Francesco Castellino, una vita spesa per Mondovì

Francesco Castellino. L'uomo, i talenti,la città

Francesco Castellino. L’uomo, i talenti,la città

PAOLO ROGGERO

Francesco Castellino – l’uomo, i talenti, la città , a cura di Paolo Roggero, edito da Cem ripercorre la vicenda umana e professionale di un esponente della borghesia monregalese a cavallo del XIX e del XX secolo

Presentazione: 16 marzo ore 16, Sala Ghislieri, Mondovì Piazza

Nel 1948 arriva in Italia una delle commedie natalizie più amate di tutti i tempi: “It’s a wonderful life” o “La vita è meravigliosa”. Il classico di Frank Capra, tratto da un racconto di Philip Van Doren Stern, avrebbe generato decine di parodie e rifacimenti successivi, in vari ambiti artistici, per l’irresistibile idea di fondo della trama: se il protagonista del film non fosse mai esistito come sarebbe la quotidianità della comunità in cui vive? Quanto sarebbe diversa o più povera? Sarebbe molto interessante applicare questo schema a Francesco Castellino, nato nel 1866 e morto nel 1956, a novant’anni. Oggi questo nome alla maggioranza dei monregalesi dice poco, eppure c’è ancora chi ha l’età anagrafica che gli consente di ricordare la sua figura, inconfondibile, con occhiali e baffi, dietro al bancone della bottega all’ingrosso di tessuti. Castellino spese in questo negozio tutta la sua vita professionale: ne è stato, dal 1885, l’unico titolare. Al lavoro dietro al bancone alternava anche quello dietro alla cattedra, visto che svolse l’incarico di insegnante di materie tecnico-scientifiche. Colpisce, nel ripercorrere i giornali del secondo dopoguerra, imbattersi in una missiva pubblicata da “L’Unione Monregalese” il 15 febbraio del 1947 in cui lo scrivente si rivolge a Castellino definendolo “Il più monregalese dei monregalesi”. È l’espressione di un debito che evidentemente parte dell’opinione pubblica della città avverte nei confronti di questa figura, che oggi è ricordata, tra le altre cose, dall’intitolazione di una strada nel rione Borgato.
La Mondovì di un secolo fa
Recuperare la memoria del senso di una vita è stato il primo obiettivo che ha mosso la famiglia Castellino, e in particolare la nipote di Francesco, Rosa Emilia, a mettere mano al progetto di un libro dedicato alla storia del nonno. Ripercorrere, attraverso questa figura, i ricordi della Mondovì a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo Novecento, è l’interesse precipuo che vi ha individuato la Cooperativa Editrice Monregalese nell’avallarlo e farlo entrare nella propria proposta editoriale, incaricando il sottoscritto di curarne i contenuti e la stesura. In effetti il nome di Francesco Castellino è un nodo in cui si intrecciano tanti fili della vita cittadina, è a tutti gli effetti un uomo che ha sempre vissuto la comunità monregalese come una grande famiglia allargata ed ha visto coincidere i propri interessi di commerciante e di uomo politico con quelli della città. Francesco Castellino è un interessante esempio di uomo del suo tempo e della sua classe sociale: un intraprendente borghesia di provincia, dalle salde radici cattoliche e liberali. In particolare, era convinto del dovere morale di affiancare all’impegno professionale una componente volontaristica rivolta ai più poveri e ai più deboli.
Un libro di memorie
“Francesco Castellino – L’uomo, i talenti, la città” è un libro di memorie che intende ripercorrere tutta la vicenda umana e professionale del protagonista, facendo in primis ordine sui dati disponibili, cercando di valorizzare i ricordi e i cimeli della famiglia Castellino, che custodisce nella dimora di famiglia in via Sant’Agostino un ricchissimo archivio di documenti e cimeli d’epoca. Una storia sorprendente anche per la molteplicità degli interessi e dei ruoli che Francesco Castellino seppe ricoprire. Intanto, l’impegno istituzionale: fu consigliere comunale dal 1895 e assessore dal 1902 al 1906 (sedette in Consiglio fino al 1910). Entrò nel Consiglio della Camera di Commercio di Cuneo nel 1902 e ne fu anche vicepresidente dal 1912. Un impegno a cui affiancò parallelamente l’attività di giornalista, ricoprendo quindi un ruolo centrale, a tutti i livelli, nel dibattito politico cittadino. Dal 1908 addirittura passò alla direzione della “Gazzetta di Mondovì”, sostituendo Gian Lorenzo Salomone alla sua morte. Le colonne del giornale furono il secondo fronte del suo impegno nella battaglia d’opinione forse più significativa della sua carriera. Fu infatti tra i più accesi sostenitori della necessità di operare e spendersi affinché il tracciato ferroviario arrivasse a toccare anche Mondovì. Castellino aveva capito l’utilità del treno come mezzo di trasporto in chiave industriale e commerciale, e quanto sarebbe stato fondamentale per lo sviluppo del territorio. Se le decisioni politiche fossero andate in un’altra direzione, tagliando fuori la città, il danno sarebbe stato incalcolabile. Fu un lungo percorso che si concluse con l’arrivo dei primi convogli solo negli anni Trenta, ma l’apporto di Castellino fu decisivo, soprattutto nei primi anni del Novecento, quando si decise di puntare sul collegamento tra Torino e Savona e si definì il tracciato.

Prima pietra della ferrovia

Prima pietra della ferrovia

Un altro lascito di Francesco Castellino presente e operativo ancora oggi è la Banda musicale di Mondovì: il sodalizio infatti nacque su suo impulso. Ne ricoprì anche la carica di presidente. Fu decisiva la sua energia nell’aiutarla a risollevarsi dopo i danni patiti a causa delle squadracce fasciste, che nel 1927 appiccarono le fiamme alla sede rovinando irreparabilmente gli strumenti e distruggendo musica e divise. Ancora oggi è viva e vivace, e nel 2021 ha festeggiato i cento anni di vita. Castellino aveva una grande passione per la musica: sapeva suonare il violoncello e scriveva brani propri, anche per l’ensemble bandistico. Oltre all’arte dei suoni, si esercitava anche con pennelli e colori. La sua amicizia con Agide Noelli lo portò a trascorrere lunghi pomeriggi conversando di pittura e ritraendo paesaggi all’acquerello.

Noelli, Casa Castellino via S.Agostino

Noelli, Casa Castellino via S.Agostino

L’impegno per l’associazionismo
Nel campo dell’associazionismo e del sociale, Francesco Castellino fu parimenti attivo: tra le cose più significative merita sicuramente citare la fondazione del Sottocomitato monregalese della Croce Rossa Italiana nell’ottobre 1914. Fu vicepresidente del Comizio Agrario e a lungo presidente della Società Operaia di Breo, presso cui promosse convegni e iniziative di informazione per gli iscritti e fondò i “Giovani esploratori monregalesi”. Tra le onorificenze a lui conferite spicca il titolo di commendatore, nel 1920. L’avvento del fascismo, il cambio del clima politico e lo scoppio della seconda guerra mondiale segnarono un vero e proprio spartiacque nella vita di Francesco Castellino. Progressivamente infatti fu estromesso sostanzialmente da molti ruoli: lasciò la direzione del giornale (1924), la Camera di Commercio fu commissariata (1926), fu costretto alle dimissioni dalla Società Operaia (1931: stando a quanto si legge sui giornali d’epoca i “neri” cittadini non gli perdonarono l’aver mandato un “noto pregiudicato” a reggere lo stendardo della Società in occasione di un corteo pubblico a celebrazione della Marcia su Roma e ne imposero la sostituzione). Tutto ciò fa intuire che Castellino non doveva avere particolare simpatia per il regime fascista, a dispetto dei successi del giovane figlio Mettolo (in una foto d’epoca autografata appare premiato addirittura dal Duce in persona ai Giochi della gioventù). Francesco Castellino visse fino al 1956, circondato dalla sua famiglia, impegnato sul lavoro e nel volontariato, e godeva di particolare autorevolezza nella comunità cittadina. Ricordo vivido d’infanzia di Rosa Emilia Castellino è legato al Carnevale cittadino, quando il carro del Moro di Mondovì nel corso della sfilata si fermò sotto il balcone di Casa Castellino per rendere omaggio al vecchio commendatore, che assisteva alla sfilata insieme alla sua famiglia. Proprio la nipote Mimì ha, nel corso degli anni, voluto raccogliere gli insegnamenti del nonno e proseguire lo stesso ideale di servizio nei confronti della comunità cittadina e lo ha raccontato in un’intervista, con cui si chiude il volume. La stessa famiglia Castellino ha voluto arricchire il libro con una serie di appendici curate direttamente: le biografie dei figli di Francesco Castellino, un ricco apparato iconografico. Di interesse particolare inoltre, gli alberi genealogici della famiglia e di quelle correlate.
Una presentazione in musica: il violoncello di Francesco Castellino torna a cantare a Mondovì
Il 16 marzo (alle 16) presso la Sala Ghislieri “Francesco Castellino – L’uomo, i talenti, la città” sarà presentato al pubblico di Mondovì con un evento speciale. Dopo più di cinquant’anni infatti tornerà a suonare in città il violoncello del commendatore. Castellino infatti aveva ricevuto in dono dallo zio lo strumento, a cui teneva moltissimo e che era considerato di grande valore in quanto molto antico, si diceva addirittura fosse un “Guadagnini”. Oggi sappiamo che si trattava di un “arlecchino”, ovvero uno strumento composto da pezzi più antichi, tra cui probabilmente anche di una creazione del noto liutaio. Castellino dovette separarsene negli ultimi mesi della sua vita. Oggi è nella disponibilità del Conservatorio “Ghedini” di Cuneo. Grazie alla collaborazione dell’Academia Montis Regalis, il violoncello suonerà in concerto una selezione di musiche d’epoca e di brani scritti da Francesco Castellino. L’occasione per il pubblico di un suggestivo viaggio nel passato, per la famiglia Castellino un evento emozionante, che rappresenta, a suo modo, la chiusura di un cerchio.

Castellino, Sorrisi, mazurka

Castellino, Sorrisi, mazurka