
Rino Gaetano, regia di Marco Turco con Claudio Santamaria;
La guerra è finita, regia di Lodovico Gasparini con Alessandro Gassmann, Barbora Bobulova e Beppe Fiorello. -
Cuore serie Tv in 6 episodi, regia di Maurizio Zaccaro, con Giulio Scarpati, Anna Valle e Leo Gullotta.
Inoltre, ha avuto l’opportunità di lavorare insieme a Liliana Cavani, una regista famosa in tutto il mondo, per cui ha scritto tre film: De Gasperi l’uomo della speranza, Einstein e Francesco.
Per chi volesse saperne di più sulla sua professione di sceneggiatore:
https://www.imdb.com/name/nm0265982/
Da dieci anni Mario Falcone organizza workshop di sceneggiatura e scrittura creativa dal titolo “Il sogno di scrivere, il bisogno di raccontare”.